Caro 2012, adieu, auf wiedersehen, goodbye. Mi mancherai? No direi di no. Tra crisi economica globale, terremoti, alluvioni e morti eccellenti, non sei stato il mio anno preferito. A proposito, un caro saluto alla scienziata Rita Levi Montalcini, mancata giusto ieri. Comunque, caro 2012, come ogni anno siamo qui riuniti per festeggiare il passaggio simbolico da una parte all’altra del muro del tempo, esorcizzando preoccupazioni e desideri attraverso rituali piuttosto affascinanti come bruciare fantocci nella piazza del paese, sparare botti rischiando di farci saltare una mano, stappare rumorosamente bottiglie di spumante e soprattutto mangiare e mangiare e mangiare.
In casa, al ristorante, nelle piazze, prima e dopo la mezzanotte.
Mangiamo perché ci piace, perché non c’è festa senza un abbondante pasto rituale e in particolare, noi editor e commentatori di Dissapore, mangiamo perché amiamo goderci la vita con tutti i suoi piaceri.
Ma cosa mangiamo? Dove? Con chi? Questo è l’argomento dell’ormai classico Open Thread di Capodanno. Lettori (e autori) di Dissapore, avete tempo fino alla mezzanotte del 1°gennaio per raccontare ogni pietanza e ogni bevanda, ogni luogo e ogni emozione del vostro passaggio al 2013, proprio qui, nei commenti a questo post.
In trepidante attesa di leggervi, Dissapore augura a tutti un anno fantastico, pieno di amici, di belle sorprese e di cibo molto, molto buono.
Aggiornamento delle 18: il Capodanno degli editor di Dissapore.
Martina Liverani: Torriana (Rimini), Capodanno al Povero Diavolo!
Massimo Bernardi: Folgarida (Trento), cenino con verticale di risotto. Si smaltisce sulle piste domani, neve pochina e prezzo del giornaliero a 50 euro. Montanari sanguisughe.
Sara Porro: Monaco di Baviera. Ciao lettori di Dissapore, buon anno! Sono a Monaco di Baviera, dove ho fortunosamente reperito delle capesante cicciotelle nevertheless, che ho proceduto a cuocere nel beurre noisette. La mia cana è terrorizzata dai botti
Lorenza Fumelli: Roma, casa mia. Da mangiare: Tartellette con porri, camembert di Bordier e pancetta, polipetti alla cacciatora, insalata russa con arzilla, lenticchie Beluga con gamberi, germano reale, coscio d’agnello, purè, coleslaw, puntarelle, lenticchie e cotechino di Barbieri, Offella di Perbellini. Da bere, almeno in parte, lo vedete nella foto. Salute!
Alessio Cannata: casa a Messina (dove l’atmosfera delle feste come vedete è proprio invisibile), con mio fratello e la tequila che è tradizione del dopo cenone; una caponata di pesce spada (foto 2), un’insalata di arance e finocchi (foto 3). Sia chiaro, cucino sempre io la vigilia!
Adriano Aiello: Brescia. Scusate, è che sono troppo impegnato con lenticchie e cotechino…
Giorgia Cannarella: Bologna. Capodanno sobrio e morigerato, più che cena, aperitivo casalingo tanto piccolo quanto sfizioso. Da bere solo bollicine, meno di supermercato del solito, segno che si cresce, si matura e soprattutto si beve di più. Tutte donne, l’unico uomo presente è un cane, ammesso previo infiocchettamento con nastrino rosso. Chi ha bisogno di un fidanzato quando ha lo champagne? Cheers!
Rossella Bragagnolo, Bassano del Grappa. Capodanno a casa. Io e l’altra metà di me. A scoppiare miniciccioli, a correre dentro per riscaldarci vicino al fuoco, a metterci alla prova con il sushi a quattro mani, ad ubriacarci di sakè.
Cristina Scateni, Tokyo. Qui a mezzanotte si va al tempio a pregare e a fare riti propoziatori. Prima e dopo ci si ammazza di street food. Si beve birra, parecchia e sake. (Asakusa- Tokyo).
Silvia Fratini, Mandello del Lario (Lecco). Cesto di grana con sferificazione di aceto balsamico e miele, Crescenza e mostarda di fichi, Martini. No Martini?