Gli anni ’50 sono ovunque, rispolverati da generazioni in cerca di identità, osannati soprattutto dal genere femminile come fossero stati solo libertini e proto-femministi (mentre si era obbligate a passeggiare in centro con reggiseni preformati a forma di razzi nucleari). Da Fonzie fino ai giorni nostri, l’alone patinato della casalinga perfetta imbottita di lacca e dalle curve mozzafiato non sembra destinato a scemare. Lo dicono serie vintage, festival vintage, miss vintage, fiere vintage, persino autolavaggi vintage. Non solo in Italia.
Il fatto è che, per le tante aspiranti pin-up in cerca di marito hipster, la vita è in salita se decidono di adottare fedelmente lo stile di vita gastronomico delle loro beniamine.
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Care le mie pin up, essere sexy è un grande impegno, servono pazienza e costanza anche nel mangiare. Ad esempio, se volete essere esplosive, delle vere Platinette, non fate mancare dalla vostra tavola questi 5 piatti “oh so fifties”.
Se proprio vi sembra il caso.
1. MILKSHAKE:
bomba calorica per eccellenza, è un must per la serata al Drive in, che oggi al massimo è al Mc Drive. Ma c’è chi non si dà pace e ancora crede che Ritorno al Futuro sia una storia vera.
Da gustare rigorosamente con la cannuccia (e ho assistito dal vivo a scene tragiche di gente che cercava di raccogliere la panna montana con l’ausilio della sola cannuccia), sappiate care pin-up 2.0 che il vostro caro beverone vi si andrà a piazzare direttamente sul lato B, quello che più serve durante l’esibizione del boogie-boogie.
2. BROWNIE:
è la glassa il vero dramma, ma è anche componente imprescindibile di questi dolcetti dall’aspetto non certo invitante. La glassa, dicevamo: quella melmosa e ipercalorica colata di zucchero che riesce a dar forma anche all’informe. Provate a pensare a questa lava zuccherina sulle vostre caviglie.
Altro che Bettie Boop, a lungo andare assomiglierete di più alla Sora Lella.
3. CUPCAKE:
carini, dolci, delicati con le loro forme da mini torte della nonna del New Jersey, oggi sembrano vivere una seconda giovinezza, ma nascondono insidie burrose che la prova costume non vi sconterà. E poi, sarete costrette ad ammetterlo anche voi, sono più belli che buoni, poveri piccoli abbozzi di dolciume.
Se fossero stati realmente buoni, Elvis li avrebbe aggiunti al mitico panino suicida.
4. MARSHMALLOW:
diciamocela tutta: siamo cresciuti a pane e salame, e i primi ricordi delle nostre vacanze sono quelli delle lunghe e brulicanti spiagge romagnole. Invece, tra noi, c’è chi si ostina a fare finta di essere andata al Camping estivo in Ohio, dove si scaldavano sul falò lunghi bastoncini con infilzati i classici marshmallow.
Non è vero, aprite gli occhi: quelli erano solo i telefilm degli anni ’80 alla tv. Fatevene una ragione.
5. COCA COLA:
lo sappiamo tutti che le bollicine incidono violentemente sul girovita, non è una novità. Eppure le veneratissime pin-up marchiate Coca Cola, nei vecchi cartelloni scoloriti delle pubblicità, coi loro pantaloni a vita semiascellare sfoderano baldanzose delle silhouette impeccabili. E pensare che non c’era ancora la coca zero ai tempi di Einsenhower.
Dopo questo post alcune delle mie amiche temo non mi parleranno più, oppure mi obbligheranno a restare digiuna e in silenzio piazzata davanti alla maratona delle infinite serie di Happy Days, fino a quando a Ron Howard non cadrà l’ultimo capello.
[Crediti | Link: Wkipedia, Summer Jambouree, Miss Pin-Up, Fiera Vintage, TgCom, David Lebovitz. Immagini: Vogue]