Ieri sera, visto Oscar Farinetti alla Tv, avevo voglia di abbracciare un Big Mac. Ad ammorbidire le mie posizioni pensieri spaventosi su calorie, colesterolo cattivo, grassi saturi e piombo fuso. Alla fine mi sono messa a cucinare uova al tonno. Che non saranno il massimo della vita, ma almeno hanno dato un senso alla serata.
Faccio congetture sulla banda larga come veicolo di una maggiore consapevolezza culinaria, ma diciamolo, il look delle uova ripiene abbisogna seriamente di Photoshop. La maionese resiste imperterrita, si può solo scegliere tra tonno sott’olio e tonno al naturale. Non era tanto emozionata dalla finale dei Mondiali di Holly e Benji.
Non mi arrendo, la redazione mi ha messo a disposizione il numero di Paolo Parisi, il cui nome, in questo mondo di gastrofanatici, è l’associazione più automatica alla parola uovo. Guarda caso ha mangiato uova tonnate il giorno prima, la nostra chiacchierata verte su un punto: non tonniamo la maionese ma l’uovo. Cotto barzotto, non sodo, per mantenere la cremosità senza aggiungere addensanti; tonno sotto’olio, una alicetta per avere una punta di acidità profonda, capperi dissalati, una spezia che profuma e una nota vegetale tenue, tipo foglia di menta o un po’ di timo. Niente maionese, manco un ricciolo: al massimo un filo d’olio per terminare il piatto. E qui mi emoziono: come alla prima parola da dieci lettere composta su Ruzzle.
La ricetta perfetta.
3 uova, una scatola di tonno all’olio extravergine d’oliva, 15 capperi sotto sale, un pezzetto di alice, sale, pepe. A piacere: semi di finocchio, timo, menta.
Metto un pentolino d’acqua a bollire e intanto tiro fuori le uova dal frigorifero. Non cambia il gusto ma il tempo di bollitura. Porto a ebollizione, lascio cadere dolcemente le uova nell’acqua badando che non si rompano. Faccio cuocere per cinque minuti, non oltre che hanno da essere barzotte, le faccio scolare e raffreddare. Siccome siamo vicini a Pasqua e si decorano le uova, disegno sulle mie. E no, non ho problemi di autismo.
Con grande fatica apro la scatoletta di tonno, faccio scolare in una ciotola. Lavo i capperi e li trito con un coltellaccio insieme al pezzetto di alice dissalata (ma potreste usare anche un’alice sott’olio). Verso tutto insieme al tonno, aggiusto di sale e pepe. Sguscio le uova e le taglio a metà, scavicchio il tuorlo rimasto morbido e lo unisco al composto di tonno e capperi. Aggiungo anche pochi semi di finocchio e se è troppo liquido un po’ di pangrattato.
Dispongo le mezze uova sul piatto, lascio cadere nel centro una quenelle di composto. Finisco con un goccio d’olio e – se proprio non resistete – una nota croccante tipo sale di Maldon o menta.
Così buone che al netto degli hipsterismi, se si può dire, ho sentito la mancanza dell’insalatina riccia. Sto invecchiando, lo so.
[ Crediti | Link: Il cuore in pentole, Magie in cucina]