Basta, è arrivato il momento. La crisi morde e serve una moratoria sui prezzi dei prodotti senza glutine.
Dev’esserselo detto Marina Pellizzari, celiaca e giovane madre di un bimbo celiaco, prima di pubblicare sul sito Change.org un appello indirizzato al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Con la richiesta che i 100 euro di contributo mensile destinato dallo stato ai celiaci possa essere speso anche nei supermercati, oltre che in farmacia, dove i prodotti costano una follia.
” Quando ti viene diagnosticata la celiachia hai la possibilità di avere un “buono” mensile per acquistare i prodotti senza glutine. Questo buono è di circa 100 euro e può essere speso quasi solo in farmacia, ma i prezzi dei prodotti glutenfree soprattutto in farmacia sono esorbitanti! Perchè un kg di farina senza glutine, che non è altro che farina composta da un mix di farina di riso, farina di mais e amido di mais deve costare sui 7€? “.
Non si può dire che la petizione sia passata inosservata.
In poche ore ha raccolto 12mila firme, e negli ultimi giorni è rimbalzata di quotidiano in quotidiano.
Clamore mediatico una volta tanto comprensibile, dal momento che un italiano su 100 è celiaco, anche se solo 135mila sono diagnosticati. Ognuno di loro riceve il già citato contributo statale, ma il costo proibitivo dei prodotti gluten free costringe le Regioni, in qualche caso, a integrarlo. L’Aic (Associazione Italiana per la Celiachia) fa l’esempio di dodici prodotti “tipo” (pane, pasta, farinacei, prodotti da pasticceria prodotti pronti surgelati): il prezzo di quelli cum glutine è intorno ai 25 euro, mentre per quelli sine glutine si va dai 40 ai 60 euro.
Quasi chiunque, senza essere il ministro Lorenzin, può rendersi conto che qualcosa non va.
Nelle farmacie i prezzi rasentano l’incredibile mentre al supermercato sono più umani. Ma le Regioni che autorizzano la spesa del contributo statale nei supermercati sono pochissime, e come dimostra il successo della petizione di Marina Pellizzari, i celiaci si sentono poco tutelati (senza contare i problemi legati al mangiare fuori casa).
C’e’ poi il regolamento comunitario con cui a giugno il Parlamento Europeo ha escluso i celiaci dai gruppi di consumatori con esigenze nutrizionali da salvaguardare. Motivo? Una presunta ma sospetta epidemia di celiaci. La dieta senza glutine, spinta da testimonial famosi (Gwyneth Paltrow, sto parlando con te) che ne sbandierano i benefici, fa ormai tendenza.
Celiachia, intolleranza, allergia. Contributo sì, contributo no, contributo adeguato al reddito, come proposto dal sito Celiachiamo. Andrebbe fatta chiarezza, e alla discussione dovrebbero partecipare per primi i non celiaci.