Oggi bacchettiamo le pigre consuetudini di chi, ieri sera, colpito da sete atavica a causa dell’aria bollente, ha dato uno sguardo veloce al menu del ristorante abbinando al polpo con patate, al risottino, a una ricca Margherita o alla grigliata mista la birra artigianale italiana dal nome più simpatico.
E’ per questo, in fondo, che ci volete bene.
Certo, non è solo colpa vostra. La diffusione della birra artigianale nel circuito italiano dei ristoranti è stata disordinata, spesso i ristoratori l’hanno abbinata in maniera poco congrua, costretti a gestire un prodotto che conoscono poco e di cui, in diversi casi, si riforniscono per compiacere i clienti più stravaganti.
Per buona parte dei sommelier, non tutti ovviamente, la birra artigianale è rimasta un gioco, a cui non è stata dedicata l’attenzione che merita. E ne merita tanta. Specie perché l’abbinamento con il cibo è una zona ambigua che va esplorata con un mix di curiosità e attenzione per le tradizioni regionali dei Paesi delle birra.
Ecco gli abbinamenti che vi consigliamo sempre integrati dall’invito a provare, a sperimentare. E poi, con l’aiuto di “Il racconto della birra“, il libro pubblicato da Vallardi, che aiuta a comprendere storia e segreti dell’amata bevanda, la spiegazione degli stili e per ognuno il suggerimento di una birra artigianale italiana, di quelle facili da trovare (volendo, anche al supermercato).
PESCE.
Riuscita l’associazione con le birre Lager, a bassa gradazione, mentre le Pils esaltano le fritture. Andiamo più sullo specifico, per piatti come calamari in guazzetto o l’amatissimo polpo con patate vanno meglio le Pale Ale, ben luppolate. Mentre le Bock, più forti e strutturate richiamano le grigliate o il baccalà.
PIZZA.
Bock come prima scelta con la Margherita: la morbidezza dell’alcol abbraccia l’acidità del pomodoro. Per pizze più sapide tipo prosciutto, prosciutto e funghi o con i formaggi specie se erborinati, meglio una birra ad alta fermentazione come la Tripel di ispirazione belga. Birra con meno alcol e corpo dolce per la pizza marinara, perfetto l’abbinamento aromatico di aglio e origano con i profumi agrumati di una Pacific India Pale Ale. Chi desidera approfondire legga bene quest’altro post.
PASTA.
Primi piatti e birra non sono per forza un’offesa al palato. I piatti a base di ragù come le tagliatelle chiedono le Weizen, i risotti leggeri sembrano adattarsi meglio alle poco impegnative Blanche. Per il pesto sono raccomandabili Pils o Lager, mentre le zuppe invernali, specie se gratinate, si abbinano alle Brown Ale. Per pasta e fagioli o pasta e ceci ci sono le Bock.
CARNE.
Da evitare marinature o cotture nel vino se si vogliono abbinare le carni alla birra. Weizen e maiale sono un’accoppiata consigliabile, le Pils un abbinamento ideale per carni bianche e faraona. Quaglie e anatre preferiscono le Ale, di tradizione inglese, chiare nel primo caso, scure nell’altro. Ad accompagnare le carni rosse cotte alla griglia in un barbecue estivo non c’è niente di meglio di una Brown Ale. Mentre la carne alla brace chiede le Birre d’abbazia.
Bene, l’eroismo dimostrato arrivando sin qui non è abbastanza, ora vi toccano le principali caratteristiche di alcuni stili birrari e i nostri suggerimenti su quale birra artigianale italiana chiedere con pasta, pizza, pesce e carne.
PILS
La birra dorata, brillante, moderatamente alcolica e amarognola. E’ però lo stile più usurpato del mondo, perché molte Lager industriali dichiarano di appartenervi quando non ne avrebbero diritto.
Birra artigianale italiana consigliata: Tipopils Birrificio Italiano.
PALE ALE
In origine Bitter è il nome popolare dato alle Pale Ale: birre chiare e luppolate. I produttori usavano più questo nome, mentre gli avventori dei Pub chiedevano spesso chiedevano semplicemente una pinta di birra amara. Oggi il termine Pale Ale è sinonimo di Esb, versione forte delle Bitter.
Birra artigianale italiana consigliata: Backdoor Bitter Orso Verde.
INDIA PALE ALE
Lo stile simbolo della rivoluzione dei microbirrifici, la sigla di tre lettere –IPA– che accende lo sguardo degli appassionati. Sono birre superluppolate che nascono in Inghilterra per l’esigenza di essere trasportate in India. In particolare le Pacific IPA sono birre spesso molto chiare, e in ogni caso tra le più aromatiche che esistano.
Birra artigianale italiana consigliata: Surfing Hop Toccalmatto.
BROWN ALE
Antica famiglia di birre tendenzialmente leggere che oggi si articola in Mild, Northern e Southern English, oltre che American Brown Ale.
WEIZEN
La birra di frumento bavarese, la “bianca” più famosa del mondo, è prodotta in numerose sottovarianti; ha antiche origini monastiche, spesso richiamate sulle etichette. Per quanto l’immagine sia ora quella di una birra estiva, in patri era tradizionalmente una bevanda da prima colazione.
Birra artigianale italiana consigliata: Col de Serf, Fratelli Trami.
BLANCHE
Molto beverine, a gradazione alcolica, poco acidule e leggermente dolci, piacciono al pubblico femminile (ma è un cliché) e consumate di preferenza in estate. Ne esistono versioni aromatizzate ai lamponi o altri aromi.
Birra artigianale italiana consigliata: Bianca, Bruton.
BOCK
Il nome è derivato dalla città di origine: Einbeck, in Bassa Sassonia; ma in Baviera, dove la tipologia è stata ripresa, è stato storpiato in Bock, che significa caprone, becco. Sono le birre forti tedesche: alcoliche e tendenti al dolce, quasi prive di aroma di luppolo.
Birra artigianale italiana consigliata: Bibok, Birrificio Italiano.
BIRRE DI ABBAZIA E BIRRE TRAPPISTE
Si ispirano a ricette monastiche ma sono in effetti prodotte da birrifici commerciali, sia giganti industriali che produttori definibili artigianali. Producono birre nelle tipologie trappiste (Enkel, Dubbel, Tripel, Quadrupel) la cui qualità varia dal mediocre al sublime. Le birre trappiste, prodotte cioè nella abbazie trappiste, sono appena 7 nel mondo (6 in Belgio una in Olanda).
Birra consigliata: Tripel Extraomnes.
[Crediti | Link: Dissapore, Vallardi, immagini: thrillist, travelandbeer, camrgb, eccellenza birra, baisalerno, beersiveknown]