Contrariamente alla sua presunta calendarizzazione, il gelato non ha stagione. E non è programmato per conoscere crisi: è un’istituzione così autorevole e coccolata che se ne sottovalutano diversificazioni, mutazioni e evoluzioni. Ma sotterraneamente avvengono eccome.
Facile a dirsi, difficile a categorizzarsi. Proviamo a prendere in esame il 2013 e analizziamo lo stato d’arte del nostro dolce più amato.
Il gusto.
A riprova che noi italiani amiamo fare gli innovativi, ma poi ci rifugiamo sempre nei gusti che ci danno sicurezza, questo è stato l’anno del Pistacchio: il gusto che ha trainato l’estate, sostenuto dalle vittorie nei concorsi più importanti che hanno dato modi ai gelatieri di sbizzarrirsi sul tema. Penso a Francesco Mastroianni che al Gelato World Tour di Roma ha sfoggiato Brontolo (gelato al pistacchio variegato) e Mauro Crivellaro che alla Mostra del Gelato di Longarone (BL) si è imposto con con 50 sfumature di verde (con ricotta e pistacchi).
Il gelatiere.
Il 2013 è stato l’anno di un impresa epica: Marco Radicioni, ex giovane promessa del gelato capitolino è riuscito con il suo Otaleg a scalzare dal cuore dei gastrofanatici sua maestà Di Pomponio di Neve di Latte. Ex perchè ormai Marco è una star, come vi abbiamo documentato al Taste of Roma 2013.
Il gelataio.
Categoria che d’ufficio si aggiudica da tempo indicibile il Brad Pitt di Torino, il bel Guido Martinetti, che il gelato non lo farà mica (a parte in tv dalla clerici..) ma che come lo vende (e si vende lui) non lo fa nessuno. Da gustarsi a piccole dosi l’exploit melenso condito da ardite metafore da Amici, ospite di Maria De Filippi. Brutta fine d’anno però, causa le voci su un possibile divorzio (o comunque divergenze di intenti) con il sodale Federico Grom.
Il gelato giovane è donna.
Inaspettatamente si è tinto di rosa il podio della classifiche dei migliori e più talentuosi gelatieri under 35 d’Italia. Il premio Carlo Pozzi, è andato a Ilaria Scarselli di Fucecchio seguita da Laura Colombelli Bolis della Provincia di Bergamo e Barbara Better, dalla Provincia di Cremona. Noi però dal mazzo tiriamo fuori un altro giovane nome, quello della gelatiera ‘giusta’ di Milano: Vittoria Bortolazzo.
Il gelato più costoso.
Qui il premio va solo al marketing. Parliamo ovviamente del Des+Ice da 500mila euro creato quest’estate – ovviamente a Porto Cervo – dall’Atelier del Gelato Muntoni. Facile da realizzare: basta aggiungere ad una gelato a base di champagne millesimato e caviale, un completo di collana e orecchini preziosi.
La fregatura.
Ricorrente come l’aumento del prezzo della benzina prima delle vacanze d’estate, quest’anno la palma per la fregatura più salata a base di gelato ai danni di turisti stranieri in viaggio in Italia, se l’aggiudicata Roma con 16 euro a cono al bar Antica Roma a pochi passi da Piazza di Spagna.
L’ingrediente new entry.
Se nel 2012 aveva spopolato la fava di Tonka, usata per aromatizzare il gelato al posto della bacca di vaniglia, quest’anno è stata la zucca, utilizzata per preparare gelati e sorbetti, a comparire in moltissime vetrine e bacheche facebook dei negozi più rinomati.
Gli italiani lo fanno a New York.
Stiamo espatriando per garantire la nostra arte a tutti. Nella Grande mela, la fiorentina Vivoli è ospite con un corner all’interno del ristorante Stella dei grandi magazzini Macy’s. A Brooklyn spadroneggia l’Albero dei Gelati.
Il libro.
Se nel 2012 Grom, storie di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori è stato un vero e proprio caso editoriale, nel 2013 non si registra praticamente nulla con grandi tirature (e sì, il libro di Bonini, Carapina, l’abbiamo considerato…) . Ci tocca così guardare fuori dai nostri confini, con Amorino, Trésors Glacés, la raccolta della storia e di 75 ricette della celeberrima catena italo-francese sbarcata da noi con tre negozi dislocati a Milano e Verona.
L’idea di marketing.
Ho visto code in centro a Milano inimmaginabili. Per cosa? Il Magnum Pleasure store, il negozio temporaneo aperto da Algida (e ormai chiuso) a pochi passi dai mitici panzerotti di Luini. Parola chiave: customizzazione. Risultato: ampiamente deludente.
L’altra idea di marketing.
Il nuovo trend è quello della riscoperta dei carrettini gelato per servirlo in ogni dove. Al netto delle difficoltà burocratiche e di legislazione sanitaria, la trovata più d’impatto è stata quella della filiale torinese della catena di gelaterie Rivareno che ha issato la sua Ape customizzata nella “stupenda cornice” della Reggia di Venaria.
Il marketing mortifero.
L’apertura de La Macelleria a Bologna, nuova gelateria sorta nei locali (e mantenendo anche gli arredi…) di una macelleria del capoluogo felsineo e che ha ‘ballato’ solo il volgere di un’estate. Più correttamente sarebbe da dire la trovata di marketing che ha attecchito di meno nel nostro Paese: infatti non si tratta di una chiusura, ma semplicemente di un trasloco del format nientemeno che in Australia…
Il Festival.
Defunto il mitico Sherbeth Festival di Cefalù, per problemi finanziari, il 2013 è stato l’anno della moltiplicazione delle manifestazioni legate al gelato. Orvieto, Pesaro, Santarcangelo di Romagna, Milano, Napoli, Torino, Roma, dovunque! Su tutti ha tenuto botta Il Festival del Gelato Artigianale di Agugliano che grazie alla caparbietà del direttore Paolo Brunelli ha alzato il livello qualitativo dell’offerta.
La classifica, modestamente.
Guide, sondaggi e consigli a go-go, ma, permetteteci di dirvelo, la classifica dell’anno è stata quella che vi abbiamo regalato noi di Dissapore con le migliori 50 gelaterie d’Italia urbi et orbi.