Mangiare la cacca fa male alla salute, ci serve una dieta senza cacca. Questo dice Nathan Myhrvold, che ha studiato a Princeton, ma tre giorni fa è andato ad Harvard per tenere una lezione del programma di scienza e cucina. Ex CTO di Microsoft, è un cuoco per hobby, ma soprattutto l’autore di Modernist Cuisine, tomo in 5 volumi che per ricchezza di informazioni e bellezza delle immagini ha segnato un prima e un dopo nella cucina scientifica.
Anche per il prezzo, oltre 350 euro (ma sono seguite dispense più abbordabili). Uno, per capirsi, che nel suo laboratorio di Washington cuoce le patatine fritte in un bagno di ultrasuoni.
La sua lezione è cominciata con l’affermazione: “Smettetela di ingurgitare cacca e vi sentirete subito meglio”. La cosa più inquietante è che non stava parlando degli hamburger dei fast food, ma proprio delle feci.
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Secondo Myhrvold gli chef dovrebbero essere più preparati sulla microbiologia, perché, da statistica, 1 persona su 6 ogni anno si ammala per qualcosa che ha mangiato. Quasi mai si tratta di malattie letali, anche se negli Stati Uniti circa 1351 persone muoiono ogni anni per aver mangiato qualcosa di nocivo. Mentre in Europa nel 2012 sono morte 92 persone tra salmonellosi e campilobatteriosi (dati Epicentro).
Malattie e decessi sono causate da tre agenti: i parassiti, i batteri e i virus e nel 99% dei casi li prendiamo perché mangiamo feci. Ecco la serie di informazioni che Nathan Myhrvold ha dato agli studenti di Harvard sul rapporto tra cacca e cibo.
CACCA DI FOCA E SUSHI
L’Anisakis è un parassita che vive e si riproduce nello stomaco delle foche. Con le feci le foche espellono le uova di Anisakis, che vengono mangiate dai pesci che mangiamo noi.
L’Anisakis si annienta col freddo, per questo è sempre bene che il pesce sia messo in abbattitore prima di essere mangiato (sì, anche se lo si compra dal pescivendolo di fiducia). Se mangiate Anisakis avrete disturbi molto simili all’appendicite.
CACCA DI MUCCA, IL CINGHIALE E GLI SPINACI
Negli Stati Uniti nel 2006 ci fu un’epidemia di Escherichia Coli simile a quella europea del 2011. Fu causata da un branco di cinghiali selvatici che avevano grufolato nella cacca di mucca infetta, poi sono andati a mangiare degli spinaci in una coltura intensiva e qualcuno di loro deve averne approfittato per defecare.
Probabilmente la cacca aveva infettato solo una foglia di spinacio, ma poi nella vasca dove li lavano prima di commerciarli, il batterio si è diffuso.
DIARREA UMANA E OSTRICHE
Nella baia di Chesapeake le ostriche si pescano in abbondanza, peccato che fossero contaminate da un virus. Si scoprì che nessuna delle barche che uscivano a pesca avevano dei bagni a norma. Probabilmente era bastato un pescatore affetto da un virus per contaminare, con le sue feci, l’intera baia.
Myhrvold ha sostenuto davanti alla platea di Harvard che bastano 200 grammi di diarrea per contaminare una costa e tutti i suoi abitanti. Il problema è che il virus non muore né cuocendo né congelando le carni.
OGNI CACCA FA BENE A MAMMA SUA
Myhrvold ha ricordato il professor Denis Burkitt, laureato a Edimburgo e dottore militare in Africa negli anni Cinquanta. Da lui deriva l’idea che mangiare le fibre fa bene all’intestino, idea che formulo a partire dallo studio delle popolazioni locali e dall’osservazione che si contavano meno morti per tumori al colon di quanti se ne contavano nel Regno Unito.
Oggi il dottor Burkitt è morto e diversi studi hanno verificato che non c’è alcun nesso tra l’assunzione di fibre e il rischio diminuito di cancro al colon, ma l’idea che mangiare le fibre fa bene rimane: è colpa della Kellog dice Myhrvold, e anche del fatto che crediamo che tenerci la cacca dentro faccia male, e invece non è così.
La nostra cacca è fatta per stare lì per un tempo adeguato. “Dire che le feci fanno male al vostro colon è come dire che la luce fa male agli occhi” ha spiegato Myhrvold.
NON AVER PAURA DI FARE I PETI
Finalmente una speranza: Myhold dice che sì, se non si mangia il glutine non si peta (bisognerebbe evitare anche gli zuccheri e i lieviti). Ma la flatulenza non è una malattia, tutti petano e nessuno diventa per questo un uomo pericoloso.
[Foto crediti: eater, cucina.ilbloggatore, diregiovani, identitàgolose, Jason @ Flickr]