Finiremo per preferire il Grana Padano al Parmigiano Reggiano. Non per gusto, ma per onestà: Giuseppe Alai, 58 anni, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, fino a qualche giorno fa era presidente di Itaca, cooperativa che partecipa al 100% di Magjar Saj Kft, società che imita il Parmigiano Reggiano in Ungheria.
Giuseppe Alai, accusato di conflitto di interesse da Coldiretti, ha mollato la presidenza di Itaca. E si è difeso dietro allo specchio dell’ignoranza (così come scrive La Stampa): per lui si trattava solo di una mera operazione finanziaria, non sapeva chi partecipasse a cosa per conto di chi.
Del resto, era solo il presidente.
Ma il conflitto di interesse non è tutto. C’è chi, dalle parti del Parmigiano Reggiano, è finito anche in manette, per ragioni (forse) ben più gravi. Il direttore generale Riccardo Deserti, accusato di occultamento/sparizione di prove al ministero delle Politiche agricole. L’accusa è di corruzione e tangenti per una serie di appalti sempre al ministero dell’Agricoltura.
Coldiretti intanto scalpita, e vuole delle risposte a delle lecite domande:
— Perché ai vertici del consorzio ci sono persone che agiscono in maniera poco trasparente?
— Perché ci sono dei ponti tra il Parmigiano Reggiano (dop riconosciuta nel 1992) e gli imitatori ungheresi?
Scenario apocalittico:
Parmigiano, what’s Parmigiano?
[Crediti: Link: La Stampa, Repubblica Parma | Immagini: italianovero.com]