Seguitemi indietro nel tempo, non molto: “Che tempo che fa”, Aprile 2012.
Ospite di Fabio Fazio c’è un’inedita coppia composta dalla portavoce della ricetta minima spesa minima massima resa, Benedetta Parodi, primatista dei libri più venduti e –immancabile in ogni sua biografia– reginetta del Mars fritto.
Insieme a lei Carlo Cracco, non ancora beneficiato da Masterchef.
Sembra tanto tempo fa, non è così?
Seguono venti minuti di battibecco, Benedetta difende accanita i suoi surgelati, Carlo prova a spiegarle nozioni di abnorme complessità tipo stagionalità o attenzione per le materie prime.
Okay, adesso focalizziamo l’attenzione su uno scambio di battute apparentemente insignificante.
“Tra Cotto & Mangiato e Benvenuti nella mia cucina ho venduto 2 milioni di copie” trilla la Parodi. “E’ l’unica cosa che invidio a lei” ammette lo chef, con cracchiana aplombe. Salvo poi concludere: “Però mi sto attrezzando, ci arrivo prima o poi”.
Giugno 2013. Siamo tornati a oggi, più di un anno dopo l’affermazione di Cracco suona profetica. Quanta differenza può fare un anno: i girovita lievitano, i capelli s’imbiancano, in sostanza, le cose cambiano.
Masterchef si avvia verso la terza stagione dopo aver regalato ai suoi tre giudici – Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri – una popolarità impensabile.
Il tubo catodico è ormai un canale digerente attraversato da un carico di chef stellati: Antonino Cannavacciuolo è diventato l’orco buono di “Cucine da Incubo”, Davide Scabin ha sedotto il pubblico di RaiUno con “La Terra dei Cuochi”, Davide Oldani di programmi ne ha addirittura due.
Per non parlare del misterioso replicante di Gordon Ramsay che condurrà la versione italiana di Hell’s Kitchen.
Passando dalla tv a i libri, un mese dopo la pubblicazione “Se vuoi fare il figo usa lo scalogno”, il libro di ricette di Cracco, aveva raggiunto quota 30mila copie e –adesso è il momento di ricordare l’affermazione profetica– ha surclassato per copie vendute “Mettiamoci a cucinare”, l’ultimo libro della Parodi.
La quale, nel frattempo, sembra non passarsela bene.
Anche se il palinsesto autunnale di La7 non è ancora ufficiale, voci molto insistenti dicono che il suo programma, “I menù di Benedetta”, verrà cancellato. Ascolti troppo bassi, pare. La Parodi ha lasciato Mediaset per un contratto che prevedeva uno stipendio 4-5 volte superiore a quello del Biscione. Ma la ex reginetta ha fatto flop.
Come interpretiamo tutto ciò? Facciamo due ipotesi.
1. Buona cucina batte cattiva cucina.
Siamo stufi della pasta frolla pronta e dei gamberoni vietnamiti, delle ricette raffazzonate per risparmiare qualche nano-secondo, del pressapochismo ai fornelli. Sugli schermi e in libreria vogliamo cucina buona, punto. Benedetta Parodi go home.
2. Cucina mediatica batte qualunque cucina.
I fatti sono noti. Gli studi televisivi sono pieni di cuochi, i ristoranti funzionano solo se trainati dal viagra dello share, per un cuoco imporci l’indigestione di saccaposci, padelle bruciacchiate, pasta di zucchero, frigoriferi pornografici, macaron multicolor è ormai la sola cosa che conta.
Delle due una.
[Crediti | Link: Dissapore, Libero quotidiano]