Alla mia personale decima volta a Expo ho un bottino piuttosto misero: le mia sporta conta un sacco di volantini inutili, un ventaglio di cartoncino con stampata una fetta d’anguria che mi hanno regalato, un vasetto minuscolo di zafferano dall’Afghanistan e un album che racconta la storia della Corea del Nord su francobolli.
Questo per dire che ho concesso poco spazio all’opportunità di portarmi a casa gadget da gourmet internazionali. Sarà che i souvenir gastronomici “li prendo prima di uscire”, sarà che “fa caldo”, ma non ho fatto il mio dovere da pazza per la spesa versione Expo 2015.
A rimediare ci pensa Valerio M. Visintin, cavaliere mascherato nonché critico gastronomico, insieme a Rosarita Crisafi, che dalle pagine (di carta) del Corriere (o meglio di Vivi Milano) ci fanno trovare la pappa pronta consigliandoci cosa da comprare a zonzo per padiglioni.
Una sorta di giro del mondo da mangiare che potrebbe riempire le vostre dispense e farvi ripensare ai fasti di Expo anche quando tutto sarà finito. E noi, dei consigli dell’esperto ci fidiamo (anche perché si narra che vi sia entrato il primo giorno, a Expo, e non ne sia mai più riuscito a uscire).
SPAGNA
Caviale di olio – costa 29 euro, ma amici dello chef sistem non potrete esimervi: il caviale di olio d’oliva che trovate in vasetto nel Padiglione della Spagna porta la firma delle firme: quella di Ferran Adrià.
OLANDA
Formaggi per gente coraggiosa – Immaginate l’infinita declinazione del formaggio Gouda in stile nonsense: lo trovate ai gusti pesto, pesto rosso, cocco, peperoncino, asparagi. E quando vi ricapita una simile zozzeria? (8 euro l’uno).
POLONIA
Sidro alle mele – Va bene, non è proprio una bevanda esotica e sconosciuta, ma c’è poco altro nello shop polacco oltre a funghi sott’olio e confetture di mela. Costa 7 euro la bottiglia.
THAILANDIA
Non solo patatine – Volendo potete portarvi a casa dei kit per realizzare un pasto thai a casa, a base di quei preparati non proprio confortanti in stile instant noodle del supermarket. Ma potete anche comprare le chips alternative di taro, e snack a base di piselli e broccoli (2,20 euro).
CILE
Chi sa cos’è il maqui? – E’ un mirtillo che cresce in Patagonia e con proprietà antiossidanti (dicono) miracolose. Ecco: una bottiglietta di succo di maqui costa 5 euro, ma se fa il miracolo che fate? State lì a contare gli spicci?
ECUADOR
Guayusa e olio di avocado – La prima è una bevanda della tradizione andina energizzante che in Italia difficilmente troverete fuori dai confini dell’Esposizione. E anche l’olio di avocado, da amante del genere, mi intriga assai.
PALESTINA
Freekeh – Qui abbiamo l’olio d’oliva e la crema al sesema, of course, ma abbiamo anche curiosità decisamente meno conosciute come il freekeh, un frumento acerbo raccolto e poi tostato. Dicono si possa sostituire al riso.
ARGENTINA
Dolci a base di dulce de leche – Visto che i quarti di manzo da Expo non potete portarveli a casa (ma li potete assaggiare in loco), al negozio di specialità del padiglione Argentina si possono acquistare gli alfajores, biscotti farciti con dulce de leche (15 euro).
COLOMBIA
Fichi sciroppati – Avete mai visto i fichi sotto sciroppo? Ecco, qui potete comprarli e farvi fighi a casa con gli amici (14 euro). Ci sono anche delle chips di platano al limone. Volete altro?
MESSICO
Jalapenos e chiles serranos – Olimpo delle piccantezze, dallo shop all’interno del padiglione Messico potete portarvi a casa i mitici jalapenos (6 euro) e i chiles serranos da gustare crudi, cotti, fritti o arrosto: l’importante è che abbiate un bel bicchierone d’acqua pronto.
