London calling, e per i londinesi essere ricettivi alle tendenze è uno stato d’animo permanente. Anche la moda dell’hamburger gourmet viene da lì, e se prima il pane era cattivo e flaccido, le carni puzzolenti di grassi bruciacchiati, il formaggio finto e colloso, la foglia d’insalata appassita, la fetta di pomodoro acquosa, nella capitale inglese spesso è il contrario, e non da oggi.
Alla parola hamburger i londinesi associano un certo numero di catene specializzate, Byron, Gourmet Burger Kitchen, Ultimate Burger, che in tempi di crisi continuano a combattere egregiamente la guerra per la sopravvivenza. Ma oggi il “talk of the town” è Honest Burger.
Lo abbiamo cercato nel peccaminoso quartiere dei nostri libri di scuola, a Soho, oggi zona prediletta dagli startupper culinari in modo pressoché unanime. Trovandolo all’ora di pranzo in un vicolo alle spalle di Wardour Street (vicino a Princi, panetteria mondana milanese con appendice europea), dove ci siamo messi britannicamente in coda aspettando che si liberasse uno dei trenta posti a sedere. Disponibili a considerare persino i due tavoli esterni assai esposti alla brezza londinese, appena mitigata dalle coperte offerte ai clienti dal locale. Ah, la faticosa vita del trendsetter.
Lunga attesa scongiurata grazie al più premuroso e sorridente servizio londinese mai visto, rodato dal frenetico andirivieni dei clienti in pausa pranzo. All’interno la solita enorme lavagna (non se ne esce) illustra i classici del menu insieme agli special del giorno, panino con manzo, bacon e porri e bibita: tea darjelling ghiacciato a 3 £.
Tre versioni di panini con carne di manzo prodotta dagli allevatori Ginger Pig (con formaggi cheddar, red leicester o stilton, da £ 7,5 a £ 9), uno al pollo (£ 8,5), regolarmente serviti con le patatine della casa. Chi cerca alternative trova insalata cruda e ortaggi fritti.
Scelgo un ‘Honest’ senza cipolla (well done, con manzo, bacon affumicato, formaggio cheddar, cetriolo e lattuga) accompagnato da una spatola per spalmare la quantità di salse desiderata.
Accessori indispensabili il ketchup fatto in casa, decisamente riuscito malgrado il sentore eccessivo di peperoni, e la mayo, che invece è di produzione industriale.
Carne squisita e cotta con attenzione, al pari del bacon, perfetto, e pane dorato come amburgheria anglosassone comanda, abbastanza neutro nel sapore da non prevaricare gli ingredienti. Anche le patate al sale di rosmarino sono fritte bene e croccanti, tagliate a mano poi conservate in grossi sacchetti confezionati.
Al paragrafo birra rubrichiamo una fresca lager bio, la Samuel Smith, preferita alla più nota Amstel, a certi vini dalle più disparate provenienze (no Italia), bibite, limonate fatte in casa o succhi freschi di arancia e mela. Persino cocktail spiritosi con bella scelta di Bloody Mary (off menu). Premurose attenzioni anche per gli intolleranti al glutine con il pane in versione gluten free e la birra Estrella Damm.
Diritto alla felicità conquistato spendendo relativamente poco, 12 sterline, per essere nell’ombelico del mondo quanto a polpette gourmet. Honest è onesto di nome e di fatto, prendete nota esoserrime amburgherie nazionali.
Honest Burgers, 4A Meard Street – Londra, Unit 12, Brixton Village.