A Expo 2015 faccio cose e vedo gente, sempre che me lo facciano fare. Ho studiato, sono pronta, sono carica, mi sono anche munita di caricatore portatile per smartphone, per non perdermi nulla e per poter postare foto all’impazzata, ma non sono sicura che ce la farò.
Sì, perché manca pochissimo all’inaugurazione di Expo 2015 e ancora non ho ricevuto il mio pass stampa.
La pachidermia macchina “accrediti” preposta forse prenderà servizio il primo maggio, dopo aver brindato con le bollicine e aver assaltato il buffet solo per selezionati. [related_posts]
Da settimane, in silenziosa e pacata attesa, sto aspettando che qualcuno si faccia vivo, perché spero di poter raccontare un pezzettino di Expo anch’io, ma tutto tace. (Per chi stesse già gridando improperi creativi contro la Kasta di cui faccio parte, si dia pace: ho il mio biglietto acquistato, ma forse mi capiterà di andarci più di una sola volta e il vero scandalo è il silenzio stampa dell’ufficio stampa.)
Per dimostrarvi che sono pronta alla scampagnata milanese, vi dedico questo gigantesco post su tutto quello che ancora non avete capito-chiesto-letto-sentito su Expo 2015.
LE BASI
(se avete già fatto i compiti, passate al paragrafo successivo)
— Sito
— Mappa
— Biglietti
— Dove: nel polo creato tra Rho e Pero (Via Sempione, Rho)
— Quando: 1 maggio / 31 ottobre – tutti i giorni dalle 10 alle 23
— Cosa: “Nutrire il pianeta: energia per la vita”
— Chi: 53 padiglioni di nazioni, 9 cluster tematici, 1 padiglione fuori dall’area alla Triennale di Milano, 12 spazi “diversi”. In totale 145 Paesi partecipanti.
— Come: Per chi arriva in macchina, gli allarmisti consigliano di prenotare il parcheggio on-line. Per tutti gli arrivi con altri mezzi ecco le info tecniche.
LE COSE DA SAPERE
(per sostenere una conversazione con gente mediamente informata)
– La forma di Expo ricorderà quella di un pesce, nel centro la lisca dorsale è formata da una lunga via (1500 metri) che si chiama Decumano, intersecata dal Cardo (350 metri).
– I cluster sono dei padiglioni che racchiudono diverse nazioni, accomunate dalla vicinanza geografica in alcuni casi o anche da quella tematica).
– Foody è il nome dell’inquietante mascotte di Expo Milano 2015 che è personaggio tanto commestibile quanto indigesto, ma in effetti poche volte le mascotte sono davvero simpatiche.
– Quello che si vede dall’autostrada o dalla tangenziale (attualmente ancora circondato da elementi di “lavoro in corso”) è l’Albero della Vita, una struttura alta 35 metri di legno e acciaio.
– Ogni venerdì, all’ombra della riproduzione della Madonnina del Duomo di Milano di 4 metri placcata oro, verrà distribuito il pane gratuitamente (ma a chi? Ai visitatori e a chi ne ha bisogno. Ma quindi, bisognerà pagare il biglietto? Appena mi arriva l’accredito ve lo faccio sapere.)
– Sì, ci saranno anche i food truck, in particolare nel padiglione degli Stati Uniti.
– La Santa Sede ha il suo padiglione che si ispira alle parole di Matteo ““Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Si parlerà di cultura dello spreco, e di cibo non come semplice impulso, ma di cibo come nutrimento anche spirituale.
– Sì, si potranno assaggiare la carne di coccodrillo e gli insetti, ma anche il maialino sardo (grazie alle deroghe speciali sull’export durante i 6 mesi di Expo).
– I biglietti ci sono per tutti i gusti: giornaliero (data aperta a 39 euro o data fissa a 34 euro), carnet 2/3 giorni, stagionale (per tutti i 6 mesi), pacchetti famiglia, solo entrata serale (dalle 19 a 5 euro).
LE COSE DA SAPERE
(per essere quello che ne sa più degli altri)
– Oltre ai padiglioni dedicati alle nazioni e i cluster, ci saranno degli spazi dedicati ai bambini, alla gente che vuole riposare, parlare, ascoltare, capire. Insomma, più che gli altri, in questi padiglioni si daranno il cambio una miriade pressoché infinita di eventi, conferenze, concerti, spettacoli, lectio magistralis (ad esempio quella di Umberto Eco il 28 giugno).
Musica, teatro, danza, esposizioni: tra Expo Centre, Conference Centre, Lake Arena, Auditorium questi sono i veri spazi magmatici da scoprire solo vivendo: per ora restano nebulosi spazi del “faccio cose, vedo gente”.
Di certo c’è che (a pagamento) tra metà maggio e fine agosto si potrà assistere al nuovo spettacolo (pensato per l’occasione) del Cirque du Soleil.
