Ho trascorso qualche giorno a cavallo di Capodanno a Monaco di Baviera, proprio come tutti gli italiani (è una misurazione a spanne, ma sono convinta non mancasse nessuno). Qualche giorno mi è bastato per sperimentare tutti i piatti della tradizione bavarese che non contengono carne (sono infatti tre), per bere quantità da competizione di birra, per sviluppare una sorta di ossessione per latte e yogurt del produttore biodinamico bavarese Berchtesgadener, e per affezionarmi ai pretzel, da sbocconcellare inseguendoli per le loro aggraziate volute.
Di seguito i momenti migliori del mio soggiorno.
Wirtshaus in der Au (link al sito ufficiale, con musica molesta) è una trattoria bavarese tipica ma mostra un’attenzione superiore alla media per le preparazioni e gli ingredienti utilizzati in cucina: è il classico locale con tavoloni da condividere con gli altri ospiti, menu sfrenatamente carnivoro, porzioni per l’appetito di un nuotatore professionista. Il tris di knodel (barbabietola, spinaci e formaggio) è verace e gustoso. Conto sui 20 Euro, bevande escluse.
L’Augustiner Keller, da non confondere il quasi omonimo, ma molto più anonimo, Augustiner del centro città, ha le dimensioni di una portaerei eppure mantiene una gradevole sensazione di convivialità – è la magia della birra! Ottima l’Augustiner Edelstoff, e ottima l’occasione di sperimentare il mix bavarese: seduti al centro di un vasto tavolo, alla vostra sinistra avrete un gruppo di locali over 70, alla vostra destra turisti cinesi. La cucina tradizionale proposta è buona: dal vasto menu, un po’ più fantasioso della media, noi abbiamo scelto lo stinco di maiale e la crema di funghi con knodel di pane. Si resta sempre sui 20 Euro a persona.
Tra le birre che abbiamo preferito ci sono quelle prodotte da Schneider. Nella Weisses Bräuhäus, il locale in centro città, abbiamo bevuto boccali di Meine Hopfenweisse sotto lo sguardo attento delle sei generazioni di proprietari del birrificio, tutti “Georg Schneider”, dal I al VI. Il cibo non è purtroppo all’altezza – penso ancora con turbamento agli gnocchi di patate e pane con cipolla, uovo fritto e carote a julienne che mi sono inflitta – quindi lo raccomando piuttosto per una birra dopo cena, o per aperitivo, o per merenda, o a colazione, tutti momenti che i tedeschi trovano perfettamente adatti a una birra.
Premio “Gita fuori porta” per il monastero di Andechs, che produce 6 diverse birre, tutte ottime. Nella stagione estiva c’è anche la possibilità di fare un tour della fabbrica di birra.
Se foste in cerca di tregua dalla birra e dai cosciotti di maiale – capita anche ai migliori – potreste allestirvi un banchetto casalingo di bontà (o meglio: delikatessen) assortite facendo acquisti dal costoso e patinato Dallmayr, una sorta di Peck, o nel grazioso Manufaktum, subito a fianco. Una forma di ottimo pane, del formaggio fresco, succo di mele biologico da mescolare con acqua frizzante per ottenere il rinfrescante apfelschorle: e l’hangover da birra sarà solo un brutto ricordo.
E ora per qualcosa di completamente diverso: Monaco ha molti bei ristoranti etnici, come il vietnamita Koriander: il luogo perfetto per mangiare un’insalata non ricoperta dell’improbabile dressing allo yogurt e trigliceridi che pare inevitabile altrove.
[Crediti | immagini: Flickr/gepiblu, Wahlmuenchnerin, Flickr/Ferber, Flickr/Peti_Morgan, Flickr/NiceBastard, Flickr/Greune Stee, Flickr/samayou kodomo]