Pensieri gastroconsolatori per la fine delle vacanze

Pensieri gastroconsolatori per la fine delle vacanze

Sono una donna adulta.  E poi amo la mia città, Milano, e quando sono via mi mancano gli amici. E sono una privilegiata, perché mi piace il mio lavoro. Eppure, per me la fine delle vacanze non è diventata più semplice da quando, tornando in città da bambina, scoppiavo puntualmente in lacrime dopo aver lasciato la casa della nonna nella campagna emiliana, dove trascorrevo l’ultima parte dell’estate. A quel punto mia madre frugava in valigia, ne estraeva un dolcetto e me lo porgeva dicendo con tenerezza: “Oh, tesoro, non essere triste. Mangia questo”.

Funzionava.

E allora ci ho provato di nuovo. Ecco qui una lista dei miei pensieri consolatori per la fine delle vacanze: cose belle ovvero buone da aspettare nei prossimi mesi. Sentitevi liberi di fare delle aggiunte.

  • Invitare a cena gli amici, nel menu i souvenir gastronomici delle vacanze: domani è il mio compleanno, ovvero il mio giorno preferito (sono 25 da alcuni anni, e sì, certo che ce l’ho una wishlist su Amazon, che pensiero gentile!). Lo trascorrerò come sempre invitando gli amici a cena. L’anno scorso sono tornata dalla Francia portando magnum di Champagne e ostriche in quantità. Anche quest’anno torno da lì, ma reco boccioni da 3 litri di rosé sfuso della Loira e cipolle rosa di Roscoff, in Bretagna. Ehi, c’è la crisi!
  • Controllare cosa c’è di nuovo in città: mentre noi siamo in vacanza, i montatori di video viral con le luci stroboscopiche che espongono al rischio di attacchi epilettici lavorano instancabili. Guardate qui: il 17 settembre aprirà Pisacco, ovvero il ristorante/bar in cui ha messo lo zampino anche Andrea Berton, ex Trussardi alla Scala. Voglio essere la prima ad andarci, ho già pronto il mio responso: “Ho mangiato alcune cose molto buone e altre così così, ma del resto hanno appena aperto, è evidente che hanno bisogno di rodaggio” (che – vi rivelo un segreto – è l’unica recensione approvata dalla comunità dei giornalisti/blogger in caso di nuova apertura. La parte complicata è che ci devi comunque andare subito).
  • Immaginare un’altra piccola fuga golosa: Ho già puntato gli occhi su un weekend a Bruxelles per la Cotta Pubblica di Cantillon, birrificio culto che prima era indie ma – cattive notizie – se ci sono arrivata anche io vuol dire che è diventato mainstream.
  • Aspettare l’autunno e i primi freddi: in autunno si mangiano alcune delle cose più buone di tutto l’anno: le castagne, le zucche, i funghi e – quando è avvicinabile – il tartufo. Finalmente si può tornare a vegliare sul risotto, di fianco al tepore dei fornelli.

E, mentre si cucina, aprire una bella bottiglia di vino rosso, come lo Gevrey-Chambertin che ho acquistato con il budget destinato al mio champagne di compleanno. Scusate, amici.

[ Crediti | Immagine: Panorama]