Come nella migliore tradizione delle città turistiche italiane, anche Firenze ha la sua miriade di gelaterie artigianali che spaziano da “invisibili” a quelle segnalate dalla nuova Bibbia gourmet (la guida Lonely Planet, per intenderci). Urge, anche in questo caso (dopo Bologna, Roma e Torino) un punto della situazione riaggiornato.
Il format ormai lo conoscete: anche per la città di Firenze abbiamo selezionato due indirizzi al top, altri due sopravvalutati e infine due emergenti del gelato ai quali fareste bene a dare un’opportunità. Per dovere di cronaca, dobbiamo dirvi che non troverete in questa lista Carapina e Badiani, già citati nella classifica delle gelaterie più sopravvalutate d’Italia.
2 GELATERIE AL TOP
Gelateria della Passera, Via Toscanella 15
Cinzia Otri, oltre ad esserne la titolare, è anche l’anima di questa piccola bottega della cosmopolita e incantevole piazza della Passera, dove si sperimentano sempre nuovi abbinamenti di gusto.
Fu uno scherzo del destino, e galeotta fu una canna fumaria murata in un locale inizialmente pensato come cucina dell’attiguo bar, a obbligarla ad aprire quella gelateria che allora non era nei progetti, ma che subito è diventata per lei un grande e appassionato amore.
Lo si capisce dai gusti che ogni giorno Cinzia crea con rinnovata fantasia. Potrete così scegliere, tra gli altri a rotazione, ciliegie e Porto, sorbetto di nespole, vari tipi di infusi e decotti di erbe, sesamo, cioccolato all’arancia e molti altri di una lista che non finisce mai.
Vivoli , Via dell’Isola delle Stinche 7
Il tempo passa, Vivoli resta. Salvo eccezioni, l’offerta gastronomica di Firenze è classicheggiante, di quel classico che la gente cerca quando arriva in Toscana.
E questa è anche la cifra di Vivoli che non fa altro che riproporre, giorno dopo giorno, quel gelato che l’ha fatto conoscere in tutto il mondo, tanto da aver avuto la possibilità di varcare l’oceano e stabilirsi a New York con un corner dentro Macy’s.
Si parte da un dato di fatto: il gelato alla Crema di Vivoli è il gelato alla crema più buono di Firenze, ecco ora lo abbiamo detto.
Servito esclusivamente in coppe al tavolo o coppette da asporto (criticate dai più per le dimensioni e i relativi prezzi) perchè qui di coni non c’è neanche l’ombra.
Offerta classica, ma con qualche timida apertura alla modernità. Lo scorso anno, in collaborazione con la Macelleria Falorni, sono nati i gelati alla finocchiona (e fico), al pecorino (e miele) e al prosciutto (e melone). Sempre, ovviamente all’insegna della più verace toscanità.
2 GELATERIE SOPRAVVALUTATE
La Carraia, Piazza N. Sauro 25
Ai piedi del ponte Vecchio, ma sull’Oltrarno, il lato opposto a quello del centro turistico cittadino, la Carraia è da tempo considerata una delle gelaterie imperdibili nel capoluogo toscano. Merito sicuramente della posizione, che va ad incontrare il favore di turisti e locali, ma anche di un gelato che nei primi anni ’90 (all’epoca dell’apertura) era davvero ai vertici.
Nel frattempo, le gelaterie con questo marchio sono diventate due e quest’anno si è pure registrato lo sbarco in Arabia Saudita (!) a Jeddah.
Oggi che però il gelato gourmet ha rimescolato le carte in tavola, con liste ingredienti sempre più pulite e gelati meno dolci e artefatti, quello de La Carraia sembra rimasto un po’ al palo, con cioccolati fondenti dai toni nero (che più nero non si può, forse troppo) e gusti per alcuni ormai dolci oltre la sopportazione.
Gelateria Dei Neri, Via dei Neri 9/11
Molto popolare a Firenze, tanto da essere citata nella Lonely Planet (sarà anche perché si trova a due passi da Piazza della Signoria?). La bibbia dei viaggiatori, bisogna dirlo, soprattutto nelle città turistiche indirizza molto fortune e sfortune dei locali segnalati, e questa gelateria non fa eccezione.
“Non è fighetta come Grom, ma la freschezza dei gusti emoziona” racconta in soldoni la popolare guida, citando come gusto must-to-order il ricotta e fichi.
Un bancone con tanti gusti, la maggioranza dei quali puntano al classico, con alcune variazioni più moderne (gorgonzola, rosa, caramello al sale), ma con risultati decisamente altalenanti.
Ci sono indubbiamente alcune buone proposte, ma altre lo sono meno, come ad esempio la classica menta (gelato e granita) che qui è ancora di un bel verde (troppo verde, vi dice qualcosa?) come il pompelmo molto rosa, o il fondente, con il colore troppo nero da classico semilavorato per gelateria.
Locale rinnovato con nuova location dirimpetto alla precedente del 2014.
2 GELATERIE EMERGENTI
Marco Ottaviano, Via Palmieri 34
Un solo anno per imporsi nell’affollato mercato del gelato fiorentino e scalare la classifica di Tripadvisor.
Non che quest’ultimo riconoscimento sia indice assoluto di qualità (che Dio ce ne scampi), ma in questo caso fotografa perfettamente l’impatto di Marco Ottaviano sulla città e i palati di autoctoni e non solo da quando ha aperto i battenti.
Merito dell’ottima location (arco di San Pierino, di fronte all’arcinota macelleria Falorni, tra Sant’ambrogio e Santa Croce) e dei gusti iconici da provare: su tutti il caffè bianco e la Crema del Duca. Gelateria emergente partita subito con un grande sprint, da verificare sulla distanza.
Rimaniamo sintonizzati.
La Sorbettiera, Piazza Torquato Tasso 11
16 gusti: non uno di più nè uno di meno per quella che definire “un buco” di gelateria non vuole certo essere un’offesa, ma l’esatta descrizione della struttura di questo locale.
La vetrina col bancone a pozzetti si apre direttamente su piazza Torquato Tasso (con in verità a disposizione un piccolo dehor antistante dove sedersi), ai margini ma non distante dal giro turistico più affollato, tanto che anche di qui è passata la Lonely Planet a rendere omaggio come meta top-gourmet cittadina.
Alla Sorbettiera si viene per trovare gusti “puliti” di frutta, realizzati rigorosamente con frutta fresca di stagione, ma poi si incontrano anche gusti classici e un paio di specialità della casa come il catrame (sigh, fondente al 75%!) , il limone e salvia, il chai te o l’addormentasuocera, che già dal nome riconcilia con la famosa verve toscana.
Tradizione gelatiera dal 1934, ma emergente perchè ristrutturato da poco e affidato a mani giovani.