Cari amici, riprendo le dissertazioni su quella bevandina scura, calda e profumata che ogni mattina ci consente risvegli meno traumatici, parlandone stavolta non in quanto moca, ma in quanto caffè. Alzi la mano chi, a morte subitanea, sa con certezza se quella e finale vada accentata cosí o cosà. Anche stavolta, l’esimia Bibbia [leggi Treccani, deriva Enciclopedia] ci toglie ogni dubbio – sempre che abbiate quella mezzoretta che v’avanza per affrontare un affondo di cotanta caratura.
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Riassumo per voi – ma allacciate le cinture, ché è una roba un po’ noiosetta: l’accento grave va sulle vocali la cui pronuncia non cambia tra aperta o chiusa (a, i, u) e sulle varianti aperte della o e della e; l’accento acuto, di conseguenza, andrà sulle varianti chiuse delle suddette o ed e.
Nel caso di parole tronche che finiscano per e, l’accento acuto evidenzierà la finale chiusa (perché, finché, sé, né), mentre quello grave ne segnerà la pronuncia aperta (come negli esotismi di antica acquisizione caffè e tè).
E vai! Eccola qui la nostra parolina e relativo accento: CAFFÈ, CI-A-EFFE-EFFE-È-È-È – oh, sembro Aldo e il suo celebre vaffa di Tre uomini e una gamba.
Da Accademica dei Cinque Cereali [la Crusca la lasciamo alla dieta] m’era invece balenato un azzardo linguistico: affidare a quel piccolo accentino finale la sfumatura di significato tra caffè/bevanda e caffé/caffetteria. Vado al caffé a farmi un caffè. Sì, lo so, qui l’equivoco non sussiste: ma che ne dite di Che bel caffè? Sto parlando del bar figo del paese o di un moca fumante che non vedo l’ora di ingollarmi?
Indipendentemente dai miei personali neologismi, tutta questa pippa sull’accento me la sono inventata per introdurre un tema spinoso assai, cari perfettini che come me saltate sulla sedia alla vista di un doppio spazio, un verbo senza l’acca, una sequela di puntini sospensivi………: gli accenti!
Per dire: è giusto purè o puré? Bignè o bigné?? Menù o menu [sì sì, menu senza accento]??? Già, perché ’sta benedetta regola della vocale aperta o chiusa non è che proprio ci aiuti così tanto: la vocale che in Sicilia è aperta, in Sardegna si chiude, per riaprirsi in Lombardia – e in Emilia non ne parliamo.
L’ardua sentenza su tutti quegli accentini ve la regalo la prossima settimana [già già, devo studiare anch’io, non sono nata imparata].
Comunque sia, vi chiedo un piacerone a titolo personale: mettete al bando tutti quei caffe’, pure’, bigne’ e menu’, ché sennò a me invece della mosca, al naso mi salta l’apostrofo.
E vi apostrofo male assai.
[Crediti | Link: Immagini: Flickr – Flavia Conidi]