L’apertura in via Amendola a Torino del primo cat-cafè italiano, un locale dove bere un cappuccino, pranzare e coccolare un micio ci ha fatto ricordare con malinconia i pomeriggi minacciati dalla visita alla dolcissima zia, single, con i peli sul mento, i grembiuli floreali e tanti gatti ovunque: appesi alle pareti, in porcellana biscuit adagiati sui mobili, vagabondanti per casa con una perenne aria di superiorità.
Imbellettati dai nostri genitori finivamo per ritrovarci a prendere una tazza di tè con lei. Mentre la cara parente, dagli occhiachialetti perenemmente abbassati sul naso, ci pizzicava le guance, un pingue gatto si accoccolava sulle nostre gambe, incurante del fatto che con i suoi graziosi artigli ci stava sciupando il vestito della festa.
La nostra amabile zitella non immaginava certo che avrebbe fatto moda. Infatti i nostalgici potranno presto rivivere l’atmosfera di quei bei giorni andati al MiaGola Café, il cui concept riprende quello della visita all’adorata zia Clotilde con un’impronta tipicamente felina.
In questo locale cappuccino e brioche saranno serviti accompagnati da un’attenta selezione di gatti. No, malfidati, non siamo in un locale vicentino, ma come detto a Torino, “Cittá dei salotti” per antonomasia, che ora include anche quello di zia Clotilde.
L’appuntamento per signorine nubili, accarezzatori di gatti seriali e affilatori professionisti di unghie é per domani, sabato 22 marzo, nella stessa sede in cui, a metà degli anni 80, aprì il primo fast food della città. Altri tempi e altre mode, e così anche in Italia inizia la tendenza dei “Neko Cafè”, partita da Taiwan e che in breve tempo ha sedotto e conquistato numerose città europee.
Andrea Levine, la proprietaria, assicura che i gatti non saranno l’unica specialità del locale, ma verranno servite anche prelibatezze piemontesi e di luoghi lontani, tutto rigorosamente in stile vegan.
Bere un tè in compagnia di un gatto sembrerebbe avere un effetto rilassate, le vibrazioni delle fusa, infatti, «rallentano il ritmo cardiaco, fanno bene all’artrite, guariscono dai reumatismi, abbassano la pressione» e, forse, aggiungo io, renderanno più corposa la schiuma del cappuccino.
Sarà. Forse accarezzare un gatto può veramente essere una pausa dallo stress, forse é tutto marketing. Forse i nostri genitori ci portavano dalla zia già consapevoli dell’effetto terapeutico di questa visita, forse troveremo un pelo nel nostro caffè senza sapere se dare la colpa al gatto o al cameriere.
Gli interrogativi sono tanti, ma la domanda principale resta una: chi di voi ci andrà?
[Crediti | Link: La Stampa, immagini: Repubblica Torino]