Inglesi, lo state facendo male. Sto parlando del tè, naturalmente. Dire agli inglesi che non sanno fare il tè è come dire a Roger Federer che non è capace a tenere la racchetta in mano; non sono io a esprimere questo duro giudizio nei confronti degli abitanti della Terra d’Albione: sono gli inglesi stessi a prendere i propri connazionali a bacchettate sulle mani.
Secondo la British Science Association gli inglesi hanno poco di cui vantarsi: da presunti campioni dell’infusione sembra siano invece dei frettolosi habitué della toccata e fuga.
I risultati del sondaggio, condotto su 1000 mille bevitori di tè (cui segue ora l’iniziativa #PerfectCuppa, che invita i “tèologi” a esplorare il proprio gusto per il tè perfetto), mostrano come la maggior parte dei Brits (37 per cento) si facciano prendere dalla fretta, lasciando il tè in infusione per solo uno o due minuti, un tempo troppo breve perché le foglie della pianta possano rilasciare i loro aromi in maniera efficace.
Il tempo consigliato dagli scienziati è fra i due e i cinque minuti, pratica rispettata solo dal 16 per cento degli intervistati; oltre l’80 per cento invece si fa vincere dalla fretta.
“Può essere controverso, ma gli inglesi non sanno come fare il tè! O almeno non sanno come farlo correttamente, perché non capiscono le variabili. La fretta ci sta costringendo a buttare la chimica dalla finestra; non permettiamo al nostro tè l’infusione per un tempo sufficiente a rilasciare i sapori correttamente” ci dice il professor Mark Miodownik del University College di Londra.
Altro problema è il materiale: gli inglesi hanno perso l’uso della cara vecchia teiera in ceramica, per metodi più comodi e veloci, come il bollitore, soluzioni alternative che possono alterare il gusto del tè.
Il dato più sorprendente riguarda le risposte dei più anziani, oltre i 65 anni, che avrei immaginato depositari della quotidiana tradizione del tè come la Regina comanda. Sbagliato: i più attempati sono frettolosi, infondono il tè fra i 10 e i 30 secondi (!), lo bevono subito e a volte mettono il latte prima dell’acqua calda.
Più diligenti i giovani, con un tempo di infusione fra uno e due minuti (sempre poco) e lo lasciano riposare qualche minuto prima di berlo.
Insomma, sembrano ormai passati i tempi in cui il tè per gli Inglesi era un sacro rito; oggi sembra diventata un bevanda per assetati viandanti persi nel deserto. Una contraddizione, visto che esiste addirittura uno standard ISO per la preparazione del tè (che potete acquistare alla modica cifra di circa 35 euro) che definisce in maniera precisa quali sarebbero le procedure di qualità per la preparazione del tè.
Quali sarebbero dunque le regole per la preparazione del tè perfetto?
Teiera in porcellana, tra i 74 millimetri e 78 millimetri di larghezza e 83 millimetri e 87 millimetri di altezza, due grammi di tè ogni 100 millilitri d’acqua, temperatura dell’acqua non oltre gli 85 gradi e superiore ai 60 gradi e sei minuti di infusione come tempo ideale.
Infine, l’intramontabile dibattito del latte nel tè. Ci va, non ci va? Prima o dopo aver versato l’acqua? Qui il dibattito esonda nel campo del gusto e della tradizione (è noto come la maggior parte degli inglesi aggiungano un po’ di latte nel tè) ma secondo la scienza il latte non andrebbe versato dopo l’acqua bollente, perchè l’elevata temperatura dell’acqua andrebbe a denaturare le proteine del latte, rendendo il gusto del tè poco piacevole. Cosa che invece non succede nel caso in cui il latte venga versato prima dell’acqua bollente.
Quindi la scienza ha parlato: il latte va versato prima; a patto di non infondere il tè nella stessa tazza in cui avete versato il latte, procedura che farebbe scendere troppo la temperatura dell’acqua non consentendo una corretta infusione.
Ecco, ora sapete come fare per prepararvi il tè perfetto. Ora dovrebbero (re)impararlo gli inglesi.
[Crediti | Link: Independent, Iso, Twitter. Immagini: Independent, Guardian]