La più grande schizofrenia della cucina casalinga contemporanea è la sindrome del “fatto in casa”. Passiamo metà del nostro Settembre e buona parte di Ottobre a conservare peperoni e melanzane, a conservare ettolitri di sugo di pomodoro e a invasare marmellate come se invece di prepararci per l’inverno dovessimo trasferirci per 10 mesi in un rifugio antiatomico.
E poi c’è il disturbo da panificazione compulsiva, per cui tutto il pane per una famiglia di dodici persone comprese le brioches e i grissini viene realizzato nottetempo dal membro cuciniere della suddetta famiglia, spesso esperto in tecniche di lievitazione multipla, e grande sperimentatore.
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Ma il sintomo più grave di questa schizofrenia è che certe cose hanno il diritto di essere fatte in casa, mentre altre sono considerate una scocciatura da vecchie nonne, uno spreco di tempo inutile. E non sto parlando di chi lascia la retta via della cucina casalinga per gettarsi tra le braccia del Bimby o similari, ma di chi, dopo aver passato un mese a sbollentare pomodori per la passata, decide che la sfoglia per le tagliatelle è meglio farla con la nonna papera.
Ecco, per voi puristi della cucina come una volta, ho raccolto sei gesti che ormai non fa più nessuno. Ditemi voi che cosa hanno di sbagliato per non meritarsi la nostra fatica?
Impastare
E’ tutta colpa della televisione; dopo averci ammaliato e stordito ce lo ha detto con chiarezza: la cucina senza planetaria non è degna delle luci della ribalta. E così due etti di pane, due uova di pasta fatta in casa, il plumcake, perfino il rinfresco del lievito madre viene sistematicamente perpetrato sporcando fino ai bordi una ciotola da 5 litri. Ed è subito chef.
Tirare la pasta
Il caro vecchio mattarello, che per anni è stata un’arma ad uso femminile che il suo bel timore lo incuteva sempre, è stato quasi completamente soppiantato dalla macchina per tirare la pasta, altrimenti detta nonna papera. Anche qui è possibile trovare una data certa in cui si è compiuto il misfatto: La Prova del Cuoco, a forza di preparare le tagliatelle di nonna Pina.
Montare la panna
Una buona panna ha il buongusto di montarsi perfettamente con il semplice impiego di una frusta manuale o di una umile forchetta unita a una giusta dose di olio di gomito. Ma la frusta elettrica, quella che schizza fino sopra al pensile più alto della vostra cucina, ha spazzato via ogni alternativa.
Fare la maionese a mano
Ricordo una scena del film Grandi Magazzini in cui Renato Pozzetto andava a casa di una signora che mescolava la maionese e non poteva fermarsi altrimenti sarebbe impazzita (la maionese, la signora era calmissima). Inutile dire che ogni famiglia che si rispetti boicotta la Calvé e fa la maionese in casa, ma con il miniprimer è tutta un’altra faccenda.
Disossare il pollo
Mistero nel mistero: se la tecnica per sfilettare il pesce è in prima pagina nel manuale del gastrofighetto prima, seconda e terza edizione, di imparare a disossare un pollo non importa più a nessuno. Il petto si trova agevolmente adagiato in un feretro di polistirolo, nel banco frigo del supermercato.
Tritare la carne
Ricordo che in casa di mia nonna c’era un vecchio tritacarne e che lei mi chiamava ogni volta che lo usava perché mi divertiva vedere i bocconi che entravano da una parte e le striscioline di macinato che uscivano dall’altra.
Una pratica quasi meditativa che ogni volta che assaggio qualche hamburger infelice rievoco con una malinconia che fa male.
[foto crediti: gypsygazelle, dissapore, pianetadonna, acasamia, nutriamiamoci, mercadolibre, semplicemente chic, citycool, giallozafferano, coltelleriamonselice, inhabitat, la cucina di lalla, baldiristorazione]