Per quasi 11 anni ho lavorato in ristoranti e pizzerie tra la Sicilia e Milano. Ho fatto il cameriere e questo mi ha permesso di osservare come si comportano le persone durante l’intimo atto di mangiare. I locali sono i teatri in cui vanno in scena vezzi, paranoie, gusti astrusi e buone o cattive maniere delle più diverse tipologie umane. Alcune di queste mi hanno sempre colpito come le coppiette che si guardano annoiate intorno senza scambiarsi neanche una parola per tutta la sera.
Ma a voi lettori di Dissapore che reclamate scoop a gran voce, delle mie esperienze da studente-cameriere che vi frega? Nulla, infatti chiudo l’incipit e vado dritto al punto.
Sebbene nelle sale dei ristoranti si vedano camerieri gironzolare come zombie incapaci di gestire una manciata di tavoli o che compiono duecento viaggi per portare due menu e un’oliera e che spesso non conoscono gli ingredienti delle portate sulla carta (ma qui entra in gioco la responsabilità dei gestori), c’è da dire che alcuni commensali ritengono che il clientecentrismo sia legittimo in ogni circostanza e mancano di accortezze che rendono il lavoro molto più difficile, soprattutto a livello nervoso.
Ecco quindi 5 situazioni che mettono a dura prova la pazienza dei camerieri (e ricordate: il cliente non ha ragione sempre e comunque anche se lavora, produce, paga e pretende):
5) FARE BATTUTE CHE NON FANNO RIDERE MA CHE FANNO PERDERE TEMPO
I clienti alla mano sono sempre graditi e rendono più accettabili ritmi elevati, ma non mancano i Simpaticissimi abili a rigurgitare solo battutissime che neanche a Made In Sud.
Chiedere il “sale-che-scende” o se nella “Biancaneve-ci-sono-anche-i-nani” (idiozie realmente capitatemi a portata di timpano) non fa aumentare la secrezione di endorfine di un cameriere, che nella foga lavorativa dovrà distogliere l’attenzione dai suoi compiti per decodificare l’agghiacciante freddura (“parla sul serio o no?”) e rispondere con un “Eh Già” agghindato con un sorriso a metà tra il mi-imbarazzo-per-te e mi-fai-paura.
Dai, su, che ora arriva l’infermiera con le medicine.
4) CHIEDERE QUANTO TEMPO CI VUOLE 5 MINUTI DOPO AVER ORDINATO
Se il contesto è la dannata pausa pranzo durante la quale c’è da ingozzarsi per timbrare il rientro in ufficio la fretta è ammessa, ma in una normale cena in cui ci si può godere con calma cibo e compagnia, perché avere la paranoia dell’essere serviti seduta stante?
Il cameriere, che sta tra i due fuochi Clientela-Cucina (di cui deve sempre giustificare le sbavature e i ritardi), dovrà servire voi e altri cento e più come voi che hanno la stessa vostra Incredibile Fame. E una volta tanto a tavola rilassatevi e non guardate l’orologio.
3) DIMENTICARE IL PIATTO ORDINATO, SOPRATTUTTO SE SI È IN UNA GRANDE TAVOLATA
Il cameriere arriva al tavolo carico di piatti incandescenti e “chiama” la pizza da consegnare. Non ricordate di essere gli unici ad aver ordinato quella dal nome così bizzarro e fissate il giovanotto urlante come se parlasse una lingua morta (o continuate a farvi i cazzi vostri, che è anche peggio).
Costretto a tornare indietro per una conferma, il povero omino in divisa si ripresenterà con la stessa pizza dallo stesso nome finché qualcuno vi dirà: “Oh, ma è la tua!”. E una volta addentata avrete anche la faccia tosta di lamentarvi che adesso è fredda.
Santa Pazienza, prega per noi.
2) CHIEDERE DI POTER ORDINARE SENZA AVER ANCORA DECISO
Vi sbracciate come se steste annegando per richiamare l’attenzione del cameriere, lui accorre trafelato abbandonando le bevande del 18 ammantate nella condensa sul bancone.
“Ci siamo?” chiede lui e voi “amore, hai scelto? Ancora no? Be’, io neanche, non c’è nulla che mi ispiri”. I secondi sono scanditi dal ticchettio della penna sul blocco-comande e al “passo dopo?” la risposta è sempre “NO!”.
Nel frattempo in cucina bestemmiano perché le linguine con aragosta del 7 dovevano uscire un minuto fa. Ma a voi che il menu non lo avevate ancora letto tutto ciò non importa.
Aspetta e poi corri a non farti licenziare, schiavetto!
1) LASCIARE UN AUTENTICO PORCILE SOPRA, SOTTO E TUTTO INTORNO AL TAVOLO
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Tovagliolini ridotti a brandelli o a palline, salse sparse ovunque, rimasugli di cibo disseminati in un campo minato, certi clienti sono Unni che se ne fregano di chi dovrà ripulire per loro.
Senza parlare di chi non centra la tazza in bagno o dei bambini sguinzagliati a far danni intralciando le lunghe maratone ai tavoli. Cercasi Buona Educazione o solo un po’ di Empatia.
C’è qualche cameriere tra voi che può smentire o confermare? Grazie.
[Crediti | Link: Dissapore]