Parliamo di buone maniere a tavola, queste (spesso) sconosciute. Chi ha ricevuto una corretta educazione, sin da moccioso si sarà sentito ripetere di Non Poggiare I Gomiti Sul Tavolo, di Non Parlare Con La Bocca Piena e di Non Emettere Rumori Mentre Si Mastica e negli anni avrà sicuramente messo a frutto questi precetti: vero?
Nonostante non serva un corso per apprendere certe norme essendo semplici convenzioni deducibili con un po’ di buon senso, non è raro osservare intorno a noi comportamenti da ma-davvero-lo-stai-facendo-? e viene spontaneo chiedersi come certe persone non si sentano inopportune.
Ma è facilissimo scorgere la pagliuzza nell’occhio del prossimo nostro senza accorgerci che anche noi siamo protagonisti di quotidiane violazioni del codice.
Ci sono infatti diverse azioni che il Bon Ton vieta ma che infrangiamo in buona fede e quando le intercettiamo intorno a noi non ci recano alcuno scandalo, le accettiamo perché ci paiono normali. Nulla di grave o sensazionale, eh, magari i garanti del Galateo sono solo dei precisetti-bacchettoni-tritamaroni.
Ad ogni modo, è severamente vietato:
1) USARE IL COLTELLO PER LE FRITTATE (E LE UOVA SODE E IL FORMAGGIO)
Non si usa. Punto. Per tirar via un lembo di frittata i rebbi della forchetta sono più che sufficienti. Può darsi che io sia uno zulù sotto mentite spoglie ma uso sempre il coltello. La stessa cosa l’ho vista fare a numerosi amici e conoscenti, segno che sono circondato da cavernicoli.
Proprio come me.
2) ARROTOLARE GLI SPAGHETTI CON L’AIUTO DEL CUCCHIAIO
Lo vedevo fare a mio nonno paterno, è un atto che inconsciamente associo all’anzianità, invece è prassi per tanti miei coetanei (e io sono ancora un giovine fringuello). È vietatissimo, neanche a dirlo, il cucchiaio si usa solo per zuppe e minestre.
Vabbè, c’è anche chi taglia la pasta lunga col coltello – visto con i miei occhi, mi sveglio ancora in piena notte tutto sudato quando mi si ripropone la scena in sogno, insieme alla cena.
3) FARE LA SCARPETTA
Tutto il sugo dell’amatriciana è lì, immobile sul fondo del piatto e reclama a gran voce d’essere sacrificato. La puccia del brasato con quel tocco di umami non aspetta altro che essere adottata dalle papille gustative. Che faccio, lascio tutto lì?
Io me ne fotto se per il Galateo è buona norma che rimanga qualcosa nel piatto, ci strofino su il pane e ripulisco tutto a prova di specchio, anche perché dopo un po’ i piatti s’incrostano e non mi va di star lì ad armeggiare con la spugnetta abrasiva. Una Scarpetta al giorno leva l’unto di torno.
4) USARE GLI STUZZICADENTI
Mangi l’arrosto e ti resta mezzo manzo tra i denti? Soffri provando semmai a far pressione con la lingua. Oppure ti alzi e vai in bagno a smanettare con il mignolo. Insomma, gli stuzzicadenti a tavola sono banditi.
Non si usano neanche ponendo la mano davanti la bocca, accortezza che hanno in pochi tra l’altro, dato che in tanti operano con i denti esposti in pubblica piazza accompagnando il tutto con risucchi interstiziali neanche fossero grilli che friniscono in piena notte. Fastidiosi e cacovisivi.
5) USARE IL CELLULARE
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Lo sanno pure i sassi che a tavola il telefono va ostracizzato ma lui è sempre lì, pronto a illuminarsi e vibrare. Nonostante io stesso mi macchi quotidianamente di questo crimine contro la convivialità, ritengo che sia la più alta forma di maleducazione socialmente accettata (in ogni circostanza, non solo a tavola).
Star chini sul telefono a pattinare con l’indice sullo schermo non prestando attenzione verso gli altri commensali è la quintessenza della scortesia.
L’atto dovrebbe prevedere l’arresto immediato e la reclusione nelle segrete del castello quando avviene durante un incontro galante, invero roba da bestiacce di selva. Nessuna notifica di Facebook e tanto meno nessuna email di lavoro sono così urgenti. E poi, dai, il cibo si fredda.
Ne ho dimenticata qualcuna?
[Crediti | Link: Dissapore]