No, il prosecchismo non sarà mai la mia religione e non credo che lo Spritz sia il viatico all’esistenza felice, ma visto che lo è per milioni di persone e le vendite parlano chiaro (specie le esportazioni), mi sto esercitando con sana abnegazione.
Muoversi sul mercato tra denominazioni, piccole cantine, realtà industriali, nomi storici, zone più o meno votate e grandissimi divari qualitativi è impresa inaudita. Per questo vi propongo il più interattivo dei post interattivi.
Insomma, venitemi in soccorso.
Andiamo insieme alla ricerca dei Prosecco con il migliore rapporto qualità/prezzo, magari limando quei prodotti sotto i 3 euro che ricordano più gli idrocarburi che la Glera rifermentata in autoclave.
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A proposito, un paio di cose prima di aprire la discussione le direi, anche se già le conoscete: la Glera è il vitigno base della denominazione (non necessariamente l’unico) e il metodo charmat (o Martinotti) è il sistema di rifermentazione, rapida e in grandi contenitori, tipico di questa tipologia. Alcuni produttori usano anche la rifermentazione ancestrale, o sur lie (ovvero sui lieviti), dando vita al Prosecco col fondo, la tipologia più amata da un wine-geek, insieme ai vini di Silvano Follador.
Queste le mie umili proposte, in ordine casuale e con un occhio attendo alla reperibilità. Attendo le vostre.
Col Vetoraz.
Cantina quasi bicentenaria in mano alla famiglia Miotto, in pieno habitat naturale del Prosecco. Tanti i prodotti, anche di livello importante. Per stare sulla fascia 10 euro segnalo il loro millesimato Dry (più adatto a chi ama le morbidezze) e il freschissimo e più secco Extra Dry.
Bele Casel.
Istituzione del territorio di Caerano con 10 ettari e una storia familiare che ha interessato anche Rai 3. I livelli sono alti per tutte le bottiglie. Personalmente ho una predilezione per il loro Asolo Prosecco DOCG Extra Dry.
Sergio Mionetto.
Cantina storica, che conta tantissime etichette (molto ricercate nella linea) e centinaia di ettari nei luoghi storici della denominazione, tra cui un ottimo Cartizze DOCG. Tra i più economici e reperibili il Doc Treviso e il DOCG Valdobiaddene.
Frozza.
Realtà di Treviso da circa 100.000 bottiglie in un anno, con cinque tipologie che rappresentano un trionfo di freschezza e bevibilità a basso prezzo. Svetta su tutti l’Extra Dry Col dell’Orso e un Brut. Ottimo, ma ben poco reperibile, anche il colfondo.
Foss Marai
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Cantina quasi centenaria di Treviso, fortemente riconoscibile per il formato arrotondato delle bottiglie. Il loro Prosecco Extra Dry “Strada di Guia 109” è uno degli esempi più riusciti di coniugazione tra mercato e territorio. Il vino da aperitivo per eccellenza: fresco, fruttato e poco impegnativo, ma per niente banale.
Carpenè Malvolti.
Lo conoscono anche i sassi, tanto che campeggia in qualsiasi supermercato della penisola. Nella fascia di prezzo economico è solido come un centrocampista olandese. Le linee sono molteplici dal Prosecco di Treviso alla DOCG di Conegliano. La loro Cuvée Extra Dry mi sembra il migliore compromesso qualità prezzo.
Nino Franco.
Per quanto il Prosecco più caratteristico sia l’Extra Dry, chi preferisce bere qualcosa di più secco può spostarsi sul Brut, dove il dosaggio zuccherino scende abbastanza. Quello di Nino Franco mi è parso un buon compresso con la tipologia: un vino facile (in senso positivo) ma anche fine e dalla buona persistenza.
Da menzionare anche Villa Sandi, Bortolomiol, Zonin, Val d’Oca, Drusian, Bisol, Agostinetto, Miotto.
[Crediti | Link: Scatti di Gusto, immagine: Wine Folly]