“La dieta detox tutta superfood e smoothie? Non è altro che scam”. Proprio “scam” (semplificando truffa) è il termine utilizzato dal quotidiano inglese Guardian per demolire la dieta disintossicante, che promette di aiutare il nostro organismo a liberarsi da impurità e tossine di origine non identificata.
Il principio della dieta detox è proprio questo: spingere le persone a sentirsi sporche, lorde, tossici alimentari, dipendenti da regimi dietetici ipercalorici e sbilanciati, provocati da sregolatezza e mancanza di attenzione nutrizionale. Ma non preoccupatevi, c’è un metadone anche per voi, e si chiama dieta detox. [related_posts]
In cosa consiste? La parte meno innocua consiglia di scegliere un regime alimentare privo di eccessi, soprattutto per quanto riguarda proteine animali, grassi e colesterolo, controbilanciando con smoothi, beveroni e centrifugati a base di alimenti ricchi di vitamine, antiossidanti, grassi insaturi e sali minerali.
Qui scatta lo scam: il senso di lordura che la dieta detox vuole trasmettere potrà essere eliminato solo con assunzione di alimenti e prodotti specificatamente detox, che contengono agenti disintossicanti. In realtà si tratta di alimenti e prodotti in genere costosi all’interno dei quali sembra non esserci granché di disintossicante: fino ad oggi nessun produttore è stato in grado di specificare scientificamente quali siano questi miracolosi agenti spazza lordura.
Quali sarebbero questi famigerati alimenti disintossicanti di natura? Le diete vanno da un minimo di circa 3 giorni sino a 20, dopo i quali sarete puliti e lindi a suon di ortaggi, frutta e verdura, fra cui spiccano cavolfiore, yogurt, cipolla, carote, finocchi, carciofi, cetrioli, ortiche, broccoli, cavoli, melograno e limone.
Ma vanno forte i cosiddetti superfood, alimenti di cui spesso non conosciamo l’esistenza ma che dovrebbero prendersi cura di noi rallentando il processo d’invecchiamento: semi di chia, polline di api, akai, bulgur, camu camu, lucuma e le ormai famigerate bacche di goji.
Se poi volete andare sull’elaborato, ci sono la zuppa di patate e spinaci, il frullato di carote e zenzero, la cecina alla curcuma, la zuppa di broccoli e porro al chimichurri, l’uovo in camicia in brodo di dashi, il pollo al kiwi, la vellutata di finocchi, spinaci e uvetta, oppure l’insalata di riso nero con condimento al pompelmo.
Per i più integralisti ci sono poi altre pratiche simpatiche, come i mega clisteri, che promettono di liberare l’intestino, lordo dai residui di feci che potrebbero perforarvi le budella; oppure i cerotti assorbenti per piedi, che assorbono durante la notte le vostre impurità umane estratte dalla pianta del piede.
Nel primo caso i residui di feci killer pare non siano stati ancora individuati in alcun essere umano, mentre nel secondo caso i cerotti si colorano di marrone per via di una reazione chimica che avviene a contatto con il sudore notturno della pianta del piede.
L’articolo del Guardian ci spiega dunque quello che probabilmente è già noto agli scienziati dell’alimentazione, cioè che la dieta detox è un bufala, una panzana, una truffa che, agisce sfruttando le aspettative delle persone, disposte a spendere cifre significative per clisteri o altri prodotti miracolosi, spinti da una parte dal desiderio di voler dimagrire, e dall’altra dalla facile scorciatoia promessa di poterlo fare assumendo dubbi elisir o adottando pratiche infondate, il tutto sulla fiducia.
Ci sono due tipi di disintossicazione – dice il professore di medicina Edzard Ernst – quello rispettabile, è il trattamento medico delle persone dipendenti [ad esempio dall’alcool ndr] “L’altro è la deformazione delle parole sfruttata da imprenditori e ciarlatani per vendere un trattamento fasullo che dovrebbe presumibilmente disintossicare il corpo dalle tossine che si suppone di aver accumulato.
L’idea è chiara: i trattamenti disintossicanti sono una cosa seria e si applicano a persone che hanno problematiche di dipendenza che mettono a serio rischio la loro salute; il resto sono cialtronate che sfruttano i termini e il significato delle parole per impressionare le persone e foraggiare un mercato piegato al mero profitto e alimentato dalle emozioni della gente.
Attira di più un etichetta con scritto “contiene frampolzato bisodico di partila” oppure “contiene un prodotto che ti purifica”? Le gente può pensare meno, non ha bisogno di verificare se effettivamente il frampolzato bisodico di partila esiste: si fida e si prepara alla purificazione.
Il detox non è altro che l’apostrofo nero fra le parole “non” e “so” (ok, l’apostrofo non serve, ma nemmeno il detox) e funziona alla grande, creando un indotto che continua a crescere. Basta cercare su Google la sola parola detox per vedersi travolti da decine di consigli sulla dieta detox del momento, in rapida crescita con l’avvicinarsi dell’estate.
Alcuni alimenti, come ad esempio il vino che contiene alcool, o i broccoli che contengono una piccola percentuale di cianuro, sono in piccola parte “tossici” ma questa loro composizione aiuta il fegato a mantenersi attivo e il loro consumo risulta benefico: ciò che non ci uccide ci fortifica.
Non abbiamo però bisogno di nessuna dieta detox, prodotto detox o clistere detox per disintossicarci dal bicchiere di vino che abbiamo bevuto ieri sera: è il nostro fegato a farlo per noi.
Nel mondo reale l’unica dieta detox è il quella del buon senso e dell’alimentazione corretta: come affermato dalla dietista Catherine Collins “lo stile di vita definitivo e disintossicante è non fumare, fare esercizio e godersi una dieta sana ed equilibrata, come la dieta mediterranea”. Italia, Paese detox per eccellenza, dunque.
Nonostante l’articolo del The Guardian (non il primo e nemmeno l’ultimo), la moda del detox sembra essere quasi più celebre di quella del botox, visto in particolare il supporto di VIP come Gwineth Paltrow, Ophra Winfrey che danno aria a tali cialtronate.
La previsione è che presto qualcun altro dovrà trovarsi a difendere l’ovvio in tribunale.
[Crediti | Link: Dissapore, Guardian, Cicap, immagini: Guardian]