Nella costruzione di una classifica credibile, non nemica della trasparenza e non troppo severa con le donne, la 50 Best Restaurants, cui il pianeta sta riservando una morbosa attenzione, noi compresi, si è dimenticata parecchie regole. Come qualcuno ha scritto: “chi vota non è in alcun modo tenuto a dimostrare di aver effettivamente visitato i ristoranti ai quali ha dato la preferenza”.
Io? Nella mia semplicità, quando ho scoperto l’esistenza della 50 Best, travolta nelle ultime ore da uno tsunami di critiche che con le sue accuse (“opaca, sessista e compiacente”) Occupy 50 Best sembra uno zuccherino, ho subito pensato: “saranno tutti ristoranti con tre stelle Michelin”.
Qualunque sgamatone lettore di Dissapore, come pure l’aspirante tale, conosce lo status da bibbia del settore della cosiddetta “Rossa”, la Guida Michelin appunto, l’unica capace di opporre una fiera resistenza all’avanzata stile caterpillar di TripAdvisor.
Il pensiero successivo, da geek della cucina innamorato dei dati, è stato il seguente: se della 50 Best si fidano in pochi, mentre la credibilità della guida Michelin resta indiscussa, perché non confrontare uno per uno i 50 migliori ristoranti del mondo indicati dalla prima con quelli scelti dell’altra?
Allo scopo, ho compilato alcune semplici tabelle incrociando i vari dati disponibili, con risultati interessanti anche sotto il profilo geografico.
Per esempio, per la 50 Best è in Europa che si mangia meglio: 26 ristoranti su 50 (più della metà) si trovano nel Vecchio Continente, di gran lunga il più premiato. Seguono Asia, Nord America e Sud America, con rispettivamente 7, 9 e 6 ristoranti.
La Spagna è il Paese con più ristoranti classificati, 7 di preciso. Seguono USA e Francia, con 6 e 5 ristoranti. New York e Parigi sono le due città più premiate, pari merito, con 4 ristoranti ciascuna. Sorprendente il risultato di Città del Messico, quarta città con 3 ristoranti in classifica.
I responsi sembrerebbero positivi per la Francia; in realtà considerando che i transalpini possono contare su ben 602 ristoranti con almeno una Stella Michelin (ma la guida Michelin è francese e pure sciovinista) e nessun ristorante nella top ten della 50 Best, il ruolo dei francesi è decisamente sotto tono nella 50 Best (sarà per questo che che gli fanno la guerra?).
Veniamo ora all’oggetto del confronto: 50 Best contro Guida Michelin. Una doverosa premessa prima dei dati nudi e crudi: questo esercizio statistico si fonda su una premessa indispensabile, ovvero che il giudizio della Guida Michelin sia oggettivamente affidabile.
Se considerata falsa questa premessa, potete mandare me e l’intero sillogismo a farsi friggere e passare al prossimo post di Dissapore.
Per voi che invece siete ancora qui, riprendiamo dall’inizio: i ristoranti della 50 Best 2015 hanno tutti tre stelle Michelin? Manco per niente.
Se escludiamo i ristoranti della 50 Best non classificati dalla guida francese, è ragionevole presumere che almeno gli altri, quelli che restano, abbiano tutti le tre stelle Michelin. E’ così?
No, non è così: all’interno della 50 Best sono presenti 18 ristoranti con tre stelle, 10 ristoranti con due, 5 ristoranti con una e pure un ristorante (Le Chateaubriand di Parigi, in 21esima posizione) senza stella.
Sedici ristoranti della 50 Best non sono classificati dalla Guida Michelin perché si trovano in territori non coperti.
Nella top ten della 50 Best solo 3 ristoranti si fregiano delle tre stelle Michelin: El Celler de Can Roca, Osteria Francescana e Eleven Madison Park. Saranno questi i migliori del mondo? 5 ristoranti hanno solo due stelle, mentre due ristoranti non sono classificati.
Quali conclusioni è possibile ricavare da questi dati?
Per i detrattori della 50 Best confermeranno i limiti della classifica; per gli altri sono statistiche come tante.
Personalmente, in tutta onestà, mi sarei aspettato qualche ristorante tristellato in più, almeno nella top ten.
[Crediti | Link: Dissapore, Eater, Telegraph]