Anno 2015: cala il consumo di carne degli italiani. Un tempo sarebbe stata una pessima notizia, mangiare carne era considerato indice di benessere economico. Oggi, crisi a parte, le abitudini sono cambiate.
Ne mangiamo meno per via di un sentimento diffuso (un po’ esagerato) che considera la carne un alimento poco sano e dannoso per l’ambiente, allo stesso tempo aumenta la sensibilità per la dieta vegetariana e vegana.
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Bene, letto e incamerato tutto ciò, ora dimenticatelo. Cambiamo scenario, nelle prossime righe troverete godimento, vojeurismo da costata con l’osso, un approccio da carnivori consapevoli che non comprerebbero mai bistecconi siringati negli allevamenti intensivi.
Gaudenti senza sensi di colpa che anche in vacanza privilegiano i venerabili luoghi della lombata, ovvero i più incredibili ristoranti di carne del mondo.
(Consiglio per costoro: guardate Steak (R)evolution, disponibile in esclusiva VOD (on demand) su Infinity Tv e su Mediaset Premium. Parla non di bistecche qualsiasi, ma piuttosto della miglior bistecca del pianeta, o almeno del viaggio alla sua ricerca).
1. Beefsteak Kawamura – Tokyo (Giappone)
Non di soli sashimi e uramaki ci si sazia nel paese del Sol Levante.
In questo ristorante consacrato al culto della carne wagyu è il manzo Kobe a deliziare il palato: l’alto contenuto di grassi che dona un aspetto quasi marmorizzato alla carne, conferisce allo stesso tempo sapore e consistenza unici.
Tuttavia la qualità va pagata, in questo caso circa 130 euro per una porzione da 120 grammi.
2. La Maison de l’Aubrac – Parigi (Francia)
Nei paraggi degli Champs-Élysées una steakhouse sempre strapiena e nell’opinione generale (anche dei mosti turisti che l’affollano) la migliore di Francia. Qui si mangia carne di vacca Aubrac, razza pregiata della Francia centro-meridionale.
Oltre alle classiche preparazioni come roastbeef e costate, nel menu troverete tartare e carpacci sotto la voce “I nostri punti forti”.
Aperto 24 ore su 24, ampia la carta dei vini, prezzi tutto sommato contenuti.
3. El Capricho – Leon (Spagna)
Chef e fattore allo stesso tempo, José Gordon alleva i suoi capi per un tempo insolitamente lungo (cinque anni), lento anche l’invecchiamento della carne per esaltarne il sapore: almeno 90 giorni.
Gli amanti degli insaccati aprano le orecchie: da provare assolutamente la Cecina de Leon (protetta dal marchio IGP), ottenuta dall’affumicatura delle parti posteriori del manzo e solitamente servita a fettine sottilissime.
Chi di voi a settembre si troverà a Londra faccia un salto al Meatopia festival, è prevista l’esposizione del Capricho in trasferta.
4. La Cabaña Las Lilas – Buenos Aires (Argentina)
A la Cabaña Las Lilas capirete il motivo per cui gli argentini sono considerati dei veri maestri nella cottura alla brace. Nel più famoso ristorante di carne del Paese si serve carne (sia Wagyu che Kobe) di manzi allevati direttamente nel ranch dei proprietari.
Se le costate di manzo e il controfiletto sono le specialità della casa, il piatto di maiale cucinato con cipolline in riduzione d’arancia è costantemente tra i più richiesti del menu.
5. Gibson’s steakhouse – Chicago (USA)
A dispetto Peter Luger, steackhouse newyorkese aperta a Brooklyn’s Williamsburg nel lontano 1887, Gibson ha guadagnato sul campo il titolo di miglior steakhouse americana.
Qui l’appetito per la carne si placa con tagli tradizionali come il controfiletto, la mitica T-bone e le braciole di agnello, ma sono in tanti a cimentarsi con portate insolite tipo le costolette servite con salsa di rafano.
Nel menu di Gibson carne di manzo alimentato esclusivamente a mais, e invecchiata sino a 120 giorni.
6. Moishes – Montreal (Canada)
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Stavolta siamo in Canada, a Montreal, in un ristorante leggendario aperto nel 1938 da Moishe Lighter, un emigrato rumeno innamorato della carne, celebre anche per l’inesausta frequentazione di vip a vario titolo, soprattutto attori come Penelope Cruz e Robert de Niro.