– Lo spazio dedicato a Slow Food pare essere molto suggestivo, quasi mistico, quasi sacro. Saranno gli ulivi piantati nell’area, sarà che sorge sulla Collina Mediterranea che domina dall’alto il resto di Expo. La struttura sarà composta da materiale completamente riciclabile, ci sarà l’orto, e poi ci saranno aree tematiche sul vino e sul formaggio.
Per chi ama i gadget, sappiate che con 8 euro potrete degustare 4 tipi di formaggi (10 euro con un bicchiere di vino) e portarvi a casa un piatto di legno e un bicchiere.
– All’interno di Expo si potrà fare la spesa. Nel Future Food District (lo spazio pensato in collaborazione con Coop) si farà la spesa del futuro in un supermercato 2.0 dove il personale al lavoro saranno dei robot. E’ qui che si potranno acquistare gli snack a base di insetti, ma anche tantissime alghe.
Se acquistate qualcosa di davvero futuristico e non sapete come affrontarlo in cucina, ci saranno anche degli chef che vi aiuteranno a cucinarlo sul momento o vi spiegheranno come farlo a casa. Insomma, questo è il classico spazio dove ci si potrebbe perdere mezza giornata, sempre che non siate in polemica con Coop.
– La Cascina Triulza è l’unico spazio già esistente, ben prima di Expo e anche dell’idea di Expo Milano 2015. Ristrutturata di tutto punto per l’occasione, ospiterà le istituzioni, quelle che “non possono non esserci”, come la Caritas, l’Onu, l’Unione Europea, Caricom. L’hanno definita “gli stati generali delle organizzazioni no-profit” (con WWF, Actionaid, Save the children ecc.)
– Il Padiglione Zero, all’ingresso principale dell’esposizione, in 10 mila metri quadrati di spazio introduce al resto della visita, con un percorso tematico sulla storia del cibo, un archivio della memoria (gastronomica) e un albero secolare che uscirà persino dal tetto.
LE COSE DA SAPERE
(sui padiglioni e il cibo del mondo)
Abbiamo detto che i padiglioni interamente dedicati alle nazioni sono 53, ma all’interno dei “grappoli” trovano spazio (limitato) tanti altri Paesi. Analizzando uno per uno i padiglioni, ho capito che:
– ogni nazione ha un proprio tema, e non vale molto ripetere la lezione, perché le tematiche hanno titoli come “Terra di speranza, cibo per la vita” (Cina), oppure “Naturalmente sostenibile” (Colombia). Insomma, sono slogan che andrebbero analizzati con la giusta calma, esattamente come farete voi durante la vostra visita ragionata.
Per iniziare a farvi un’idea date un’occhiata qui e cominciate a frustrarvi pensando che o ci piantate una tenda, oppure non riuscirete a vedere tutto.
– in tutti padiglioni, con formule diverse (stellate, simil snob o take away) si può mangiare. L’opportunità è unica, nel senso che proprio non si ripeterà più, almeno a lungo, di trovare cibo dell’Angola, del Canada e degli Emirati (se ve lo state domandando, la risposta è palma da dattero).
Dubito che in una sola giornata (ma anche in più di una) si possa provare tutto, ma bisognerebbe davvero provarci.
– tra i partecipanti ci sono diversi Paesi in guerra, che vivranno 6 mesi di convivenza forzata col nemico. Ci saranno le due Coree, posizionate agli antipodi: Pyongyang ha allestito uno spazio per raccontare la storia del ginseng. Ma ci saranno anche Iran e Stati Uniti posizionati uno di fronte all’altro (terapia d’urto?).
Lo spazio dedicato alla Birra Moretti starà nel bel mezzo di aeree islamiche (quindi no-alcol) come il Marocco e il Quatar. Invece non ci saranno né l’Ucraina né la Nigeria.
– date una ripassata alla cartina del mondo: tra i partecipanti ci sono quei nomi esotici che non si sanno ben posizionare sul mappamondo, tipo Sao Tomè e Principe (isola al largo della costa occidentale dell’Africa), Guinea Bissau (Africa occidentale, con una miriade di piccole isole: non a caso qui si parla di frutti di mare, ma anche di agricoltura della savana).
– il concerto di inaugurazione di Expo Milano 2015 (la sera del 30 aprile) sarà di Andrea Bocelli. Giusto per non smentirci e regalare al mondo esattamente quello che vuole da noi.
– i cluster sono: riso, cacao e cioccolato, caffè, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-Mediterraneo (Albania, Algeria, Egitto, Grecia, Libano, Malta, Montenegro, San Marino, Serbia, Tunisia), isole mare e cibo (Capo Verde, Comore, Comunità caraibica, Guinea Bissau, Madagascar, Maldive), zone aride (Eritrea, Gibuti, Mauritania, Mali, Palestina, Senegal, Somalia, Giordania).
Direi che per ora ci siamo, seguiranno altre info sul Padiglione Italia, che merita di essere “sezionato” a parte. Ora che ho fatto il compito a casa, mi aspetto di ricevere notizie dall’ufficio stampa di Expo Milano 2015. Almeno spero, ma non ci conto troppo.
[Crediti | Link: Dissapore, Expo 2015, immagini: Corriere della Sera]