Da Lunedì 5 Ottobre arriva il nuovo Dissapore. Le tante novità mi hanno fatto pensare sulle prime a next.dissapore, una versione beta del nuovo sito, dove i lettori potessero vederle in anteprima. Complicato. Allora, per disorientarvi il meno possibile, ho pensato insieme agli sviluppatori a una road map in due passaggi. Da lunedì 5 troverete uno stuolo di contenuti nuovi consultabili ancora secondo le vostre abitudini di navigazione. Un modo per scoprirli e (noi qui ci contiamo tutti) apprezzarli: ci aiuterà molto conoscere le vostre opinioni e utilizzare i suggerimenti su cosa funziona e cosa invece andrebbe rivisto. Più avanti, diciamo verso metà settimana, arriverà il nuovo design che trasforma l’esperienza della lettura: nuovi colori, nuovi caratteri, nuova homepage, nuovo layout degli articoli, nuova rintracciabilità dei contenuti, design coerente per i dispositivi mobili. Inutile girarci intorno, non è un ritocco di facciata ma un restyling che rimodella il nostro modo di comunicare. Sono comunque convinto che vi piacerà. Ho mandato un memo a tutti i redattori per prepararli a questo secondo atto di Dissapore. Ma con i suoi potenti mezzi il Gambero Rosso lo ha intercettato. A questo punto lo condivido per intero con voi: Dissapore sta crescendo: 5 Ottobre 2015 Da 5 anni stiamo provando a cambiare il modo in cui si parla di cibo. Dire se ci stiamo riuscendo non spetta a noi, tuttavia nel percorso lungo e a volte avventuroso ci siamo tolti parecchie soddisfazioni. Ma il 5 Ottobre sarà un giorno nuovo, l’inizio del nostro secondo atto. Lasciatemi ricordare il motivo per cui nel 2009 ho avviato Dissapore. All’epoca lavoravo al Gambero Rosso e ogni volta mi sorprendeva la differenza tra gli articoli pubblicati sulla rivista e i racconti che ne facevano gli autori dopo la pubblicazione. La versione raccontata davanti a una buona birra era molto più interessante. Magari rischiosa da pubblicare e poco incline allo stile patinato della rivista. Ma molto più vera. Tanto da spingere i giornalisti a chiedersi l’un altro: “Insomma, come stanno davvero le cose?”. Pensateci un momento: è una domanda potente. E’ l’essenza di ogni notizia. Ecco, forse il ruolo principale svolto in questi anni da Dissapore tra i media gastronomici è stato quello di andare oltre le apparenze, di smitizzare i luoghi comuni. Abbiamo il vantaggio di essere indipendenti, possiamo scrivere cose che gli altri non possono o non vogliono scrivere. Anche oggi che Netaddiction, uno dei principali editori digitali italiani, è entrato nella compagine societaria per assicurare al progetto basi più solide la missione di Dissapore resta la stessa: essere accanitamente onesto. Il mio amico Andrea Pucci, editore di Netaddiction, sa che questa è l’essenza delle fortune che abbiamo raccolto finora, e non intende interferire sulla nostra indipendenza editoriale. Cosa cambia allora dal 5 Ottobre? – Cambia il sito (in realtà cambia qualche giorno dopo). Le novità sono molte: nella struttura, nei colori, nella semplicità di navigazione, nella versione per i dispositivi mobili. Un tentativo di non appiattirsi sulle solite soluzioni, di mostrare la nostra personalità confermando la vocazione all’innovazione. L’offerta delle notizie è ora divisa in blocchi orizzontali, ciascuno riservato alle ossessioni nostre e dei lettori – ristoranti, ricette, città gourmet, eventi, gallerie multimediali. Liberi dalla prigionia della sequenza tradizionale diventiamo più flessibili e più utili a chi vuole cercare le informazioni. – Cambiano gli autori. Alcuni dei nostri autori sono oggi nomi affermati dell’editoria gastronomica non solo digitale, del resto scoprire e coltivare talenti è sempre stato essenziale per Dissapore. Preparatevi a una campagna acquisti massiccia che espanderà come mai la costellazione delle nostre voci. Ai nuovi auguro sin d’ora di diventare nomi familiari per i lettori, mentre stiamo preparando blog interni al sito per le firme più conosciute. – Cambia la quantità di informazioni. Ci apprestiamo a produrre più notizie, articoli, approfondimenti, liste, elzeviri, immagini e video di quanto abbiamo mai fatto. Un flusso giornaliero continuo che farà somigliare il nuovo Dissapore a un quotidiano di informazione gastronomica, prodotto che di fatto manca nella scena italiana, vivacizzato dal nostro inimitabile mix di notizie, approfondimenti, scandali, intrattenimento e ironia. – Cambia soprattutto il modo di raccontare. Dissapore ha avuto la fortuna di essere nel 2009, il primo tra i media gastronomici digitali a sancire il passaggio dal blog a una struttura editoriale più articolata, quella della web-magazine tematica a più autori ma con un tone of voice univoco e subito riconoscibile. Formula seguita con alterne fortune da editori vecchi e nuovi, non necessariamente di settore viste le fortune mediatiche che la buona tavola riscuote in Italia. Come si può leggere su “La vita è bella ma non ci vivrei” edizioni Bur Rizzoli, “In Italia, Giallo Zafferano e Dissapore hanno più visite di YouPorn e SexTube, e anche lì, nei commenti a video del tipo ‘Casalinga in cucina presa da stallone nero’ la gente se la cucina è Berloni o Scavolini”. Oggi Domus, Condé Nast, Il Sole 24Ore e Giunti hanno un sito dedicato alla gastronomia, il Gambero Rosso è finalmente tornato in forma. Crescono anche siti come Agrodolce che rappresentano la nostra nemesi —contenuti superficiali e pratiche Seo spinte— mentre il sito di cucina del Corriere si è ingloriosamente messo a clonare BuzzFeed. Poi ci sono i nuovi editori specializzati: Il Fatto Alimentare, Intravino, Scatti di Gusto, Luciano Pignataro, Puntarella Rossa,Passione Gourmet. Alla fine il rischio di somigliarsi tutti sino a diventare indistinguibili è forte, se la nostra vocazione dev’essere imprimere cambi di marcia, bene, è il momento di farlo. Oggi la fregola per il cibo, la cucina e il gusto ha oltrepassato la sfera, già ampia, che le è stata propria a lungo, invadendo ogni altra dimensione della nostra esistenza. Una mania collettiva che prende tutti, non solo gli addetti ai lavori, e alimenta il bisogno di sapere, conoscere, trovare fonti autorevoli che sappiamo spiegare. Spiegare le parole indigeste, le nuove tecniche, le mode contagiose, le notizie. Il nuovo Dissapore proverà a mettere ordine nell’informazione gastronomica spiegando le notizie in modo comprensibile. Per usare una metafora familiare: cercheremo di rendere commestibili le notizie che dovrebbero comporre una sana dieta mediatica. E’ il sistema di siti americani che non si occupano di cucina quali The Vox, The Upshot, FiveThirtyEight, capaci di spostare i lettori dalla curiosità alla comprensione. Siamo pronti per il prossimo rilancio, in bocca al lupo a tutti: Dissapore sta crescendo.