Scelto il ristorante entrate, vi sedete e chiedete il menu, arriva, ma… cos’è questo? Più che un menu sembra il bugiardino dei farmaci che recita diligente la presenza dei 14 allergeni, cioè i nutrienti tipo solfiti, glutine, zucchero e lattosio che causano allergie o intolleranze alimentari nelle persone sensibili.
Scena due. Stesso ristorante, stavolta il menu è il solito. Ma chi è quel tizio compunto che affianca il cameriere mentre prende la vostra comanda? Si chiama “responsabile degli allergeni”, la sua mansione è snocciolare ai clienti le sostanze che potrebbero scatenare reazioni pericolose.
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I due scenari non sono il prodotto della nostra fantasia allucinata. E’ quel che succederà nei ristoranti (anche trattorie, mense, bar, pizzerie, pub, agriturismi, pasticcerie e panifici) dal 13 dicembre per effetto di una normativa europea che obbliga le aziende del settore alimentare, preconfezionato e non, a mettere per iscritto la presenza di allergeni.
Bene, bello, avremo finalmente trasparenza negli ingredienti e la salute cautelata, una buona notizia per tutti.
Se fosse così i ristoratori non sarebbero sul piede di guerra. Del resto, c’è da capirli, vi immaginate cosa significa rivedere una a una ogni portata del menu per scoprire se contiene gli allergeni elencati dalla Ue, e poi segnalarli in ogni piatto? Più che dei ristoratori dovrebbero essere dei chimici.
Non mettono in discussione il principio, ma i menu dei ristoranti cambiano di continuo, certi tipi di ristorazione prevedono l’uso di centinaia di materie prime o di ingredienti locali da alternare ogni stagione, adeguare continuamente le etichette evidenziando gli allergeni sembra una missione impossibile.
Ecco perché le associazioni di categoria (Fipe e Confcommercio) che quantificano i costi per gli esercenti in 50 milioni di euro, chiedono alla Politica (con tanto di hashtag #staiserenoallergene) un decreto urgente che consenta di comunicare la presenza di allergeni anche a voce, possibilità al momento non consentita in Italia.
Già, perché grazie ai soliti tempi italiani, i nostri esercenti sapranno soltanto dopodomani 28 novembre le indicazioni esatte che sono chiamati a dare, il modo in cui farlo e le sanzioni in caso di inosservanza.
Un situazione paradossale complicata dal lungo elenco di alimenti che l’Europa chiede di segnalare?
1. Cereali
2. Crostacei
3. Uova
4. Pesce
5. Arachidi
6. Soia
8. Frutta a guscio tipo mandorle, nocciole, noci, pistacchi
9. Sedano
10 Senape
11. Semi di sesamo
12. Anidride solforosa e solfiti
13. Lupini
14. Molluschi
Intendiamoci, il Regolamento richiesto della Ue è sacrosanto, lo dicono i dati ufficiali che parlano di milioni di allergici in Italia, ancor più intolleranti e almeno un milione e mezzo di celiaci conclamati. Tanto per essere chiari, metà di questi nonostante i farmaci e gli autoiniettori di adrenalina da portare sempre dietro, rischiano di morire per uno choc anafilattico, non è la prima volta che succede.
Ma già l’idea di presentare e avvilire una carbonara o un arancino come se fossero farmaci, e soprattutto l’incertezza di quello che aspetta gli esercenti, aumenta le vittime di una Politica distratta oltre ogni limite.
[Crediti | Link: Corriere, L’Arena.it]