Cioccolato, anguria, aglio, casatiello, sangria, amatriciana, ribollita, felafel. Rasserenatevi, non sto sperimentando la via più breve al riflusso gastroesofageo. Sono solo alcune delle parole più cercate su Google nel 2013. Ebbene sì, è tempo di Zeitgeist: l’elenco delle parole “emergenti” dell’anno. Emergenti perché non indicano quelle con maggiore volume di ricerca, ma con la più sostanziosa impennata rispetto al 2012.
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Ora, se c’è una funzione sacrosanta dello Zeitgeist è quella di contrastare l’hornbismo (ovviamente mi riferisco a Nick Hornby, l’autore di Alta Fedeltà), ovvero la classificazione costante e pedissequa di ogni nostra esperienza quotidiana; un involontario freno all’idea che a tutti interessino le nostre graduatorie. Che poi a me le classifiche piacciono, ho anche la classica personalità da accumulo enciclopedico-comparativo delle esperienze. Ma è bello se qualche volta i compiti li faccia papà Google.
Per dirla come quelli bravi: i risultati dell’anno confermano la centralità del cibo nel nostro rapporto con la rete. E ci raccontano come utenti generalmente orientati a ricette, valori nutrizionali e questioni inerenti alla salute e all’informazione gastronomica. Insomma più che cercare Cracco digitiamo “Meteorismo – cosa mangiare”. Soprattutto cerchiamo “Perché votare Grillo?”. Ma non andiamo fuori tema.
Prodighiamoci allora nell’interpretazione: cosa dicono di noi le ricette che abbiamo fatto impennare di più nel 2013 (per quanto l’espressione possa essere fraintesa).
Non ci sono la pizza, il gelato e la carbonara. Ma ci sono l’amatriciana (con la A e non cominciamo i flame da disturbati del linguaggio), la ribollita, il chili; ma anche i biscotti e il sushi nell’aggregato “Come fare”. Spiccano una serie di crudismi 2.0. Tipo aglio crudo e lumache crude.
Noto anche che ci si chiede come vendere il pesce cucinato. E che nella voce “Cambiare”, la guarnizione frigo sta davanti al piercing. A ognuno le sue espiazioni.
Il senso dell’umorismo di Google. Il primo posto nella graduatoria “Mangiare” spetta a carta igienica. Il “What the Fuck” è automatico e spontaneo come un insulto di Sgarbi. Probabilmente Google vuole suggerirci una nuova tendenza nella futura salviettizzazione (?) della ristorazione. Non ho altre spiegazioni plausibili.
Ma anche la solida posizione di “Colonscopia – cosa mangiare” mi inquieta alquanto. In quanti soffriamo di danni provvisori,o irreversibili, allo sventurato colon?
Le parole che non ti aspetti. Sia verbalizzato: io credo fermamente nel casatiello che ho ingurgitato in quantità inumane nel corso della mia vita. Ma da qui a pensare che fosse la ricetta più cercate su Google ce ne passa. L’aggregatore “Cucina multietnica” è un po’ spurio, diciamocelo, ma la specialità napoletana, grazie anche alla quinta posizione del cugino Tortano, devasta la concorrenza dei vari Macarons, Sangria e Felafel.
Grande performance del Cheesecake Philadelphia, ma soprattutto non mi è chiara la congiunzione astrale che ha portato la scrocchiarella al primo posto della categoria “Come fare”. Tra le cose da mangiare incuriosisce la posizione centrale della muffa, mentre chiude la classifica delle ricette l’alcolismo casalingo del Long Island!
Fa dimagrire. Qui basta l’elenco a dare vivacità di lettura e di suggestioni. Pronti?
– La zumba
– Il cioccolato
– Studiare
– L’anguria
– La sauna
– La marijuana
– Lo yoga
– Nuotare
– Dormire
– Piangere
C’è una domanda (di rito) per voi? Ovvio. Ed è la più banale e prevedibile: vi ci ritrovate in queste graduatorie di ricerca su Google?
[Crediti | Link: Panorama, immagine: Scatti di Gusto]