“Di solito i ristoranti dei calciatori volano basso inseguendo con malagrazia le mode del momento, e, soprattutto, vanno presto a rotoli. Invece il Finger’s di Milano non è defunto; anzi: ha raddoppiato”. Parola di Camilla Baresani, scrittrice e critica gastronomica, che su Sette ha raccontato il Finger’s Garden, filiazione del ristorante fondato dall’ex milanista Clarence Seedorf.
Eppure ieri sera al telefono da Porto Cervo con il Corriere, Roberto Okabe, il celebre chef nippo-brasiliano dei due ristoranti, piangeva disperato. Forse prevedendo i bisbigli dei neointolleranti dello scontrino secondo cui, dicono i giornali stamattina, la presentazione del locale andrebbe aggiornata: benvenuti al Finger’s, il ristorante dei calciatori, degli Hummer parcheggiati a muraglia davanti all’ingresso, di Nicole Minetti e altre rampanti e da ieri, anche il ristorante degli evasori fiscali.
Nel maxi blitz di sabato che ha portato un pattuglione della Guardia di Finanza in 180 attività milanesi, con 60 verbali per “mancata emissione di scontrino o ricevuta fiscale”, i militari hanno scoperto dieci conti, per un totale di 2.500 euro, pagati senza ricevere scontrino o fattura.
Adesso arriverà una multa ma si rischia molto peggio: anche la chiusura dell’attività. E come si è difeso Okabe?
“I mancati scontrini erano pre-conti che sarebbero stati regolarizzati come facciamo sempre, siamo l’ottavo ristorante di Milano per quantità di tasse pagate”.
Pre-conto? Se vi state chiedendo cosa sia, ne abbiamo parlato, la rispota è: dipende dalle interpretazioni. Per i ristoratori è uno scontrino non fiscale fatto prima per sveltire le operazioni di pagamento del conto (richiesta della ricevuta fiscale, della fattura, ecc…). Secondo la Guardia di Finanza e i pochi clienti che notano la scritta pre-conto nel pezzo di carta, peraltro identico a un normale scontrino fiscale, è la tecnica più usata dai ristoratori per non pagare le tasse.
E anche un locale pettinato come il Finger’s, cucina creativa genericamente orientale con venature latinoamericane e arredi minimal-chic, faticherà a prendere le distanze dai bar e gli altri ristoranti sparsi per città e provincia che, nel blitz di sabato, hanno confermato la media milanese emersa in verifiche fiscali precedenti.
Ovvero: un commerciante su tre lo scontrino “non sa nemmeno cosa sia, non lo contempla, figurarsi rilasciarlo”.
[Crditi | Link: Lettera 43, Dissapore, immagine: Puntarella Rossa]