In un periodo storico di inquietudine e incertezza, in cui la precarietà lavorativa, l’instabilità governativa e Masterchef ci inducono ad aggiornare i nostri sogni e metabolizzare la consapevolezza che tutto potrebbe andare peggio, Vanity Fair, proprio questa mattina, ci offre un’idea per un’innocente evasione in uno scampolo di vita perfetta all’interno delle mura domestiche della famiglia Cracco. Si, mie care, perché non vi sedete e prendete un tè caldo e ragionate con me su come diventare la compagna di uno chef famoso? Oggi non ho proprio niente di meglio da fare. Da una lettura attenta dell’intervista doppia che Carlo Cracco e la sua compagna Rosa Fanti hanno rilasciato a Vanity, si possono evincere poche, semplici ed efficaci regole di seduzione.
Innanzi tutto, sappiate che una donna e uno chef non possono essere amici: se per caso ricevete un messaggio anonimo (?) con scritto “piacere di averti conosciuto”, non si tratta di un innocente messaggio di ringraziamento del vostro nuovo gestore telefonico, ma dietro quell’abbordaggio improbabile e poco fantasioso potrebbe celarsi lo chef più mediatico, figo e incazzoso della Nazione.
La regola numero due è quella di avere sempre una piadina in frigorifero. Certo, voi che, a differenza di me e Rosa Fanti non siete romagnole, partite parecchio svantaggiate, ma una piadina precotta in frigorifero e una mozzarella sono da conservare meglio della verginità. Altrimenti non potrebbe replicarsi la scena di lui che per la prima volta a casa vostra apre il frigorifero, ci trova solo piadine e mozzarella e dice: “Da domani la spesa la faccio io, non toccherai mai più un fornello” mentre dentro di voi, finalmente, potrete pronunciare in silenzio la frase che avete sempre sognato: lo giuro davanti a Dio, non soffrirò mai più la fame (cit).
Certo, ad alcuni chef piace farsi fotografare nelle copertine delle riviste patinate avvinghiati a gnocche seminude in reggiseno, quindi preparatevi e rassodate i pettorali, ma d’altronde: nessuno è perfetto. Neanche lui che non era bello, era sposato, e mandava messaggi con il fuso orario dell’India (“Mi svegliavo ogni mattina alle sette per leggere il suo sms: me ne mandava sempre uno, quando rientrava dal ristorante alle due, per augurarmi la buona notte”), ed è convinto che “ogni tanto un po’ di culo non guasta”. E infine, fatevene una ragione: voi che avete cucinato tonnellate di scalogno, ingoiato ostriche, lessato aragoste e qualsiasi altro cibo ad alto concentrato di fighezza e afrodisiaticità avete sbagliato tutto.
Quando il vostro chef preparerà per voi un piccione con le patate e le castagne, lo capirete all’istante, e come Rosa Fanti affermerete: “L’ho assaggiato e lì ho capito: sono fritta!”.