Un orrendo esattore si è presentato nella vita privilegiata di Guido Martinetti, che al netto del ruolo di Jude Law de noantri, ha inseguito il sogno semplice e rivoluzionario di fare il gelato più buono del mondo fondando Grom, la catena di gelaterie da 400 dipendennti e 30 milioni di euro in 9 anni. Che ci sia riuscito è un altro paio di maniche. Ma la linea di finanziamento da 3,2 milioni di euro appena ottenuti da Sace, l’agenzia italiana del credito, per incrementare i 58 punti vendita in Italia e all’estero, dimostra che alla crescita di Grom credono in tanti.
Trentotto anni da predestinato e all’improvviso la malasorte gli picchietta la spalla, caccia il piede in mezzo alla porta del destino, e la tiene aperta senza essere stata nemmeno invitata. Nella notte tra venerdì e sabato scorso un incidente mortale segna l’inizio del controesodo. Sull’autostrada Torino-Savona, la Lancia Musa su cui viaggia Vincenzo Rappazzo, 65enne pensionato di Moncalieri, insieme alla moglie, si scontra con l’Audi di Guido Martinetti.
Le auto viaggiano in direzione di Torino e intorno all’una, superato il casello di Carmagnola, stanno percorrendo il lungo rettilineo che porta a Moncalieri, quando, causa urto violento, la Musa si ribalta nella scarpata a una ventina di metri dal punto dell’impatto. Poco più avanti l’Audi di Martinetti, distrutta. Dai primi rilievi si pensa a un tamponamento, ma per ora non sono state attribuite responsabilità. L’uomo al volante della Musa muore sul colpo, molto delicate anche le condizioni della moglie. Meno grave il quadro clinico del fondatore di Grom, che riporta un trauma toracico e addominale, ma i medici non hanno ancora sciolto la prognosi.
Una storia aziendale da capitano coraggioso, un esempio per chi vuole coniugare sostenibilità e lavoro. E molte soddisfazioni personali per Guido Martinetti, incluso il recente corteggiamento della politica. Prima a destra, con l’idea di Silvio Berlusconi: “sondaggiarlo” e candidarlo per il Pdl alle prossime elezioni. Poi a sinistra con la Cgil, che pochi giorni fa, nel rendere nota la firma del primo contratto integrativo per le gelaterie, ha scritto un vero peana a favore di Grom. Ecco un passaggio:
“L’azienda è orientata a privilegiare rapporti di lavoro a tempo indeterminato, limitando quindi il più possibile qualsisasi forma di precarietà”.
Anche molti pregiudizi, per la verità. Specie sulla qualità del gelato di Grom, criticato nel merito e anche per l’implacabile senso del giudizio con cui siamo soliti condannare al primo errore quelli che ce l’hanno fatta. Al giovane imprenditore il merito di essersi difeso senza spocchia, fastidi malcelati, condiscendenze infastidite, falsa educazione.
Dopo quell’intervento su Dissapore siamo stati costretti ad ammettere che ci era piaciuto e basta, senza scivoloni e inciampi. Auguriamo davvero a Guido Martinetti di rifarlo prima possibile.
[Crediti | Link: La Stampa, Dissapore, immagine: Radio DeeJay]