Se oggi George Clooney ci zittisce con il pleonastico “What Else”, per parafrasare l’immortale Nino Manfredi potremmo replicare con un “il caffè è un piacere, se non è comodo, che piacere è?”.
Le parole magiche sono: “prodotti pronti”. Ovvero le capsule, in particolare Nespresso, che hanno letteralmente terremotato il mercato del caffè mettendo fine alla magia del caffè preparato con la moka, un momento familiare sacrificato alla fregola di portare la qualità del caffè fatto in casa a livello di quello del bar.
I freddi numeri: dal 2011 al 2014 il numero di famiglie che usa le capsule è praticamente raddoppiato, passando da 1,5 a 2,6 milioni. Il record dei consumi spetta alle famiglie under 35, ovvero le coppie senza figlie e i single.
Comodità, tecnologia e semplicità d’uso, oltre al pregevole marketing, sono le vere ragioni del successo delle capsule Nespresso, per esempio, riassunto nell’immediato slogan, “What Else” “Che altro?”. Appunto, diteci che altro serve per farsi un caffè? Come evidenzia lo studioso James Hoffmann in un test sulle capsule più famose del pianeta, con una macchina per il caffè Nespresso “in meno di 50 secondi si ottiene un caffè espresso migliore di quello di molte caffetterie disponibili in tutto il mondo.
L’espresso vero, per essere gustato, richiede uno di quei grossi e costosi bolidi da bar, un macina caffè rispettabile, l’attesa per la temperatura corretta dell’acqua e la poco piacevole sessione di pulizia finale dell’attrezzatura. Tutto ampiamente fuori portata per un utente medio, che vuole solo il miglior caffè al minimo sforzo.
Il risultato è che oggi anche nel vocabolario di noi italiani parole come Volluto, Arpeggio, Indriya, Livanto, Ristretto, Roma, i nomi delle capsule Nespresso, parte del colosso alimentare Nestlè, sono diventati sinonimi di caffè.
Ma il dato sorprendente è che in nome della comodità, persino in un periodo di ristrettezze economiche come questo, siamo disposti a sorvolare sul prezzo. Seguite questi esempi:
CAPSULE:
Vergnano Espresso Arabica: 64 euro al kg
Capsule Illy 100% Arabica: 57,95 euro al Kg
Capsule Lavazza A Modo Mio: da 52,42 a 48,25 euro al kg
Per non parlare delle capsule Nespresso, in genere le più costose
CAFFE’ IN GRANI:
Illy: 26,16 euro al kg.
Segafredo: 13,75 euro al kg.
Lavazza Oro: 16,50 euro al kg.
Vergnano: 14,19 euro al Kg.
CAFFE’ MACINATO:
caffè equo-solidale Alce Nero Arabica bio: 15,80 euro al kg.
caffè di marca al supermercato: 8,20 euro al kg.
caffè macinato di qualità cru tipo Giamaica Caffè: 28/30 euro al kg.
A conti fatti le capsule arrivano a costare quasi cinque volte l’equivalente del tradizionale caffè macinato; un costo impressionante per un privato e anche per una piccola azienda.
Di fronte però alla sconcertante comodità del sistema, ecco che il prezzo diventa quasi un dettaglio trascurabile: noi siamo disposti a spendere quasi 50 euro al chilogrammo per goderci il nostro caffè.
Personalmente non mi trovo così d’accordo con la passione degli italiani per le capsule Nespresso. Capisco il senso di appartenenza istigato dalla distribuzione monomarca, con molte boutique, specie nelle città più grandi, capisco soprattutto George Clooney e il richiamo di uno slogan riuscito, ma le qualità sensoriali di queste capsule, a parte un paio, non entusiasmano. Non entusiasma il continuo retrogusto di tabacco bruciacchiato delle cialde più robuste, né lo scialbo sapore delle versioni meno intense.
Ma chi come me si diletta a preparare il caffè con la caffettiera francese, napoletana, e quella a depressione probabilmente non fa testo.
Cosa resta da dire sul nostro amore cieco per le capsule di caffè? Che la sfida tra i produttori si gioca anche su un altro terreno, accessorio sì, ma non nel volume di business. Parliamo delle macchine per uso casalingo. Che non si può dire costino poco, tra i 200 e i 250 euro.
Mentre ora Nespresso punta a conquistare lo spazio dietro al bancone dei bar.
Pensateci: una consistente fetta di bar e ristoranti potrebbe decidere di rottamare la vecchia Cimbali e sostituirla con una Nespresso. Niente più macchina da pulire, caffè da macinare, e filtri da sciacquare: solo cialde da infilare e un pulsante da premere, e boom ecco l’espresso come al bar, direttamente al bar.
Alcuni l’hanno già fatto.
Voi amanti del caffè come reagireste? Ordinereste un caffè al bar o al ristorante sapendo che proviene da una cialda Nespresso?
Mentre voi, esercenti, siete pronti a convertirvi alla nuova fede della torrefazione del Profeta George al grido di Nespresso Akbar?
[Crediti | Link: Dissapore, Repubblica, Jim Seven]