Eravamo tanto presi dalle sorti di quelle f-word così credibilmente assestate da Gordon Ramsay alla tv, tanto “acquolinanti” sui piatti italiani di Mario Batali, uno che può permettersi la griffe sulle Crocs (ho detto tutto), che non ci eravamo resi conto di quanto il cortocircuito culinario ingrassasse oltre ai palinsesti anche gli chef. La rivista Forbes ci ha fatto smaltire l’obnubilamento con una delle classifiche che piazza con ragioneristica regolarità.
I 10 chef che guadagnano di più (sottotitolo: NonsoloIbra).
1: Gordon Ramsay, scozzese, infiniti programmi tv da Hell’s Kitchen a The F Word. Wikipedia lo accredita dell’apertura di 32 ristoranti disseminati per il mondo. Per Forbes dal 31 maggio 2011 allo stesso giorno del 2012 ha guadagnato 38 milioni di dollari.
2: Rachael Ray, americana, rotondetta ma carina, tre programmi di cucina su Food Network, il canale culinario più visto del mondo, una compratissima serie di libri sulla cucina veloce e la rivista Everyday with Rachel Ray. 25 milioni di $ in un anno.
3: Wolfgang Puck, il secondo austriaco più famoso di Los Angeles dopo l’ex giovernatore Schwarzenegger, il suo nome è legato al successo del ristorante Spago aperto nel 1982 e ai numerosi libri di cucina. Oggi gestisce 20 ristoranti. 20 milioni di $ in un anno.
4: Paula Deen, americana, è proprietaria di un ristorante a Savannah in Georgia ma è soprattutto uno dei volti Tv più popolari degli Stati Uniti. Al suo attivo anche una rivista molto diffusa, Cooking with Paula Deen. 17 milioni di $ in un anno.
5: Mario Batali, americano, di evidenti origini italiane ha iniziato come lavapiatti. Le cose hanno iniziato a girare con Babbo, ristorante italiano aperto a New York insieme a Joe Bastianich, conosciuto in Italia per Masterchef. Oggi è coproprietario di molti ristoranti, anche di Eataly New York, scrive libri di cucina e prezzemola ossessivamente in Tv. 13 milioni di $ in un anno.
6: Alain Ducasse, francese naturalizzato monegasco per comprensibili ragioni di tasse. E’ a capo del gruppo che porta il suo nome: 20 ristoranti, tanti libri di cucina, 1400 impiegati. 2 milioni di $ in un anno.
7: Todd English, un ristorante di grande successo, Olives a Boston, e un seguitissimo programmma di cucina in Tv: Food Trip with Todd English. 11 milioni di $ in un anno.
8: Nobu Matsuhisa, giapponese, nel 1993 in società con Robert De Niro ha aperto il primo Nobu a New York, poi replicato in altre 32 città tra cui Milano. 10 millioni di $ in un anno.
9: Bobby Flay, americano, proprietario di 12 ristoranti. Uno dei volti noti di Food Network, più che un canale tv il Paris Saint-Germain dei cuochi. 9 milioni di $ in un anno.
10: Guy Fieri, americano, in assoluto il volto più noto di Food Network, gestisce 5 ristoranti negli Stati Uniti. 8 milioni di $ in un anno.
Il tratto comune agli chef della topten di Forbes, quello che nel compianto “Giochi senza frontiere” si chiamava fil rouge è uno: non si diventa ricchi con un solo ristorante. Troppo sottili i margini, oggi per fare soldi veri ci vogliono la Tv, le riviste, persino il merchandising.
Capitolo assenze vistose. Manca Jamie Oliver, da The Naked Chef in poi il piacione di molte Tv planetarie, nonché proprietario della catena Jamie’s Italian, che nel suo piccolo, comunque, mette insieme 29 ristoranti. E mancano gli chef italiani, il cui livello di medialità è ancora modesto.
Possiamo sempre giocare a candidarne qualcuno per la classifica di Forbes del prossimo anno. Io dico Carlo Cracco. Sulla sponda romana potrei suggerire Antonello Colonna. O ancora, il meno noto Nino Graziano, partito da Palermo e ormai al diciasettesimo ristorante in Russia. E voi?
[Crediti | Link: Forbes, immagine: Eater]