Volete trasformare la vostra vecchia Ape o il furgoncino in un invitante chiosco gastronomico campione del cibo di strada? Preparatevi alla solita odissea burocratica che ormai contraddistingue qualunque attività si possa svolgere nel Bel Paese.
Il business del foodtruck sta crescendo sempre di più anche in Italia, come mostrano alcune cifre riportate dal Sole24Ore, con aziende specializzate nell’allestimento dei veicoli capaci di raddoppiare il fatturato in due anni.
Già, ma quanto costa trasformare la propria Ape in un ristorante a tre ruote? il budget è relativo a quanto volete fare gli “sboroni” ma più o meno si va dai 20 mila ai 40 mila euro, come minimo.
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L’esborso in denaro è solo l’inizio dell’agonia: tocca poi la burocrazia all’italiana, con regole, sottoregole, leggi e licenze.
I foodtruck, oltre al codice della strada, devono seguire anche il codice del “commercio al dettaglio su area pubblica”, ovvero possono esercitare su qualunque area di pubblico passaggio o destinata ad uso pubblico, e limitatamente a persone fisiche o società di persone.
Poi ci sono le autorizzazioni e i requisiti, fra cui:
- Requisiti soggettivi (anche morali)
- Requisiti oggettivi, in base al tipo di commercio scelto
- Iscrizione al Rec (per le dite individuali)
- Frequenza corso riconosciuto dalla Regione
- Possesso di diploma alberghiero o affine, oppure esercizio della professione (anche come dipendente) per almeno due anni negli ultimi cinque anni
- Indicazione preposto con qualifiche professionali (per società di persone)
Già qui io sceglierei di condurre la mia Ape dallo sfascia-carrozze, ma se volete proseguire e farvi ancora del male, ecco altre indicazioni da azzeccagarbugli. Dovrete infatti decidere se essere ambulanti stanziali (che occupano sempre lo stesso luogo) o ambulanti mobili (che si spostano).
Nel caso siate stanziali, serve un’autorizzazione rilasciata dal Comune in cui si svolgerà l’attività e il contratto di concessione del posteggio, che vi permetteranno di partecipare anche a fiere e a esercitare in modalità itinerante in regione.
Nel caso decidiate per la mobilità, l’autorizzazione viene rilasciata dal Comune di residenza e permette di scorrazzare per tutto il territorio nazionale, incluse fiere e mercati; deve svolgersi con mezzi mobili e con soste limitate a 120 minuti, e permette infine anche la vendita a domicilio.
Queste autorizzazione sono gratuite, ma l’iter da seguire può come sempre mettere alla prova la pazienza di chi vorrebbe re-inventarsi come chef ambulante. Non devono mancare le autorizzazione dal Ministero della Sanità, rilasciate dalla Asl, e l’immatricolazione del veicolo come veicolo speciale ad uso negozio.
Facile, no?
Se a questo punto non avete ancora abbandonato il progetto, restano le solite formalità: Partita IVA, posizione presso Inps e Inail, iscrizione alla Camera di Commercio e se nel frattempo il vostro veicolo è ancora omologato per la circolazione stradale, potete partire per solcare quella che per molti è diventata la strada del nuovo business.
Oltre ai vari “Toni Panini Buoni” o “Birra e Salsicce”, il foodtruck sta diventando una faccenda seria, con cuochi stellati che abbandonano i fornelli e decidono di condurre il loro business su tre (o più) ruote.
Tanto per non farsi mancare nulla, è partito infatti lo Streeat, il festival dedicato al foodtruck: la prima tappa è iniziata a Roma nell’affollato fine settimana appena concluso, e proseguirà per Firenze, Bologna, Sarzana, Padova e Milano, portando su tre ruote le specialità dello streetfood italiano (ma non solo) in giro per il Paese.
Anche questo festival conferma l’esplosione del nuovo business, ribadito dall’organizzatore Federico Trotta: “ogni giorno ricevo richieste di adesione. Ho selezionato almeno 200 attività, comprese quelle in avviamento, ma allo Street Food Truck Festival partecipa solo l’eccellenza organizzatori”. Presto ci sarà anche disponibile una vera e propria app per seguire i “foodtruck” per la nostra penisola ed oltre.
Se pensate di partecipare allo Streeat, ecco alcuni degli apecar gastronomici fra i più interessanti (molte dei quali avevamo già adocchiato).
FARINEL ON THE ROAD
Dal medioevo all’Ape: qui si gustano le miasse (o “miasce” come si dice dalle mie parti), ovvero una sorta di piadina di mais da farcire con salumi e formaggi. Goduria rustica.
PIZZA & MORTAZZA
Un nome ed una missione, già di per sé stampata sull’esterno dell’Ape: rosa a pois bianchi, come ogni sezione di mortazza. La mortazza è sacra e se è accompagnata da pizza e focaccia, è ancora più sacra.
IL TORELLO
Il torello nasce con lo scopo di diffondere la tradizione e soprattutto il sapore della storica Chianina. Quindi al torello potete sfondarvi di hamburger di pura chianina originari dall’azienda agricola La Toraia.
LU BAR
Dalla Sicilia arriva l’Ape dei due fratelli Lucrezia e Ludovico, che propongono i tradizionali arancini di riso siciliani, con uno stile più da salotto che da strada, con design e servizio ricercati.
APE FRITTO
Nessun giro di parole: preso questo apecar potrete gustare fritti in pastella con farine selezionate prodotti biologici e massima qualità. Il suono dell’olio che sfrigola sarà gioia per le vostre orecchie (e papille gustative).
