I gastrofighetti prêt-à-manger possono stare tranquilli: Autogrill non ha aperto Bistrot Milano Centrale alla stazione di Milano per un incidente, è stato il primo passo di un’evoluzione che dovrebbe proiettare il genere “ristorazione per viaggiatori” verso nuovi e più felici orizzonti.
Lo ha detto l’amministratore delegato Gianmario Tondato: Autogrill non sarà più una sosta forzata durante il viaggio, magari esclusivamente per cause idrauliche (no, questo non l’ha detto) ma un vero motivo per fermarsi, e non solo in autostrada.
Coloro che vivono perennemente in viaggio trascinandosi dietro la casa in formato trolley (ehi sono io, stanno parlando di me) possono iniziare seriamente a preoccuparsi. Proprio ora che avevamo imparato a sgusciare tra i turisti schiavizzati da Tobleroni o quarti di pizza spatasciati, per accaparrarci un Camogli scrauso ma utile ad affrontare il viaggio senza divorare il poggiatesta davanti a noi, ecco, proprio ora, ci cambiano tutto.
E mentre si profila all’orizzonte un nuovo sport: il percorso a ostacoli tra i suddetti gastrofighetti prêt-à-manger venuti appositamente fino a qui/lì/ovunque-sia per assaggiare, dopo opportuna fotografia, l’irrinunciabile tendenza del momento, ci chiediamo come potremo sopravvivere.
Ma il cambio di rotta s’impone: negli ultimi tre anni le autostrade italiane hanno perso circa il 13% del traffico. Colpa della crisi, del prezzo della benzina, della concorrenza di alta velocità e voli low cost. Così le aree di servizio sono diventate troppe, ne abbiamo una ogni 25 km di autostrada, mentre la media europea è doppia.
Servono nuove motivazioni per la sosta, spazi adeguati, la rete wireless, dei tablet, la possibilità di vedere i notiziari tv. O sistemare telecamere nel parcheggio per dare tranquillità.
E il cibo?
Al posto dei panini cartonati o di caffè invitanti come un mal di denti, avremo prodotti locali, garantiti, pasta preparata al momento, pane fatto con il lievito madre.
Bistrot Milano Centrale sembra essere il nuovo mantra e rispetto a Rustichelle e Bufalini, per evitare i quali oggi i gourmet si portano il panino da casa, sembra un bel passo avanti nella direzione dell’Autogrill che vorrei. Se aggiungiamo l’uscita diretta (senza percorsi che costringono all’ascolto dei demoniaci pupazzi parlanti), panini dal vero sapore di pane con formaggio e salame, solidali con il mio portafoglio, mettiamoci anche un un bagno pulito, direi che ci siamo.
Speriamo che i buoni propositi non restino lettera morta facendo di noi viaggiatori creati per autostrade galattiche, e più che altro, condannandoci al Capri eterno.
Ma visto che siamo in argomento, voi, nell’Autogrill dei sogni, cosa ci mettereste?
[Crediti | Link: Dissapore, La Stampa]