Ora che è scoppiata la moda dell’hamburger-gourmet, è tornato il momento di parlare di McDonald’s. Anzitutto va detto che è una delle multinazionali più odiate della storia dell’alimentazione: colleziona richieste di danni per obesità, scatena pamphlet, documentari e siti internet che svelano malefatte sindacali e alimentari.
C’è un intero mondo di odiatori pronto a scagliarsi contro il male in veste di panino, vale a dire contro McDonald’s. Questa campagna virulenta è servita a convincere l’azienda a migliorare la qualità dei cibi che smercia, e non ne ha scalfito la popolarità.
La settimana scorsa, giusto per fare un esempio, il ricchissimo e smilzo Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, in viaggio di nozze a Roma non ha mancato di addentare un Big Mac sulla scalinata di Trinità dei Monti. Persino lui, che senz’altro avrebbe potuto permettersi un pasto pieno di soddisfazioni alla Pergola di Heinz Beck, ha preferito lo standard internazionale della catena.
A me, quando sono in treno e qualche viaggiatore apre il cartoccio di patate fritte e panino appena comprato in stazione, viene un senso di disgusto: la carrozza si impregna di un odoraccio appiccicoso e vorrei abbassare il finestrino e lanciare fuori il contenitore, ma ormai tutti i treni hanno i vetri bloccati e tocca subire come ai tempi delle sigarette.
Tuttavia, chi vitupera McDonald’s et similia ha mai pensato ai panini che compra a prezzi superiori in tanti bar?
Fogliacce di lattuga appassita, salumi scadenti, poltiglie di salse e formaggi di equivoca cremosità. E soprattutto panini confezionati da ore, per portarsi avanti, che a guardarli sembrano frizzare di batteri, e vengono sbruciacchiati nella piastra unta per ridargli un po’ di vigore, tanto si sono ingommiti. E poi McDonald’s, coi suoi prezzi minimali, con l’opportunità di organizzare feste per bambini, con la possibilità di sedersi per ore senza che nessuno venga a mandarti via, con la disponibilità di servizi igienici puliti, svolge un’importante funzione sociale.
Anni fa, l’allora ministro della salute Sirchia scatenò l’ilarità collettiva raccomandando ai nonni di rifugiarsi nell’aria condizionata dei supermercati durante le torride giornate estive. Be’, allora meglio da McDonald’s, che almeno si sta seduti!
Quanto ai gourmet, si stanno prendendo delle rivincite: ultimamente è tutto un fiorire di locali dove mangiare panini con hamburger e chips di qualità. Con tipi di carne e di pane ricercati e con accostamenti fantasiosi, quando non strampalati. A Milano, tra i tanti, ci sono Al Mercato e Denzel, a Torino Qualeaty e Burgheria, a Roma Roscioli e Urbana 47.
Certo, in questi casi i prezzi lievitano: si arriva a 19 euro contro i 3,60 di un Big Mac.
[Crediti | Dalla rubrica “Cibo e Oltre” di Camilla Baresani su Sette, inserto del Corriere della Sera, immagine: Funpeak]