Il menu è così ampio, inclusa una sezione light, da rendere la scelta complicata eppure il kebab marinato resta il piatto simbolo del locale, molto richiesta anche le animelle grigliate.
7. La Cabrera – Buenos Aires (Argentina)
Ritorniamo a Buenos Aires per conoscere il sancta sanctorum della carne di manzo, La Cabrera, proveniente da capi allevati con approccio in stile “slow” e presente nel menu in ben 24 tagli diversi.
Gli stessi ristoratori mettono in guardia i clienti dalle dimensioni proverbiali delle porzioni, tanto generose da sfamare almeno due persone. Un esempio per tutti: le salsicce alla creola.
Vista la popolarità del locale se non prenotate dovrete sorbirvi una lunga fila.
8. Relais de L’entrecote – Ginevra (Svizzera)
A Parigi ce ne sono tre, questo invece è lo spinoff svizzero del celebre, tipico e un po’ turistico le Relais de l’Entrecote. Vera specialità della casa sono filetto e controfiletto sormontati da una montagna di patate fritte che ne fanno la migliore steak-frites di Ginevra.
Pittoresca uniforme nera con grembiule bianco per il numeroso personale e menu affisso all’entrata scritto a mano che cambia ogni giorno.
9. Hawksmoor – Londra (Regno Unito)
Un classico londinese con ben sette filiali nel Regno Unito, tempio della carne di 4 razze bovine autoctone: Aberdeen Angus, Shorthorn, Hereford e Guernsey.
Pochi i tagli presenti del menu ma di qualità assoluta, del resto è questa la filosofia della mini catena di steakhouse. Vanno a nozze invece gli amanti delle salse: sugo di midollo, salsa al pepe nero e salsa alle acciughe olandesi tra quelle sempre disponibili.
Prezzi non eccessivi per Londra: circa 25 euro per 350 grammi di manzo giovane.
10. Aragawa – Tokyo (Giappone)
Nel menu dell’eminente ristorante giapponese soltanto carne di razza Tajima, i cui capi vengono allevati in proprio per oltre due anni. Scelta molto apprezzata a giudicare dalla longevità del locale, ormai prossimo al traguardo dei cinquant’anni.
Menu che cambia sovente, anche una volta al mese, ambiente in apparenza semplice che può creare qualche fraintendimento: una cena robusta arriva a superare i duecento euro.
11. CUT at the Dorchester Hotel – Londra (Regno Unito)
“Costola” (è il caso di scriverlo) del Los Angeles Beverly Wiltshire Hotel, la filiale londinese si distingue per il livello sopraffino delle costosi carni Wagyu, provenienti dagli allevamenti giapponesi più pregiati.
Ambiente classico, carta dei vini veramente completa e servizio impeccabile rendono la permanenza al Dorchester Hotel un’esperienza unica.
Per i social-addicted: è possibile prenotare un tavolo per la cena direttamente dal vostro smartphone.
12. Antica Osteria Nandone – Scarperia e San Piero (Italia)
Profumo di casa, ci troviamo infatti in provincia di Firenze, come conferma la classica ambientazione da trattoria toscana: tovaglie a quadri, tavoloni e sedie in legno, pareti tappezzate di foto.
La carne viene cotta in un barbecue spettacolare sovrastato dal tetto in legno che serve da espositore per l’ampia selezione di vini toscani.
Gli habitué conoscono il rituale: Nandone serve l’autoproclamata “bistecca più grande del mondo”, un impressionante taglio di carne formato famiglia cotto in diretta per la gioia di ogni sbranatore di fiorentine.
13. Solociccia/Dario Cecchini – Panzano in Chianti (FI)
Dario Cecchini è il leggendario toscanaccio pervaso dal demone febbrile della carne, cui Bill Buford, scrittore e giornalista del New Yorker, ha prima fatto da sguattero per poi raccontarlo in un meraviglioso bestseller, Calore.
Si divide tra le sue 4 attività, ognuna a un tiro di schioppo dall’altra e tutte sublimi trappole per turisti, specie se americani.
Non mi caverete una parola su come declama Dante, ma sappiate che è famoso anche per questo. Oltre che per i due menu di SoloCiccia (da 30 o 50 euro) dove compaiono, oltre alla fiorentina e altri tagli, piatti tipici toscani come la mischianza di fagioli e ceci.
[Crediti | link e immagini: Telegraph]