Settimana da record per EXPO 2015: 1.243.701 di visitatori con un picco la domenica di 272.785 visitatori, la miglior domenica di sempre. Tra caldo estivo e “rimandite”, l’estate di EXPO non è stata eccezionale per numero di visitatori ma sembra che l’autunno stia facendo recuperare la manifestazione, con buona pace dei catastrofisti. E’ tempo quindi di fare bilanci ma di porsi anche una domanda: “Che ne sarà di EXPO dopo EXPO?”
Il commissario unico Giuseppe Sala durante l’incontro ‘Expo dopo Expo’, organizzato per delineare il da farsi dopo la chiusura dei cancelli il 31 ottobre, fa sapere che dovremo prima di tutto dire addio all’albero della vita. Bello è bello per carità, ma dove spostarlo in città? Costi troppo alti e, ci sentiamo di dire in questa sede, dubbia utilità.
“Mi piacerebbe che Expo potesse rimanere aperto – aggiunge Sala – sarebbe l’unica volta nella storia, ma il tema vero riguarda i Paesi. Tutti i Paesi smantelleranno i loro padiglioni, hanno già i contratti col personale che lo farà. Sarebbe veramente un peccato però buttare giù il Padiglione Zero, onestamente. E’ il mio preferito, l’ho già detto il primo giorno, e bisogna trovare una soluzione”.
Quindi la maggior parte dei padiglioni verrà smantellata ma, cosa fare degli altri?
La soluzione proposta da Sala è quella di creare, all’interno dei padiglioni, una cittadella universitaria: “Continuo a pensare che l’idea della cittadella universitaria sia la migliore. Questa è un’area talmente grande che bisogna partire con un’idea solida, a cui poi altri si aggregheranno. Per me ora c’è l’urgenza di poter affermare che una parte del progetto c’è ed è sicura. In questo senso vedo con molto favore l’ingresso di governo in Arexpo”.
A questa prima proposta se n’è aggiunta un’altra dall’Università statale di Milano: creare un parco dell’innovazione. Un grande spazio dove alle facoltà scientifiche della Statale di Milano si uniscano anche un gruppo di aziende a vocazione scientifica e tecnologica. L’area verrebbe attrezzata con laboratori e competenze che magari trattino i temi di Expo. Punto a favore, il 40 per cento, del milione di metri quadri che ricopre l’area, rimarrà un parco verde.
Queste alcune delle idee per il post EXPO. Quella più originale però parte da Eugenio Guarducci, presidente di Eurochocolate nonché “official provider” dei cluster cacao in Expo, che propone di creare una cittadella del cioccolato sul modello del museo del cioccolato di Colonia o del parco divertimenti a tema di Philadelphia.
“Noi – spiega Guarducci – al progetto di una città di cioccolato anche in Italia stiamo lavorando da anni. Si era pensato di farla a Perugia ma il successo di Expo ci sta facendo riconsiderare le cose” e poi aggiunge –“il cioccolato non conosce crisi”.
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A queste e altre proposte si aggiunge l’iniziativa del Corriere della Sera— insieme alla start up Oxway — una «sfida di idee» tra i lettori per capire come immaginano la seconda vita dei 110 ettari del sito: 1 milione e 100 mila metri quadrati, uno spazio equivalente a 154 campi da calcio, 63 volte piazza del Duomo a Milano e 12 volte il Circo Massimo a Roma.
Tralasciando in questa sede la questione, di certo non secondaria, di appalti e costi totali dei progetti, su cui ancora non si hanno le idee chiare, ci siamo chiesti: “E il cibo?”.
Cosa ne è stato del protagonista di EXPO 2015?
Come potremmo mantenere il cibo protagonista di EXPO nel dopo EXPO?
Quindi “venghino siori (di Dissapore) venghino”: Quali sono le vostre proposte per il post EXPO? Come rendereste quest’area utile, mantenendo il cibo protagonista?
[Crediti | Link: Repubblica, Corriere, La Stampa, immagini: Corriere]