L’anticonformismo shabby-chic degli chef con ciuffi e tatuaggi che cucinano dal fioraio del piccolo centro di Vico Equense, nella boutique oppure all’edicola. Il contagioso “extended play” del divertimento sul lungomare di Marina d’Aequa a Seiano, con 300 e passa tra cuochi, pasticceri e pizzaioli coinvolti. Le ragionevoli donazioni minime di 15 euro alle Onlus che partecipano all’evento. Volendo, di pezze d’appoggio per partire subito destinazione Festa a Vico, edizione numero 11 della tre giorni gourmet che Gennaro Esposito, chef della Torre del Saracino organizza dal 7 al 9 Giugno a Vico Equense, ce n’è in quantità.
Il problema è che trovandosi in un Bengodi simile si tende a sviluppare una preoccupante tendenza all’acquisto compulsivo: di cene, gelati, pizze e il souvenir gastronomico, siamo seri, in quel meraviglioso pezzo di mondo si può rinunciare al souvenir gastronomico?
Ecco a cosa serve questa guida: dare benzina super a chi cerca posti per mangiare, bere, comprare e divertirsi alla Festa a Vico.
1. BIKINI
Del Bikini colpisce l’espressione rapita assunta dai residenti mentre godendo del panorama pregustano gli imminenti attimi di peccato. E se lo fanno loro. Dalle mie parti in spiaggia si mangia piadina, bene che vada, il curioso lido gourmet del quale parliamo serve carpaccio di manzo con emulsione di cetriolo e senape con chips di provolone. Così, per dire.
E per i cultori del ragù napoletano che ha pippiato a lungo c’è il barattolino griffato Riccardo Scarselli, maestro di accoglienza e di sugo, nonché storico gestore del Bikini.
2. OASI SALTIMBOCCA
Se a Coney Island si va da Nathan perché ha inventato l’hot dog, a Vico si rende omaggio al sigor Baldino, che nel 1975 si è inventato il saltimbocca e lo ha brevettato. Trattasi di un panino cotto nel forno a legna e farcito, nella versione originale con fiordilatte e prosciutto San Daniele.
Oggi al forno in Via Luigi Serio il saltimbocca si fa con tutto, dolce o salato che sia. Prova sovrumana: stazionare davanti al banco delle leccornie e andarsene senza aver comprato niente.
3. CREMERIA GABRIELE
Ci sono formaggi e latticini. Anche i salumi del posto. Dolciumi quanti ne volete. Ma i puristi di Dissapore sarebbero capaci di saltarvi alla giugulare se alla Cremeria Gabriele non vi concentrate sul gelato.
Perché ridendo e scherzando siete nella migliore gelateria del Sud Italia con gusti dal sapore amabile, consigliato su tutti il limone della costiera ma anche ricotta e fichi non scherza. La brioche, Gesù, stavo dimenticando la brioche. Ecco, adesso siete pronti per lo struscio in Corso Umberto I.
4. PIZZA A METRO
Vico terra di inventori: Luigi Dell’Amura, in arte Gigino, inventò negli anni Trenta la pizza al metro. L’idea ha avuto per così dire un certo successo, se non ché oggi quel luogo, sobriamente ribattezzato Università della Pizza, è una specie di fabbrica con catena di montaggio a vista per rendere tollerabile l’attesa della pizza, peraltro mai eccessiva.
C’è anche il mega ristorante, non proprio d’atmosfera, con una serie di fritti misti sconfinata e altrettanti piatti di pasta. Chi ha l’ossessione dei carboidrati giri al largo.
5. LA TRADIZIONE
Per minimizzare i rischi di un’impresa faticosa nelle conversazioni chic si dice che “perdersi tra le curve della costiera alla ricerca di souvenir gastronomici è bellissimo”. Va bene girare, vedere e conoscere ma “La Tradizione” gioca un ruolo chiave per chi vuole trovare riunita sotto lo stesso tetto una sterminata compilation di Campania Felix a tavola.
C’è tutto. C’è veramente tutto. Di penitenziale però nulla, pertanto preparatevi, il godimento degli occhi scatena la corsa alla carta di credito come poco altro.
6. LA CONCA
Da Vico Equense a Meta di Sorrento ci sono 15 minuti in auto, buona parte con scorci magici sulla costiera. La Conca è il classico ristorante che i mensili di viaggi descrivono come “mollemente adagiato sulla spiaggia”. Altro posto di cui vantarsi con i nipotini. Nel caso non vi risulti chiaro che la specialità della casa è il pesce, i murales dedicati ai tonni intorno ai tavoli rappresentano il più enorme promemoria mai visto.
Come cadete cadete in piedi, ma andarvene senza aver provato gli spaghetti agli agrumi, o con le alici di Cetara, o con le vongole vi procurerà rimorsi indicibili. Segnate anche il semifreddo alle noci e nocillo.
Allontanatevi da Vico Equense giusto qualche minuto e siete arrivati a Sorrento. Dalle non occasionali maioliche de L’Antica Trattoria (nel senso che a Sorrento maioliche dappertutto) apprenderete come il locale che condivide la piazza con la poderosa cattedrale scodelli una felicissima interpretazione della cucina campana dal 1930, nientemeno.
Tra limoni, ferro battuto, cornucopie di fiori e decorazioni il menu degustazione viaggia dai 44 agli 80 euro, ci sono persino proposte vegane e senza glutine.
8. FARO DI CAPO D'ORSO
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Le intermittenti astensioni dai ristoranti stellati hanno vita breve da queste parti. Non si va a Vico senza allungare di 40 chilometri sino a Maiori per una cena al Faro di Capo d’Orso, magari previa sosta dal pasticcere superstar Sal De Riso.
Nella peggiore delle ipotesi si gode dello strepitoso panorama attraverso il pavimento di cristallo. Ma nel ristorante che la guida Michelin ha pensato bene di insignire della stella non si pratica certo la restrizione calorica, garantisce uno chef bravissimo e sottovalutato come Pierfranco Ferrara, maestro di cucina mediterranea e sapori campani. Si spendono in media 90 € a testa.
[foto crediti: le pagine facebook dei posti citati, foto di copertina TheReflex Man su Flick]