La copertina di Time: perché non ci sono chef donne tra gli “dei del cibo”?

La copertina di Time: perché non ci sono chef donne tra gli “dei del cibo”?

Gli chef René Redzepi, David Chang e Alex Atala sono sulla copertina della rivista Time. Il loro faccione campeggia in Europa, Africa e Asia. Gli Stati Uniti se li risparmiano visto che hanno altro a cui pensare; tipo la politica interna.

Il titolo non lascia molto all’immaginazione e grida forte e chiaro: “Gli Dei del cibo: incontra coloro che influenzano cosa mangiamo, e come”. Non male, quando ti conquisti la copertina di Time conti quasi come Totti a Roma e Berlusconi nel Pdl.

[related_posts]

Nella lista dei magici 13 ci sono anche quattro donne influenti. D’impatto il rapporto tra i generi sembra meno tragico che in altre circostanze (ci si accontenta sempre di meno), peccato che nessuna di loro sia una chef.

Ci ritorniamo, ma prima ve li presentiamo, uno per uno, riadattando le schede del Time:

Andrea Petrini. Critico gastronomico e imprenditore, talent scout di giovani cuochi emergenti. Organizza eventi memorabili, che danno la possibilità a chef molto diversi tra loro di incontrarsi e influenzarsi a vicenda.

Yottam Ottolenghi e Sami Tamimi. Autori di libri di cucina: uno ebreo, l’altro arabo, sono emblema del diverso che si controbilancia. Culture che si mescolano in nome del cibo.

Sergio Nuñez de Arco. Imprenditore boliviano, ha portato alla ribalta la quinoa, elemento povero della cucina del suo Paese, ora fonte di ricchezza per il successo avuto negli Stati Uniti.

Amrita Patel. La prima donna della classifica. Colei che ha deciso di seguire con le proprie forze lo sviluppo dell’industria casearia indiana: la crescita del settore del latte cooperativo e della sua distribuzione, motore del progresso socio-economico di quel Paese.

Michael Pollan. “Mangiare cibo. Non troppo. Per lo più piante “. Le tre regole fondamentali del movimento alimentare sostenibile. Un guru, insomma.

Alex Atala, René Redzepi e David Chang. Tre dei più famosi chef del mondo, per non dire i migliori. Amici, sono il frutto della nuova generazione dell’alta cucina, più aperta e meno snob. Oddio meno snob…

Albert Adrià. È più di un eccellente chef: un mago della cucina, un innovatore in grado di cucire insieme ispirazione ed esecuzione. In modo naturale.

Wan Long. È il presidente della più grande azienda di lavorazione di carne cinese. Per soddisfare la domanda della Terra di Mezzo e per garantire sicurezza e qualità, sceglie e acquista la sua carne di maiale da Smithfield Foods, il maggiore produttore degli Stati Uniti.

Dan Barber. Filosofo delle piante, in poche parole.

Aida Batlle. Originaria di El Salvador, dea più che altro del caffè. Ci insegna a gustare quello buono e vero, molto diverso da quello istantaneo.

Vandana Shiva. Chi non è al corrente dei suoi discorsi contro gli Ogm, il cosiddetto “Franken-food”?

Ertharin Cousin. Capo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Più importante di così…

True World Foods. Forse il più grande fornitore di pesce crudo degli USA. Misteriosa la sua figura e i suoi collegamenti con alcune istituzioni religiose.

In sintesi, il Time impacchetta una serie di personaggi, alcuni abbastanza conformi alle aspettative, altri meno noti (specie dalle nostre parti).

Richiesti di una spiegazione, i giornalisti di Time riflettono la dura realtà del settore: fondamentalmente, il mondo della cucina è ancora una sorta di club per ragazzi. Un universo prettamente maschile. Non è una novità, ma abbiamo fatto l’errore di credere che qualcosa avesse iniziato a muoversi.

Ci sono ottime donne chef: Carme Ruscalleda, Elena Arzak, April Bloomfield, Anita Lo, Alice Waters. Senza citare le nostrane e agguerrite Viviana Varese, Nadia Santini, Cristina Bowerman.

Ma la rete delle donne chef non è ancora così forte come quella degli uomini. Una sorta di congregazione, ci lasciano intendere, quella maschile/maschilista, che risulta difficile spodestare.

Insomma il Time ci spiega che nessun tentativo di esclusione del mondo femminile è stato volontario: i nomi citati sono semplicemente quelli più conosciuti oggi nel mondo, quelli di cui si parla di più.

Sarà davvero così?

[Crediti | Link: Time, Eater]