Un pezzo di conforto da masticare in bocca. Cose strane amorevolmente cucinate in mezzo al traffico che riempiono la pancia. Proteine, latticini, vitamine e gusto. Ecco cos’è il cibo di strada a Napoli: paste cresciute, crocchè, scagliozzi, panzerotti, pagnottielli, taralli nzogna e pepe, frittatine di pasta, pizza fritta o a portafoglio. Minutaglie unte e ghiotte, da leccarsi i baffi (oltre alle dita).
Tutti costretti alla camminata ad angolo retto in città per non lordarsi di sublime grasso gocciolante ma con uno, due o tre euro il palato accoglie pietanze degne di un Re.
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Ecco perché Napoli è la capitale del cibo d’asporto, un primato che i dati confermano: con 1.652 ristoranti adibiti alla preparazione di cibi da asporto Napoli è la città del take away.
La tradizione del cibo avvolto nei cuoppi (carta riciclata scura avvoltolata a forma di cono) o nei pacchetti di carta è lunga, alcune insegne si trovano nello stesso posto da oltre 50 anni, altre si aggiungono e conquistano subito il cuore riconoscente dei napoletani.
Ne abbiamo scelte 14 per invitarvi a provare delle vere leccornie.
FRIGGITORIA VOMERO
Via Domenico Cimarosa 44
La friggitoria Vomero, aperta nel 1938 dalla nonna di Patrizio Acunzo, attuale proprietario, racconta orgogliosamente 77 anni di storia conditi di pizze fritte, zeppole, panzerotti, arancini, supplì, crocchè grandi, mozzarella in carrozza, viennesi, scagliuozzi (polenta fritta), montanare (piccole pizze fritte), spinaci in pastella e melanzane impanate.
PIZZERIA DI MATTEO
Via dei Tribunali, 94
Maestro del cibo di strada più popolare del mondo, proprietario di uno tra i locali più frequentati della città, Di Matteo fa sognare napoletani e forestieri con un bancone dei fritti spettacolare, frittatine di pasta e montanare su tutti, oltre alla famosa pizza a libretto, una margherita piccola che si piega in quattro parti.
FOCACCERIA LA FOCACCIA DELLA SIGNORA
Via Saverio Altamura 19
Potrebbe sembrarlo, ma credeteci, non è un’anonima salumeria di quartiere. Alla Focaccia della Signora si preparano focacce ripiene, rustici e taralli (con e senza mandorle) dal 1962. Con un po’ di fortuna si trova ancora la parigina, una meraviglia di focaccia farcita con uno strato di pasta sfoglia.
PANINOTECA CIRO MAZZELLA
Via Panoramica 27,
Monte di Procida (NA)
Non è proprio Napoli, okay, ma non potevamo lasciare fuori dalla lista Ciro Mazzella, emblema dello street-chef napoletano senza saperlo.
Sgangherato, ebbene sì, forse un po’ laido, eppure riesce a volare come una supernova sopra gli altri. Dev’essere per il profumo di brace che arriva dal suo piccolo chiosco, affacciato sul marciapiede di una qualunque strada in salita, ma per i napoletani vero tempio del panino.
ANTICA FRIGGITORIA MASARDONA
Via G. Cesare Capaccio 27
Vabbè, la storia. Iniziata con la nonna di Vincenzo Piccirillo che nel dopoguera, tipo Sofia Loren nel film L’Oro di Napoli di De Sica, preparava la pizza in strada sotto casa.
Da decenni i napoletani si mettono pazientemente in fila per una pizza fritta con pochi rivali, ripiena di cicoli, ricotta di bufala, provola, pepe e basilico.
CIBI COTTI
Via Ferdinando Galiani 30 (Mercatino Rionale Torretta)
Cibo a portar via old school. Seguitemi: pasta e patate con o senza provola, pasta e fagioli, lenticchie, ceci, piselli, zucchine, cavoli, riso e verza. Fagioli e scarole e un gattò di patate alto quasi 10 cm (patate, parmigiano e pecorino grattugiati, uova, burro, latte, provola e salame, o spalla cotta e fiordilatte, e pane grattugiato).
Alla voce “primi rossi” nonna Anna, una vera istituzione napoletana, Dio la conservi, propone: manfredi al ragù con o senza ricotta, gnocchi alla sorrentina, genovese, pasta al forno con le melanzane o pasta al gratin (grattè).
Secondi: polpette fritte al sugo o in bianco, salsicce e frarielli, cotolette, carne del ragù, carne della genovese o alla pizzaiola. Fegato alla veneziana, trippa e cosce di pollo al forno. Pesce: polipetti affogati, coccio (gallinella) e lacerto (sgombro) all’acqua pazza, stocco al pomodoro o in bianco, tortino di alici/alici marinate.
I piatti unici napoletani: parmigiana di melanzane e i peperoni imbottiti, arancini di riso, pizze rustiche, i panzerotti fritti con ricotta, provola e prosciutto.
Contorni: verdure lesse, carote, patate, zucchine e biete. Ancora melanzane fritte al pomodoro, funghi, patate al forno, i friarielli “arraggiati” , ovvero broccoletti scaraventati nell’olio bollente con aglio e peperoncino. Senza sbollentare, senza menate da impiegata milanese che fa pilates.
