C’erano una volta gli chef, creature mitologiche e leggendarie, metà uomini e metà dei. Essi regnavano incontrastati nelle loro celestiali cucine sul monte Miracle Blaid, senza mai mescolarsi ai comuni mortali. Poi le cose cambiarono. Stufi delle loro gabbie in teflon decisero di evadere, varcarono i confini della pietra ollare e giunsero nel mondo dei profani scegliendo di diventare acclamate rockstar terrene.
Eppure qualcosa andò storto: invece che trasformarsi in osannate divinità del rock ‘n’roll, ben presto si ritrovarono a vestire i panni di sciantose divette.
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Per avere la prova di tutto ciò basta sfogliare la gallery di Io Donna dedicata a Davide Oldani, celebre chef dal riportino ribelle del ristorante D’O di Cornaredo, e alla sempre annoiata compagna Evelina Rolandi in dolce attesa.
Guardando le foto ci si accorge che gli chef non sono sono le nuove rockstar, bensì le nuove vanitose showgirl, primedonne a tutti i costi. E nella gallery ci sono 5 inequivocabili segni che Davide Oldani, pur senza chihuahua, è la nuova Belen.
Perché, diciamocelo, quando mai Ronnie James Dio avrebbe avrebbe posato per un servizio del genere?
#1 Servizio fotografico pre-partum d’ordinanza.
Il manuale della perfetta soubrette indica la gravidanza come uno dei migliori pretesti per far parlare di sé. Sembrerebbe che restare incinta sia il modo migliore per farsi ritrarre in melliflui scatti, scroccando così la copertina di qualche “autorevole” testata giornalistica.
Purtroppo l’affascinante e ambizioso Davide, non appartenendo alla famiglia dei Syngnathidae, meglio noti come cavallucci marini, non ha un bel pancione da sfoggiare ma, pur di non infrangere il dettame, a chi ha chiesto di fare il lavoro sporco? Ovviamente alla dolce metà che, visibilmente scazzata, si è prestata per appagare le manie di protagonismo del compagno. Fate un sorriso e state tranquilli: Alfonso Signorini non tarderà a chiamare.
#2 Cucina immacolata.
La soubrette in cucina segue un solo comandamento: non imburrare il pane, perché ciò è considerato cucinare. Dal canto suo Davide, penserete voi, da bravo chef ne combinerà di cotte e di crude in cucina. Sbagliato! La sua cucina è più illibata di una vergine e più sterile di una sala operatoria.
Qui è vero che ogni pietanza ha una sua specifica pentola: in rame, teflon, col fondo d’argento o in acciaio, ma tutte sono da usare rigorosamente solo per fini decorativi, vuote e con i fuochi spenti.
#3 Frigorifero light e fighetto.
Il Vangelo secondo la soubrette di successo annuncia che il frigorifero deve assolutamente essere tutta apparenza e niente sostanza. Nella teca refrigerata vanno conservate solo cibarie light, pseudo salutari, fricchettone e modaiole. Quindi, cosa c’è nel minuscolo frigorifero di Davide Oldani?
Non aspettatevi certo di trovare avanzi da riscaldare di risotto alla milanese. Tra kiwi, limoni e mandorle pelate svettano: dietetiche composte di pesche dolcificate con Stevia, marmellatine di mandarini al Moscato di Noto da abbinare a formaggi non pervenuti e una moltitudine di peperoncini piccanti.
Il tocco trés charmant è dato da un’intonsa stecca di giuggiulena di Corrado Assenza del Caffè Sicilia, croccante a base di sesamo con miele dei monti Iblei, deposto nel reliquario presumibilmente solo “perché fa figo”. Ditemi se questo è il frigorifero di uno chef.
#4 Comodino con letture impegnative.
La soubrette, talvolta, ambisce anche a ricoprire cariche politiche, quindi non si può permettere di passare per oca svampita. In questo caso il manuale prevede la disposizione tattica sul comodino di pesanti mattoni. Poco importa se sia il ricettario di Suor Germana o La metamorfosi di Kafka, quel che conta è tenere a mente le tre regole d’oro: tante pagine, pochi disegni e, per l’amor del cielo, ricordarsi almeno il titolo.
Davide, rispettoso di questa regola, ha strategicamente piazzato accanto al letto un tomo della stessa mole di Guerra e pace, ma che altro non è che un libro prenatale sicuramente rubato all’ignara compagna. Ben fatto Davide, ben fatto.
#5 Guardaroba perfetto
Il must have della soubrette di successo è possedere una cabina armadio strabordante di vestiti e accessori firmati. Io, dopo aver visto il guardaroba di Davide Oldani, come dicono i jeans appena lavati: mi ritiro.
Colori abbinati, maglioni perfettamente piegati, ordine maniacale. In poche parole: passione per la noia e un po’ meno per la moda. Anch’io sto sbadigliando, Davide qui bisogna un po’ lavorarci.
Ci sarebbe anche la foto dell’ingresso griffato prelevata da quest’altra gallery sulla casa dello chef (allora, Davide, è un vizio!) ma vabbeh.
Infine, in un mondo in cui gli chef sono le nuove show-girl una domanda sorge spontanea: esiste davvero qualcuno interessato a cosa c’è nell’armadio di Oldani o al tipo di carta igienica che Cracco usa in bagno? Non è che, citando il buon Carlin Petrini di Slow Food, stiamo assistendo a un rimbambimento collettivo?
[crediti | Link e immagini: Io Donna, Repubblica Casa e Design]