La sola guida alle Bollicine di Natale di cui avete realmente bisogno

La sola guida alle Bollicine di Natale di cui avete realmente bisogno

In questi giorni non ho il tempo di inveire contro il traffico, il caro hamburger e le manovre economiche che mi imbatto in un post sui vini di Natale. Argomento trasversale, abusato, in alcuni casi avvincente come un’orgia a cui non puoi partecipare. Da uomo che nasconde la tendenza all’abuso alcolico dietro la coperta corta della cultura enologica non posso però esimermi.

Innanzitutto la regola più semplice e banale: a Natale regnano le bollicine, quindi limitiamoci alle bottiglie che fanno il botto, anche se noi odiamo vederle stappate in quella maniera. Avvertenza: a meno che non viviate in una famiglia aristocratica, o composta da soli sommelier, l’idea è di scongiurare il più tragico spumante da 3 euro esposto con orgoglio sulla tavola.

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Ma soprattutto questa vuole essere una guida di sopravvivenza alle intemperie sociali e comportamentali delle feste. Perché il Natale non è bello per tutti. E una buona bottiglia potrebbe anche salvarci da un simposio familiare su Renzi, la crisi del calcio italiano, i cervelli in fuga e la cattiveria della Germania.

Supermercatisti: Berlucchi Cuvee Imperiale Brut Franciacorta D.O.C.G.

È l’antitesi del vino snob. Non spicca per personalità e fascino; ciò non toglie che nella sua fascia di prezzo (sui 13 euro) rimane uno dei metodi classici più conosciuti e affidabili, con buona pace dei “Ferraristi”. E regge mediamente bene il pasto, più di Bellavista e Ca’ del Bosco.

Se poi volete fare gli splendidi c’è l’edizione speciale natalizia. Però i maggiori sforzi economici potrebbero essere diretti anche verso altri lidi.

Socialitá e approvazione: 95%
Alcolismo solitario: 20%


ProsecchistiProsecco Colfóndo Bele Casel.

Tanti, troppi i prosecco dozzinali. Altrettanti quelli istituzionali e perfettamente eseguiti. Se questa è la vostra linea avanzate con un Extra Dry Col Vetoraz. Se invece volete emergere dal mucchio acquistate un versione Sur lie e avrete una marcia in più nella comunicazione con il suocero, in merito al recupero del tradizionale metodo della rifermentazione in bottiglia con i suoi lieviti. Automatico l’approdo a Bela Casel realtà solida e di ottimo livello, osannata dall’ala meno mainstream degli amanti della tipologia. Fresco e beverino come pochi, ma più adatto per i soli antipasti. Prezzo: 12 euro.

Socialitá e approvazione: 60%
Alcolismo solitario: 30%


Piccole chicche da enoteca: Brut Contadino Ciro Picariello.

Il trend produttivo ed enotecaro dell’ultimo lustro è quello di cercare piccoli produttori che fanno versioni metodo classici da vitigni usualmente poco inclini alla pratica, come Grillo, Verdicchio, Erbaluce, perfino Nebbiolo. Il principe del Fiano, Ciro Picariello, ha pensato bene di spumantizzare la sua uva preferita. I risultati sono buoni e un po’ selettivi, ma la grande novità (che vi regalerà momenti di centralità enologica a tavola) è che il suo metodo classico lo comprate rivoltato perché non subisce la classica sboccatura. Toccherà a voi farla per un Natale con l’inedito rito del dégorgement. Prezzo: 22 euro.

Socialitá e approvazione: 40%
Alcolismo solitario: 70%


Eccellenze italianeGiulio Ferrari Brut Riserva del Fondatore.

Di gran lunga la bolla più elegante, raffinata e qualitativamente indiscutibile d’Italia. L’investimento è cospicuo e se a quella cifra preferite tracannarvi Drappier o Gatinois (per dire i primi 2 champagne che mi sono venuti in mente) non sarò io a fermarvi. Ma perderete tutto il consenso nazional-popolare. Se trovate qualche vecchio millesimo poi scoprite pure cosa può dare questo vino invecchiando. Prezzo: sopra i 60 euro.

Socialitá e approvazione: 50%
Alcolismo solitario: 60%


France mon amur senza essere di altissimo ceto (cit.)Bruno Michel Cuvée Rebelle.

Acidità, purezza, terroir, sapidità, mineralità: anche se non vi ascolterà nessuno, potete sciovinare tutto il vocabolario tecnico dello champagnista moderno di fronte a questa selezione, fatta con 50% Chardonnay e 50% Pinot Meunier. Le vigne hanno oltre 40 anni e dosaggio zuccherino di soli 2 grammi per litro. Grande pulizia in bocca; ci si mangia praticamente tutto. Lo distribuisce il nostro Fabio Cagnetti. Se vi pare un chiaro caso di conflitto di interessi è evidente che non lo avete provato. Costo: 35 euro

Socialitá e approvazione: 20%
Alcolismo solitario: 99%.