Ci siamo. Ancora due giorni e parte il Vinitaly. Verona sarà invasa da turisti, operatori, professionisti del vino, detrattori con argomenti, detrattori con posa (quelli che sbuffano in qualunque circostanza e vorresti vedere in miniera), bevitori seriali e occasionali. E da qualcuno che puntualmente scambia l’occasione per sbornie moleste e riprovevoli.
Come se non bastasse, parallelamente al Vinitaly ci sono i ViniVeri di Cerea e a Villa Favorita andrà di scena Vinnatur. Ma il vino naturale o artigianale o contadino o meglio, senza interventi invasivi in vigna e in cantina, va di scena anche al Vinitaly, nell’area a tema Vivit, alla sua terza edizione.
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Io seguirò tutte le manifestazioni, ma sono stoicismi a cui si arriva negli anni e non sono esattamente salutari. Per chi non è frequentatore abituale suggeriamo alcune strategie:
1. Usare il Vinitaly 2014 per capire cos’è il grande vino.
Ovvero assaggiate quelle bottiglie e quei produttori mitici, dotati di aurea quasi minacciosa. A volte è giustificata, altre volte meno, ma l’importante è buttarsi. Scegliete quello che non assaggiate mai perché costa troppo o non ritenete “culturalmente” alla propria portata. Insomma mollate ogni autocensura e provate, il resto sono chiacchiere inutili.
Vi serve qualche nome? I grandi Barolo di Conterno, Rinaldi, Mascarello e Massolino, il Gattinara di Travaglini, il Brunello di Biondi Santi e di Poggio di Sotto, il Granato di Foradori, il Cannonau di Montisci, il Verdicchio Riserva di Bucci, il Fiano di Pietracupa, il Fiorduva di Marisa Cuomo, la Malvasia di Podversic.
2. Usare il Vinitaly 2014 per scoprire piccole realtà di grande interesse.
Se non siete dei wine geek provetti esistono intere regioni italiane di cui non avete mai assaggiato un vino. Molto male.
Le più sottovalutate, rispetto a superficie e popolarità, sono la Valle d’Aosta – terra ricchissima di bianchi e rossi dal carattere ben definito – la Liguria e la Basilicata. Ma anche la Calabria, dove è in corso un’eccellente rivalutazione dei vitigni autoctoni, anche se al Vinitaly mancano alcuni dei produttori più interessanti. Tipo gran parte di questi.
3. Usare il Vinitaly 2014 per farsi un’idea del vino naturale, o come lo volete chiamare.
Che scegliate il Vivit (davvero ottimo quest’anno) o le fiere parallele, ce n’è per tutti. Impossibile fare una cernita esaustiva ma qualche nome da non perdere lo tiriamo giù: San Fereolo, Foradori, Filippi, Arpepe, Emidio Pepe, Tenute Dettori, Zidarich, A Vita, La Distesa, La Stoppa, Barraco, Radikon, Occhipinti, Carussin, Skerk.
Volete andare allo sbaraglio ma senza rischi: la Francia! Bando ai nazionalismi: anche sul naturale ci stanno davanti. Di parecchio.
4. Usare il Vinitaly 2014 per scoprire l’altro mondo (non Francia o Germania).
Qui non so molto come aiutarvi. Io lo scopro a tozzi e bocconi da anni in modo disorganico e non trovando mai cose che mi entusiasmano. Sudafrica, Nuova Zelanda e California non sono mediamente nel mio cuore, la Georgia è la culla originaria del vino ma non mi conquista.
Tutt’altra storia per la Slovenia che amo indefessamente.
5. Usare il Vinitaly 2014 per imparare a sputare. Sì, sputare.
È tra gli atti più respingenti dell’evoluzione umana, insieme a tutto il campionario del degustatore doc. Ma se volete salvarvi la giornata e provare più cose non c’è rimedio diverso.
Altrimenti il miscuglio tra vini e acidità diverse non tarderà a farvi pagare il conto.
6. Usare il Vinitaly 2014 per mangiare.
[Chiudiamo con il consiglio della mamma] Trovate sempre il tempo di rifocillarvi. Le fiere stancano più di quanto si creda. Che sputiate o meno quello che assaggiate un po’ di alcool entra sempre in circolo e sarebbe buona abitudine non lasciarlo in solitudine.
Occasioni per piccoli assaggi le troverete ovunque, ma se volete fare un sano e conviviale break Verona fa al caso vostro.
Dove? Ve l’abbiamo già detto.
[Crediti | Link: Scatti di Gusto, Dissapore. Immagine di copertina: Enocentrica]