Ci sono punti fermi nella vita di ogni ragazza, certezze che vanno conservate, cose di basilare saggezza femminile per cui non serve dimostrazione. Ad esempio: quanto sia indispensabile la granita doppia panna nell’estate romana una lo sa, o comunque le viene spiegato molto presto dalla madre.
Ma sto tergiversando: siccome sono io che devo fare la granita per “La ricetta perfetta”, ecco che mi dispongo con animo rassegnato e tuttavia leggero.
Corrado Assenza, i cui dolci creano assembramenti di ammiratori al Caffè Sicilia di Noto, Sicilia sud-orientale, dunque maestro pienamente titolato a parlare, mi dice di fare attenzione: granita non significa sorbetto.
Il ghiaccio dev’essere granulare, lo zucchero non eccessivo, la brioscia (sì, brioscia) d’accompagnamento non facoltativa. Su quest’ultima cosa mi dico ovviamente d’accordo, anche se la brioscia non rientra nella ricetta di oggi.
Granita non significa neanche grattachecca, la miscela d’acqua e caffè non può assumere le sembianze di un unico blocco di ghiaccio per giunta scipito, piuttosto annoiatevi davanti al freezer ma non congelate la granita per tre ore e morta lì.
Gli ingredienti sono pochi, approfittatene perché siano anche impeccabili: caffè in primis, vaniglia per profumare e panna fresca a profusione.
Da ultimo: gustare la granita comporta un preciso rituale: leggetevi “come mangiare una granita senza offendere gli dei” se non ci credete.
La ricetta perfetta.
250 ml caffè (quello della moka), 250 ml di acqua, 100 gr di zucchero semolato (ma anche di canna ci sta molto bene), un baccello di vaniglia, 250 ml di panna fresca da montare, zucchero a velo, cannella in polvere se volete.
L’attacco della ricetta è tra i migliori che si trovino in giro: fate un bel caffè, dal gusto deciso e dall’aroma intenso. Mentre si fredda quel tanto da non causare ustioni di terzo grado, metto lo zucchero semolato in un pentolino, insieme all’acqua e al baccello di vaniglia, poi accendo la fiamma. Mescolo e porto a bollore, quindi aspetto un minuto e spengo il fuoco: lo chiamano sciroppo.
A questo punto aggiungo il caffè salvato dalla bevuta compulsiva, mescolo e lascio raffreddare: il grosso è fatto.
Quando la miscela ha raggiunto temperatura ambiente, la trasferisco in un recipiente di vetro o acciaio che piazzo nel freezer. Mi rassegno a passare in casa le successive tre ore: ogni 30-40 minuti apro il freezer, mescolo la granita per impedire che i cristalli di zucchero siano troppo grandi e/o privi di caffè, quindi rimetto a congelare. La pazienza è la virtù dei golosi.
Quando so di essere vicina alla meta, sistemo anche la panna nel freezer per dieci minuti, quindi la monto con le fruste ben fredde e unisco lo zucchero a velo in un paio di volte: il setaccio è un ottimo alleato in questo caso.
Trasferisco la granita in un bicchiere, deposito sopra una gloriosa cucchiaiata di panna e mi scordo il mondo per i prossimi dieci minuti.
Manca la brioscia, se è per questo, manca pure una spiaggia siciliana.