MOZAO
Niente apecar per il Mozao, ma arriva la Luisona, una sorta di roulotte che accoglie l’imbattibile gnocco fritto, grande protagonista di questo foodtruck.
BELLO & BUONO
Anche se non fosse bello, l’importante è che sia buono, anzi che siano buone le specialità di questo foodtruck verace napoletano, con pizza a portafoglio, panuozzi e melanzane alla parmigiana a fare da carburante.
BBQ VALDICHIANA
Ancora un volta protagonista è la chianina, declinata sempre sotto forma di hamburger e questa direttamente dalla Valdichiana, e dove sennò? innaffiata da birra artigianale.
MIGNON
Napoli non è solo pizza, ma anche dolci e in questo caso Mignon ha deciso di scorrazzare le specialità dolciarie partenopee in giro per la città di Milano, anche agli eventi più gettonati
APE SCOTTADITO
Streetfood come la strada comanda quello dell’Ape Scottadito, che propone sfiziosità principi dello streetfood, come arrosticini, fritto misto di pesce e olive ascolane. Un trittico che saprà soddisfare compulsioni gastronomiche in mobilità.
PRIMO SAPORE
L’apecar sa anche innovare senza dimenticare al tradizione; la prova è Primo Saper, che rielabora piatti tradizionali e semplici (pasta e fagioli, risotto alla milanese, ecc) in chiave moderna. E mobile.
SUPPLIZIO
Mai nome sarebbe più adatto, se riferito al momento in cui vedete passare sotto il vostro naso l’ape di Supplizio con, supplì, fritti e panini gourmet e ahimè non potete fermarvi. Le maledizioni della strada.
CINEMADIVINO
Geniale l’idea di Cinemadivino: coniugare il cinema e la gastronomia, offrendo per strada piatti della cucina romagnola e la proiezione di film di richiamo. Così, se non piace il film, almeno ci si può consolare con una bella piadina.
APE LEMBO BISTROT
Un po’ di tutto da quel di Torino, con specialità dolciarie, kebab, churros e waffles e un po’ di tutto per un foodtruck che fa della sua varietà multiculturale il punto di forza. Senza dimenticare la pasticceria torinese.
ESKIMO
Il vecchio carrettino dei gelati non è solo una memoria del passato o qualcosa che si vede solo più nei film. Con Eskimo il gelato ritorna sulla strada, ed è festa non appena sentirete la tipica musichetta che faceva accorrere grandi e piccini.
PHIL’S Slow Smoked American Barbecue
Da Phil si può gustare un barbecue di primo livello; non una semplice grigliata all’italiana, qui si fa sul serio e la carne viene affumicata su legna per otto ore. E non dimenticata le patate al cartoccio.
APE ROMEO
Panini di alto livello con Cristina Bowerman che propone, pizza e mortadella artigianale, ciabattina con coppa di testa cotta, panino di pastrami e molte altre leccornie che portano il food truck a livelli sublimi.
L’APPETITO
L’appetito vien guidando, potremmo dire in questo caso; e che c’è di meglio di una bella porzione di polpette? ma anche ricotte, formaggi, stagionati, taralli e altro, tutto marchiato Buon Cibo e il Buon Bere.
MR MAX L’OSTERIA DEL GNOCCO FRITTO
La missione è evidente: portare in giro per le strade il gnocco fritto, quello modenese, realizzato e condotto da Mr Max. Un tempio a tre ruote per la cucina emiliana per strada.
GIGETTA CUCINANDOSURUOTE
Anche il foodtruck parla vegano: l’ape di Gigetta punta sulle nuove tendenze che vorrebbero escludere carne ed alimenti animali e si dedica a prodotti vegani, come farina di semi di canapa.
LAPANELLA
Altra specialità irresistibile della tradizione siciliana è la panella, ed anche per questo c’è un’ape per quello, cui si aggiungono anche le crocchè.
FUORI DI MENTE
Carne come protagonista dell’ape per Fuori di Mente, che ci riempie i panini di hamburger di fassona; per chi preferisce sapori più crudi, da non perdere la tartare di chianina.
BIANCO BUFALA
Intramontabile caprese, con prodotti genuini ed autentici campani: rossi e succosi pomodori su cui si stende e una bianca morbida e soffice mozzarella di bufala campana. Un sogno su tre ruote.
MO’MO’ FOOD
Si resta in tema con Mo’Mo’ Food, che ci offre una compilation di panini ma anche mozzarella di bufala, esaltazione della tradizione mediterranea, con piatti tradizionali della costiere amalfitana.
LA CREDENZA – VINCOTTO EXPERIENCE
Vincotto is the word, Vincotto è la parola d’ordine di questo apecar salentino, che si sono presi la briga di rivisitare in chiave moderna tradizioni e sapori dell’antica cucina romana
CHEF IN VIAGGIO
Una capiente roulotte per offrire in giro per il Paese la tipica cucina veneta, fra cui sarde in saor, zuppa di fagioli, seppie di laguna con piselli e polenta e molto altro.
APE TIZER
Gioco di parole invitante, così come l’offerta di questo apecar, che propone hamburger cotti sottovuoto a bassa temperatura. E chi l’ha detto che il foodtruck e solo birra e salamella?
FOOD FAMILY
Questione di famiglia, così come la cucina, tipicamente romana e super tradizionale: non può mancare al trippa alla romana e la porchetta. Sarà come essere in famiglia.
[Crediti | Link: Dissapore, IlSole24Ore. Immagini: Roma City News, Marisa Perez, Davide Pochetti]