Apre il 18 marzo, in piazza XXV aprile. Quartiere Garibaldi. Tre piani nella sede dell’ex Teatro Smeraldo. E’ il nuovo Eataly di Milano. Non abbiamo resistito e abbiamo chiesto al patron dei patron Oscar Farinetti qualche anticipazione.
Oscar Farinetti, ci conferma che il nuovo Eataly apre il 18 marzo?
“Aprirà il 18 marzo e saranno 5 giornate di Milano in festa. 166 anni dopo le 5 giornate vere (l’episodio storico del Risorgimento italiano: le 5 giornate di Milano, 1848 ndr). Il nuovo Eataly sarà dedicato alla musica, al pop e al rock. C’è un grande palcoscenico sospeso. 3 piani. Faremo musica dal vivo tutte le sere”.
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Qualche nome in programma?
“Non c’è nessun nome in programma, quello è l’ultimo dei problemi. Ci interessa la musica, ci interessa che i giovani utilizzino il nostro palcoscenico per farsi conoscere. Ma il protagonista è sempre il cibo”.
A proposito di cibo: in che percentuale ci saranno prodotti milanesi?
“Non solo prodotti di Milano ma di tutta la Lombardia: un buon 30%. Abbiamo fatto un lavoro di ricerca in questi ultimi 3 mesi. Milano è la seconda provincia agricola per produzione, quindi di quantità ce n’è, e sarà di buona qualità. Siamo andati alla ricerca di prodotti fantastici”.
Vi siete focalizzati su qualcosa in particolare?
“No, ci sono prodotti di tutti i generi. C’è un’ottima scelta di Franciacorta. Saranno molto ben rappresentatae le bollicine più famose di Italia, e il riso”.
Una rivelazione, dai.
“Tenteremo di fare un grande risotto alla milanese e una grande cotoletta. Ricostruiremo la storia di questi due piatti immensi. Cercheremo di fare il risotto allo zafferano alla milanese con le quattro S: sano, saporito, sodo e separato. Vediamo se ci riusciamo”.
A Radio 24 ha detto che dal 2016 si dedicherà ad altro, a un progetto che si chiama Green Pea (“pisello verde” tradotto in italiano). Dobbiamo preoccuparci?
“Non è ancora il tempo di parlare di Green Pea. Devo ancora schiarirmi le idee. Posso dire quello che ho detto a Giovanni Minoli ieri mattina: sarà un grande luogo di rispetto per persone di rispetto che verranno a comprare oggetti di rispetto.”
Quindi niente più cibo?
“Inutile parlarne adesso. Poi sapete come sono fatto io: fino al 2016 magari cambio anche idea…”
Di seguito riassumiamo alcuni punti di altri aspetti sottolineati da Oscar Farinetti a Giovanni Minoli su Radio 24.
C’è bisogno di un marchio Italia per difendere il made in Italy?
“Dobbiamo difenderci dal danno della contraffazione agroalimentare con un marchio unico per il cibo italiano. I cittadini del mondo devono riconoscere quello che è italiano, c’è molto da fare e si può fare in 3 mesi non in otto anni.
E come si fa?
“Invento un marchio unico che si chiama Italia, io ho proposto la mela tricolore, e lo appongo su tutti i veri prodotti italiani, poi faccio pubblicità nel mondo. Chi si ricorda quello di pura lana vergine, vero cuoio, quella roba lì. Prima il prodotto italiano e solo dopo parliamo delle nostre D.o.p., D.o.c.g., I.g.p.. Altrimenti facciamo confusione.”
Farinetti a capo del Made in Italy?
“In effetti un capo al made in Italy serve, un grande capo dell’export. Certo non io. Se avesse voglia di farlo, uno come Diego Della Valle andrebbe benissimo.”
[Crediti | Link: Il Sole24Ore, immagini: Serena Eller Vainicher/Scatti di Gusto, Repubblica Milano]