La notizia della settimana è che passare una vita a mangiare cioccolato rallenta la perdita della memoria. Quindi se il pieno di vitamina E e di serotonina non basta a placare i sensi di colpa davanti alla seconda scatola di cioccolatini che vi siete fatti fuori in un’ora, adesso avete anche un’altra scusa.
Il punto è che dire cioccolato non è sufficiente, e come tutte le ossessioni, anche questa ha le sue belle discriminanti. Noi, con la nostra indole analitica, le abbiamo inventariate. Ce ne fosse qualcuna che manca conoscete il sistema per farcelo sapere.
1. Solo fondente almeno all’80%.
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La forma posh del cioccolato, quella gastrofighetta. Ora, uccidetemi pure, ma il cioccolato iperfondente non sa di cioccolato ma è una pasta amara che ti si appiccica ai denti (esattamente come la Nutella, ma senza procurarti quell’identico piacere). Il tutto per un prezzo inverosimile.
Come si serve: il vero gastrofighetto non serve tavolette, al massimo le regala. La forma di cioccolato da servizio sono i cioccolatini artigianali.
2. Scatola di cioccolatini.
Vintage come poche cose, la scatola di cioccolatini offerta in dono o è artigianale o sembrerà sempre comprata al bar
dell’ospedale.
Come si servono: il punto più importante è quello di non rimettere le cartine vuote dentro alla scatola. Ma è altrettanto importante non cadere nella tentazione di citare Forrest Gump.
3. Barretta.
Energetica o no, la barretta è comunque un vizio, che poi sia anche cioccolato è tutto da vedere. Se proprio dovete state almeno attenti a non buttare subito via la plastica in cui è avvolta, oppure assorbirete le barrette direttamente dai polpastrelli.
Come si serve: sul sedile della metro, tra una fermata e l’altra.
4. Nutella, ovvio.
Il cioccolato spalmabile è una delle forme più voluttuose del cioccolato. Solitamente il maniaco della Nutella crede che sia cioccolato vero e difende strenuamente il suo marchio scagliandosi contro le miriadi di creme spalmabili taroccate, che, dice, non hanno per nulla lo stesso sapore. Sicuri che sia proprio un difetto?
Come si serve: a meno che non stiate preparando la colazione per la nazionale di calcio in ritiro tenetevela per voi
5. Tavoletta sì, ma aromatizzata.
E’ la degenerazione della barretta: si pensa che il cioccolato sia solo un frivolo rivestimento e che l’importante sia il ripieno. Il problema vero in questi casi è il ripieno: marshmallow, Oreo spezzettati, yogurt… E’ chiaro che l’artefice di questa indegna degenerazione dei costumi è la mucca lilla.
Come si servono: l’unico contesto in cui possono essere sfoggiate senza timore è la cena degli orrori.
6. Cioccolato al latte.
Questa minoranza culturale è da preservare. L’amante del cioccolato al latte è passibile di lapidazione da parte del cultore del cioccolato fondente, e, francamente, non se lo merita.
Come si serve: a una cena di intenditori, spacciandolo per fondente di ultima generazione e vedere come reagiscono i commensali (come i foodie con McDonald sicuramente) .
7. Cioccolato bianco.
Degenerazione dell’amante del cioccolato al latte, ed evoluzione del kinderista. L’amante del cioccolato bianco è un gran frustrato dato che il suo cioccolato preferito non piace a nessuno.
Come si serve: a una cena formale, in cui nessuno, per educazione, possa lamentarsi.
8. Kinder.
Il bambino dentro di voi è ancora vivo e vegeto, ma arrendetevi: a voi non piace il cioccolato, vi piace il latte condensato con cui la cioccolato Kinder è composta al 90%. Forse, i peggiori tra voi, preferiscono addirittura la sorpresa a tutto il resto.
Come si serve: a meno che non stiate organizzando un party per bambini dai 3 ai 10 anni non c’è modo di servirlo seriamente a qualcuno.
9. Budino
Il budino è uno stile di vita: inconsistente, senza un sapore deciso, la pigrizia fatta a dolciume. Ovviamente c’è un grande ostacolo da superare, lasciare i grumi nel budino equivale ad etichettarvi come il cuoco peggiore sulla faccia della terra.
Come si serve: la monoporzione è il modo più semplice per evitare l’effetto badilata di letame nel piattino da dessert.
10. Triplo cioccolato.
Non puoi sapere cosa sia il triplo cioccolato se non sei un fan di Nigella, quindi sei un gastrofighetto. Riparti dal
punto 1.
[foto crediti: thegnroom, bello-buono-d, cioccolatabaruzzo, dissapore, flickr Backhaus Klaus, businessweek, flickr Kinder, pourfemme, lifestylecube]