Scoppia la polemica per il bar in piazza dei Signori a Treviso che fa pagare 30 centesimi a due clienti una ciotola d’acqua per il cane. “Scusi, è possibile avere una ciotola d’acqua?”. Questo hanno chiesto due persone sedute ai tavolini del bar “Signore e Signori” di Treviso per rifocillare il cane che avevano al seguito.
Richiesta prontamente accolta dal personale del locale, che altrettanto prontamente aggiunge la voce “Acqua cane” all’ordinazione.
Al momento di pagare, increduli leggendo lo scontrino (a proposito, rileggere la nostra scontrineide è sempre istruttivo), i due clienti hanno chiesto spiegazioni ai titolari del bar, che giustificavano il surplus di 30 centesimi per il servizio e la ciotola. Ovviamente la foto dello scontrino è stata postata sul web e sono bastate poche ore per arrivare ai TG nazionali.
La maggior parte delle reazioni sul web è palesemente in difesa dei clienti (il cliente ha sempre ragione?), con toni che vanno dallo stupito all’indignato. Non è stata la somma, chiaramente, a scatenare la contestazione generale, ma il gesto.
Il fatto di avere la voce “Acqua cane” nel registratore di cassa significa che non è una novità per il bar trevigiano farsi pagare questo genere di servizi, scoperta che ha indispettito ancora di più gli animalisti, che condannano e promettono boicottaggio (tutto questo gratis invece).
Acqua & Cani. 1877 vs 2015. Il tracollo della civiltà. pic.twitter.com/G8QcdaQxfa
— matteo grandi (@matteograndi) 20 Luglio 2015
C’è chi, addirittura, è andato a riesumare un’ordinanza del magistrato civico di Trieste, risalente al 1877, che invitava i proprietari di esercizi pubblici a tenere fuori dai negozi dei recipienti d’acqua “monda” per i cani, durante la “stagione calda”. Promettendo sanzioni per i disubbidienti.
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Più esiguo, invece, il numero di chi difende il bar, considerando la ciotola d’acqua una consumazione come un’altra, e non un dovere (morale?) dei proprietari: “si chiama servizio al tavolo! Uomo o cane che sia“.
La storia dell’acqua gratis nei bar è una questione ancora irrisolta: se al sud è prassi affiancare alla tazzina di espresso un bicchiere d’acqua (compreso nel prezzo), a Milano non è difficile che vi inseriscano un sovrapprezzo per averlo.
Ma ora il problema sembra essere un altro, l’acqua cane. Confidiamo nel buon senso dei gestori.
[Crediti | Link: Tribuna Treviso, Dissapore, Velvet Pets]