Un nuovo libro, un café a Malpensa, un chiosco a Expo 2015 e un ristorante che si trasferisce. Aggiungici una famiglia che si é allargata da poco e Urge fare un “ricapitoliamo” con Davide Oldani, che sembra essere uno degli chef star più attivi e prezzemolini d’Italia.
Esci a guardare le vetrine e lui ammicca dalla copertina di Pop Food, stai partendo per un week end e ti ritrovi un logo conosciuto in aeroporto, poi vai a farti un giro ad Expo e, che ve lo dico a fare, il chioschetto di Oldani è in pole position all’ingresso. Insomma, dalla vecchia e cara cipolla caramellata (sulla quale avesse i diritti d’autore sarebbe già schizzato ai vertici della classifica degli uomini più ricchi del pianeta) di tempo ne è passato. [related_posts]
Oggi Davide Oldani continua a cavalcare la sua filosofia pop, non disdegna la tv, si butta nella mischia iper-popolata di Expo e di Malpensa e senza non aver paura degli altri.
Nemmeno quando ribadisce che lui, nel pesto alla genovese, il burro ce lo mette.
Al telefono (ha poco tempo sbrighiamoci, sbrighiamoci che non ho capito dove lo stanno aspettando), dice che il nuovo libro è nuovo per davvero. Si tratta di un ricettario di cucina non-regionale.
Sì, non è un refuso: prendete il pesto suddetto, ad esempio, lasciate perdere la tirannia della ricetta tradizionale, non perdete anni preziosi di vita per capire se l’originale voleva olio o burro e guardate in una sola direzione: il basilico.
“In questo libro si cerca di tutelare il prodotto, più che la ricetta”, alla faccia della geografia politica, e a dimostrazione del fatto che la cucina italiana tutta è un bene comune in costante cambiamento, reinterpretabile ogni giorno da tutti.
La doppia lingua del testo (italiano e inglese) apre le porte ad un potenziale pubblico altro, ora libero di prendere la ricetta del risotto alla milanese e farlo come pare a lui, con la benedizione di Oldani.
Il risotto, dicevamo, e non a caso. Chi è stato a Expo 2015 e ha guardato oltre i super-padiglioni avrà notato il chioschetto di Davide Oldani.
Qui dentro, in onore a Expo e al piatto meneghino per eccellenza, abbiamo una sorta di cucina puzzle, componibile come vi pare. Gli ingredienti (tutti milanesi doc) sono panettone, zafferano e riso: potete mescolarli e avere un piatto dolce, oppure uno salato, per un totale di tre piatti dolci e tre salati. Ad esempio c’è il gelato di riso allo zafferano, oppure il riso con briciole di panettone.
Ma il piatto simbolo del chiosco è il ZAFFERANO E RISO alla MILANESE D’O EXPO 2015.
L’omaggio alla città era d’obbligo, ma anche stavolta non si tratta di ricette regionali. Il prodotto è legato a Milano, ovviamente, ma il resto é pop (sooo pop!), é Oldani-style, e potrebbe anche essere il sciura Maria style, tanto avrebbe la stessa credibilità.
Non perché Oldani cucini come una sciura Maria a caso, ma perché è tutto molto democratico.
A proposito di democratico, già che siamo qui chiedo allo chef cosa ne pensa di Expo. “Penso positivo”, risponde. Non è una citazione di Jovanotti, penso io. C’è qualcosa di più grosso qui sotto, e credo di poterlo catalogare come ottimismo renziano.
D’altra parte li avete visti nella foto, no? Non sono carini?
Sul café a Malpensa, poi, ennesima location che più pop non si può, Oldani ci racconta che si trovano in lista i piatti della sua infanzia. Ad esempio il pan tramvai, la torta di mele con rosmarino, dei succhi di frutta speciali, e anche la linea di contenitori e oggettistica disegnata da lui.
Se questo non è pop…
In attesa di trovare anche la mutanda firmata D’O (se ce l’hanno fatta Brooke di Beatiful e Victoria Beckham, allora per Oldani è una passeggiata), riusciamo a carpire che il ristorante numero uno (quello ufficiale nonché quartier generale dell’azienda) sarà operativo nella nuova sede (sempre a Cornaredo) non prima di fine estate.
Ma solo io d’estate mi annoio? Se rinasco faccio lo chef pop.
[Crediti | Link: Dissapore]