“(…) C’è ancora della gente disposta a sognare, dobbiamo ripartire dal coraggio, dai geni di follia che i nostri antenati ci hanno trasmesso; dobbiamo essere orgogliosi di imprenditori come Villani e come Farinetti per esempio, delle cose che stanno facendo per l’Italia (…)”.
Ascolto e riascolto la registrazione del discorso di Massimo Bottura durante l’inaugurazione del Museo della Salumeria di Castelnuovo Rangone, e provo a pensare a un titolo per il post che mi appresto a scrivere: “L’ottimismo e il maiale. Ingredienti per un’Italia migliore”,”Non chiedetemi la ricetta della spuma di mortadella, vi darò quella per risollevare l’Italia”? Un bel dubbio.
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Il fatto è che quel che sto per raccontarvi non è la cronaca dell’apertura dell’ennesimo museo emiliano dedicato al maiale, piuttosto la storia di come lo chef più famoso d’Italia abbia deciso di Kennedyzzarsi chiedendosi “non cosa il tuo Paese può fare per te, ma cosa tu puoi fare per il tuo Paese”.
Le cose sono andate più o meno così. Venerdì 15 novembre, ore 17.00. A Castelnuovo Rangone piove come se non ci fosse un domani e al Salumificio Villani (un’istituzione nel paese che ha come simbolo la statua di un maiale e che fonda la sua economia sull’allevamento e la trasformazione di questo animale) ci si prepara per la conferenza stampa di presentazione del MUSA, il primo museo italiano dedicato all’arte salumiera, voluto e finanziato dalla famiglia Villani, barlumi di una imprenditoria mecenate che pensavo non esistesse più. E invece.
Il programma si articola in una visita guidata in anteprima al Museo, taglio del nastro e conferenza con le autorità, cena firmata da Massimo Bottura: una di quelle serate rilassate in cui non trovi un vegetariano in circolazione, e puoi sfogare indisturbata il tuo delirante orgoglio emiliano romagnolo, quello puro di provincia. Che mi piace così tanto.
Sono le 20, dopo aver appreso storie e tecniche dell’arte salumiera, siamo pronti per la cena. Giuseppe Villani si commuove nel raccontare lo spirito che lo ha mosso a voler investire (quasi un milione di euro, come qualcuno ha accennato durante la conferenza) in un museo aperto al territorio e ai turisti, poi lascia la parola a Massimo Bottura, che elenca il decalogo delle cose che rendono unica l’Italia (nel bene non nel male) scritto dallo chef insieme alla sua mamma. Tutti ascoltiamo in silenzio.
1- Gli artisti. il segno principale che lasciamo al mondo, la voce più limpida che da sempre si alza dal nostro paese è quella dell’arte.
2- Gli imprenditori del bello e del buono, come Villani e come Oscar Farinetti. Negli ultimi anni una delle forze economicamente trainanti sono state le eccellenze legate al buon gusto e allo stile made in Italy, dal cibo alla moda, senza dimenticare le meraviglie della meccanica, in piccola e grande dimensione.
3- Unica e inimitabile. La luce e la luminosità dell’Italia, così dolcemente rappresentata nei quadri del Rinascimento e del Manierismo. Serena e colorata.
4- Le differenze dall’estremo nord al profondo sud. Un’Italia che in relativamente pochi chilometri esprime incredibili varietà culturali e climatiche. Dalle vette montane più spettacolari alle isole che lambiscono l’Africa. Il paese dei cento campanili, delle mille biodiversità, dei guelfi e dei ghibellini, dell’infinito paniere di prodotti.
5- I dialetti. La ricchezza di una lingua nasce dalle radici nei suoi dialetti, che diventano una chiave per entrare in posti e emozioni altrimenti inaccessibili.
6- Il Po, il Grande fiume, la spina dorsale dell’Italia. La più importante strada Italiana, la via Emilia, gli scorre parallela, idea di viaggio, vita e nutrimento della pianura padana e dell’immaginario dei nostri geni più grandi.
7- Modena e l’Emilia come esempio della ricchezza del territorio italiano. Le piccole aziende, l’artigianato, le ossessioni e la volontà di eccellere. Ogni territorio italiano esprime a suo modo un esempio di questo tipo, le piccole imprese e la loro competitività sono uniche per ogni territorio italiano e leader in micro settori a livello mondiale
8-La forma dell’Italia, al centro del Mediterraneo, abbracciata dal mare. Immediatamente riconoscibile e distinta. C’è poco da aggiungere, una calamita, il punto focale dell’Europa geografica e del bacino del mediterraneo
9- La capacità di viaggiare senza perdere Identità. Gli Italiani viaggiano con l’Italia nel cuore, è un tratto che non cambia e non può cambiare, e chi viaggia per l’Italia è attratto da questo fascino analogo e magico. Una specie di sex appeal innato
10-La forza della classicità. Cresciamo in mezzo a secoli di storia e di evoluzione umana ed artistica, circondati dai capolavori di Tiziano, Caravaggio, Tintoretto, Piero della Francesca, dall’architettura romana, dalla visionarietà di Dante Alighieri, dalla perfezione stilistica dei nostri designer Quando cresci cullato dal bel canto e dalle romanze d’opera ogni espressione contemporanea non può far altro che poggiarsi sulle solide spalle di chi ci ha preceduti senza soluzione di creatività.
(Applauso scrosciante)
“Il tema più importante per l’Italia in questo momento è riappropriarsi dei propri punti di forza, nel senso letterale del termine. (…) dobbiamo smettere di piangerci addosso e reagire reinnamorandoci del nostro paese ……. D’altra parte la prerogativa degli italiani è saper maneggiare l’irrazionale.”
Finalmente si mangia, e dopo aver maneggiato diverse porzioni di Spuma di mortadella, Compressione di una pasta e fagioli, Risotto cacio e pepe, Viaggio sul Po’ e molto altro, torno a casa e per un attimo penso che la mamma di Bottura sia anche la ghost writer di Matteo Renzi;
E’ successo proprio così: sono andata a un vernissage e me ne torno in overdose da grassi saturi e ottimismo. Sto benissimo.
[Crediti | Link: Musa, Il Sole24Ore, immagini: Musa]