Tutto questo ben di dio da asporto.
Non so se.
GASTRONOMIA AUGUSTUS DAL 1927
Via Toledo 147
Un posto unico. E’ tutto assieme una pasticceria eccezionale (babà, paste reali, susamielli, pastiere, mustacciuoli, roccocò), un ottimo bar, un’apprezzata gastronomia con molte specialità campane, e una tavola calda sempre affollata per la qualità delle portate.
Solo a Napoli, probabilmente.
ANTICA CUCINA NAPOLETANA
Via Giacinto Gigante 33
La marenna è il pranzo al sacco, lo spuntino (ma si perde molto nella traduzione). Le marenne più amate di Napoli (in questo caso da intendersi come panini) sono fatte con il palatone, uno squisito pane locale, ma all’antica Cucina Napoletana, aperta solo a pranzo dal lunedì al sabato, bisogna provare anche il “filoscio” bollente (omelette con il fior di latte).
Poi ci sono i piatti veri e propri: pasta e fagioli, pasta al forno, fagioli e scarole, zuppa di soffritto, gattò di patate, una genovese famosa, pasta e patate al forno alla caprese, ragù, minestra maritata,
E ancora: baccalà, alici, pesce spada, polipetti alla luciana, polpette al sugo, melanzane a funghetto, fegato con le cipolle.
ANTICO TARALLIFICIO DA POPPELLA dal 1950
Via Arena della Sanità 148/149
Famosi soprattutto per l’invitante pagnottiello, un panino preparato usando la pasta della pizza, farcita, prima della cottura, con formaggio, pepe e cicoli.
Non basta. Si va Da Poppella per il casatiello (tra poco è Pasqua), i taralli sugna, pepe e mandorle, le frittatine di maccheroni, e anche per qualche dolce tipo i biscotti all’amarena.
GASTRONOMIA ARFE’
Via Giacomo Piscicelli
A Chiaia, quartiere benestante della città, dai primi anni Settanta, è un ritrovo per gastrofanatici della prima ora. Perché propone i migliori prodotti tipici campani, la salumeria e i formaggi con le irresistibili “Promenade della Via Lattea”, cioè vassoi addobbati con numerose specialità casearie locali.
Sempre a disposizione tortani, sfoglie (di scarola, di peperoni e provola, di melanzane), frolle, babà rustico, danubi, crostate di ricotta e verdure.
Arfè è anche catering, servizio di chef a domicilio e cucina per celiaci.
GOURMEET
Via Alabardieri 8/11
Posto per adepti di recente conversione allo street food, possibilmente fighetti, è un luogo simil Farinettiano, nel senso che ricorda per esposizione e selezione dei prodotti uno dei tanti Eataly.
Pieno di cose buone, dunque, tra queste sicuramente la Bomba dello chef tre stelle Michelin Niko Romito.
ECCELLENZE CAMPANE
Via Brin 69
Progetto abbastanza sontuoso, non perfettamente riuscito, ricorda un Eataly ridimensionato e svuotato dell’anima.
Ma si trovano cose interessanti come Timpani e Tempura, la bottega culinaria di Antonio Tubelli qui trasferita, la pizza e il panuozzo di Gragnano dei fratelli Manzi.
ESTERINA SORBILLO PIZZA FRITTA
Piazza Trieste e Trento 53 – Via dei Tribunali 32
L’impero del pizzaiolo napoletano che ha vinto il Campionato della Pizza di Dissapore, oltre alle propaggini milanesi, comprende due locali dedicati alla pizza fritta.
Uno sul lungomare di Napoli e l’altro, di inaugurazione molto recente, vicino alla sede storica della pizzeria Sorbillo, ovvero in Via dei Tribunali al 32.
Aperta dalle 11 sino a dopo mezzanotte fa anche consegna a domicilio.
I FRITTI DI SERAFINO
Via Gianlorenzo Bernini 8
Il cuoppo di pesce fritto è la vera specialità della casa: filetti di triglia, filetti di pesce bandiera, calamari e gamberoni di Sciacca. C’è pure nella versione mista, con le verdure: borragine, asparagi, carciofi e cavolfiori. Li servono anche anche in versione aggiornata (leggi fighetta): una scatoline di cartone riciclabile.
Altre specialità: raviolone di pasta brisee con salsiccia e friarielli,gliarancini al pistacchio e al ragù di carne, gli anelletti con le sarde.
PASSIONE DI SOFI’
Via Toledo 206
Il fritto della tradizione con qualche sfizio più ricercati. Nel glorioso banco di Passione di Sofì, ricavato all’interno di un androne, si trovano zeppole, scagliuozzi, ciurilli (fiori di zucca fritti), calzoni e montanare.
Ma pure alici di Cetara fritte, frittelle di baccalà, arancini bianchi e rossi o al pistacchio, preparati con un ripieno al pesto a base di Pistacchio Verde di Bronte.
[Crediti | Link: Dissapore, CamCom. Immagini: Maurizio Camagna, Cibando, Luciano Furia, Scatti di Gusto]