Kebab, questo sconosciuto. O meglio, la proliferazione inaudita sul suolo italiano dell’ultimo decennio abbondante ha generato grande confusione. Per molti è semplicemente quel coso lì di carne che gira, economico, poco salutare. Magari lo butti giù di notte dopo aver fatto bisboccia nei locali, in baracchini diversamente igienici. Raramente ci si chiede quale e come sceglierlo.
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Dirimere la questione è difficile come mantenere solida una relazione. Ma in soccorso viene Dissapore nei panni del salvagente nutrizionale. Quindi non temete, una volta lette le righe successive sarete preparatissimi. Per il kebab, non per il vostro rapporto di coppia ovviamente. A quello il kebab fa solo male.
CARNE.
Carne finemente tagliata, bruciacchiata e lustra di un grasso: la salivazione è inevitabile. Il doner kebab è sicuramente il più famoso al mondo: un sapore speziato (non leggermente), consolatorio e rassicurante come si dice ora.
Cotta su una griglia a carbone quella carne tagliata, quasi macinata, esaltata dal prezzemolo, dalle salse e un po’ di cipolla, è pronta a darvi tante soddisfazioni.
Uno spiedo verticale in cui la carne infilzata e abbrustolita gira all’infinito, su sé stessa. Intrattenimento bello e buono. Insomma, come non amarlo?
PANE.
In Europa troverete spiedini avvolti nel lavash (come una tortilla), lahmacun (la base della pizza turca), tombik o Gobit. So che lo state pensando ma no, non stiamo scrivendo parole a caso. La pitta dovrebbe rendere tutto più funzionale, però se la parte umida del panino è corposa, cioè imbottita di salse varie, rischierebbe di disintegrarsi. O quanto meno richiede una certa abilità (gira, rigira, interpreta, adotta la posizione migliore, prendi i due lembi e addenta).
Molto meglio dirigersi direttamente verso il “naan”, un burroso “naan” turco alla griglia, sottile e rotondo. In alternativa , si può mangiare un kebab in un panino da hamburger, ma onestamente mi pare fuori luogo.
SALSE.
Il kebab perfetto si mangia solitamente alle 6 di sera, ora ideale per l’insieme di sapori sapientemente mescolati e contraddittori: frizzantino, pungente, salato e speziato. Sconsigliato soffocare il tripudio di aromi con una salsa piccante o troppo saporita.
Succo di limone, piccolo cetriolo, salsa allo yogurt profumata d’aglio (simile alla tzatziki, ma più leggera e delicata), soprattuto salsa al peperoncino fresco che racchiude il sapore fruttato di un pomodoro e la sua dolcezza, piacevole calore per la bocca.
INSALATA.
Così come per le salse, l’offerta di condimenti per imbottire il panino è vastissima. Da ubriachi, potrebbe sembrare invitante riempire il kebab di ogni prodotto commestibile al mondo, ma non è la soluzione più consona. Non facciamo gli americani: non procediamo per accumulo.
Il vero kebab non conosce verdure all’interno, ma se proprio non resistete mettetene di condite: cipolle, peperoni, cetrioli, jalapeno interi.
CONTORNO.
No, non prendete le patatine insieme al kebab. Non ha senso.
BEVANDE.
Diet Coke, 7UP, qualsiasi bibita gasata. Infinitamente meglio la birra, chiara e fresca.
SEDUTI O IN PIEDI?
Molto probabilmente vi capiterà di mangiare il kebab all’angolo di una strada e quindi diventa fondamentale imparare la posizione del “mangiatore di kebab”: piegare leggermente le spalle in avanti, far sporgere il mento per non immergerlo nel panino. Non sarete comodi, sappiatelo, ma non ve ne pentirete.
Sedersi per mangiare un kebab non è sconsigliato, non fatelo, sembrerete dei borghesi annoiati e fuori contesto. No alle posate, ma che scherziamo, ragazzi?
Dovrebbe essere tutto, no? Sentiamo voi.
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