UNGHERIA
Cannoli express – Chincaglieria a parte, dallo spazio ungherese potete portarvi a casa un souvenir realizzato al momento: sono i kürt skalàcs, dei cannoli di pasta sfoglia cotti al momento su uno spiedo cilindrico. Da scegliere tra alla mandorla, al cioccolato, alla cannella (7 euro).
INDIA
Basmati per intenditori – Nel cluster riso trovate una miriade di opportunità se siete amanti del genere. Qui trovate anche le versioni gastrofighette del basmati, come la tipologia Royal invecchiata due anni (10 euro al chilo).
GHANA
Nutella autoctona – Opportunità a tempo limitato per cultori della crema spalmabile al cacao e nocciola. La “Nutella” africana costa 8 euro, ma il cioccolato del Ghana è pur sempre uno dei più pregiati al mondo, no?
SENEGAL
Baobab in tutte le salse – Essendo albero sacro in Senegal (non per niente è nel Cluster zone aride), del baobab non si butta via niente. Potete acquistarlo disidratato, in succo o in polvere (10 euro). Poi pensate voi a come usarlo, che io non ne ho idea.
COREA DEL NORD
Ginseng a profusione – Una volta arrivati al cluster isole, non perdete una visita a questo angolino fuori dal mondo. E se non trovate nemmeno un gadget idolatra, allora dedicatevi al ginseng, o meglio al condimento al ginseng da mettere nei piatti (10 euro).
BIELORUSSIA
Aringhe farcite – Se il loro succo di betulla è una delle bevande più hipster di tutta Expo, per soddisfazioni più corpose ci dicono di portarci a casa con soli 4,50 euro le aringhe sott’olio e farcite in diversi modi e gusti.
MALAYSIA
Paté impronunciabile – Il galanga è una radice che somiglia a quella dello zenzero, e in Malaysia ci ricavano (tra le altre cose) anche un paté che il Corriere consiglia. Ma siamo sicuri? Ho un po’ di paura.
EGITTO
Semola tipica – All’interno del cluster Biomediterraneo, c’è anche modo di comprare qualche chicca tipica dell’Egitto. Oltre a lenticchie, fave e frutta secca, c’è anche la chorba d’orge, la semola d’orzo con cui si prepara la tradizionale zuppa. Basta trovare la ricetta.
RUANDA
Cosa se non il caffè? – Se ne raccontano meraviglie. Mezzo chilo di caffè del Ruanda costa 15 euro, se riusite a trovarlo nel monolocale all’interno del Cluster caffè.
REPUBBLICA DI COREA
Chips di alghe e riso – tutto quello che si vende allo shop non vi farà provare senso di colpa. Piccoli prezzi per poche calorie: soli 2 euro per una confezione di seaweed crisp, le “patatine” di alghe e riso.
ITALIA
Salame messinese – E’ una IGP, viene da Messina, e in particolare da Sant’Angelo di Brolo. Produzione limitata e alta gamma per il salame che costa 8,80 euro al pezzo.
Formaggi bio – C’è la casiotta pavese e il Casera, c’è l’Asiago e anche la robiola di capra: tutto rigorosamente biologico. Prezzi da 13 a 30 euro al chilo.
Pesto e tartufo – nello stand Urbani ci sono tartufi in tutte le forme. C’è anche un sugo pronto al pesto e tartufo a 10 eurini.
Aceto balsamico (quello vero) – Ai piedi di Palazzo Italia, nel negozio di chincaglierie, si trova anche l’aceto Balsamico di Modena tradizionale (prezzi a salire fino agli 83 euro per 10 cl).
Pane di tumminia – Nella Sicilian Bakery davanti al Cluster Biomediterraneo si vende un pane siciliano particolare, ottenuto da farina tumminia (semola macinata a pietra): 10 euro al chilo.
Qualcosa non vi convince? Volete conoscere i retroscena del ginseng coreano? Volete sincerarvi che l’uomo mascherato esista davvero? Niente panico: ogni mercoledì alle 18 a Casa Corriere Valerio M. Visintin raccolta la sua Expo. Non vi farà da personal shopper, questo è certo, ma almeno qualche rotta alternativa al Decumano saprà consigliarvela.
[Crediti | Corriere della Sera, link: Dissapore, immagini: stile di gusto, Expo, bing, naturalmia, greenme, sushibird, visitmodena]